Wirtschaft | Dare/avere del Covid

Se io fossi Mario Draghi

Un anno di pandemia, la società è sempre più divisa.
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Da pensionato lo ammetto sinceramente: dopo 12 mesi di pandemia, sul mio conto corrente in banca ci sono più soldi di prima. Non tanti, ma più di prima. La pensione mi è stata accreditata dall’Inps regolarmente e puntualmente ogni mese, mentre le mie spese sono diminuite. Con la pandemia siamo rimasti a casa, nel nostro appartamento in proprietà, limitando gli acquisti agli alimentari e poco più. Di questa pandemia, come pensionato, ho sofferto e soffro le conseguenze psicologiche (come tutti), ma non posso certo dire di aver subito danni economici.
Al contrario vedo invece intorno a me, per stare nel mio piccolo, tante altre persone che questa crisi la stanno pagando duramente. Vedo il taxista che lavora al 50%, la giovane musicista che non ha più incarichi, il negoziante che apre e chiude a suon di DPCM, l’ambulante che mi offre più merce di quella richiesta perché altrimenti “la devo buttare”. Vedo anche le giovani coppie con bambini che fanno acrobazie tra lavoro (più impegnativo e talvolta meno sicuro), scuole stop and go, asili e nonni che dovrebbero rispettare il distanziamento.
Vedo come le conseguenze della pandemia siano profondamente diverse per una categoria e l’altra, per un gruppo sociale e l’altro. La frattura nella società è grave e impedisce quella coesione sociale indispensabile per guardare al dopo-Covid.
Se fossi Draghi mi occuperei di quelli che con la pandemia ci hanno veramente rimesso e chiederei invece agli altri di contribuire.
Io pensionato troverei giusto farlo.
Parlo per me.
www.albertostenico.it

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Heinrich Zanon Di., 09.02.2021 - 13:09

Auch mir ist bewusst, dass der durch die Pandemie bedingte Notstand in unserem Sozialgefüge zu unterschiedlich schmerzhaften Belastungen geführt hat und wohl noch weiter führen wird. Die für viele entstandene katastrophale Lage wird also das starke Ungleichgewicht in der Verteilung der Vermögen und die Unausgewogenheit vieler Einkommen, die bereits zuvor bestanden haben, weiter verstärken.
Eine neue, hoffentlich starke Regierung sollte also zumindest mittelfristig (und also mit wohl durchdachten und anständig durchgerechneten Maßnahmen, zu denen vermutlich auch Sondersteuern zählen müssen werden) Reformen auch zur Durchsetzung von mehr Gerechtigkeit in der Vermögensverteilung und bei den Entlohnungen in Angriff nehmen.
Salvini mit seiner Lega und auch einige andere große politische Player werden einsehen müssen, dass die entstandene Schieflage nicht auch in Zukunft ausschließlich durch unverfrorene Griffe in die Staatskasse aus dem Weg geräumt werden kann.

Di., 09.02.2021 - 13:09 Permalink