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Anita Pichler e la madre primigenia

L'associazione “Tanna” ricorda la scrittrice a settant'anni dalla nascita con una matinée letteraria che si terrà a Bolzano, presso l'Archivio/Biblioteca delle donne.
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Foto: Gemeinde Bozen

La vita di Anita Pichler fu segnata dal continuo movimento, dagli spazi tra i confini, dalla diversità di luoghi, di lingue e di sistemi politici. Nei suoi testi, forse per questo, affiora costantemente il tema della sedentarietà, ma anche dell’assenza. La scarna opera che ci ha lasciato in eredità nel corso della sua breve esistenza (morì di cancro a soli 49 anni), suscitò una vasta eco ben oltre i confini del Sudtirolo”. Quest'anno ricorre il settantesimo anniversario della sua nascita, avvenuta il 28 gennaio 1948, e l'associazione “Tanna” ha deciso di dedicare alla sfortunata scrittrice meranese una matinée – sabato 10 marzo, presso l'Archivio/Biblioteca delle donne di piazza Parrocchia a Bolzano – in cui verranno letti suoi testi (anzi: si ascolterà una registrazione della lettura dei suoi testi fatta dall'autrice) e mostrato il film di Edith Eisenstecken e Evi Oberkofler che ne traccia per sommi capi la biografia: ich will einfach erzählen.

L'associazione “Tanna” - costituita da Evi Ferrarini, Heidi Hintner, Sybille Tezzele, Donatella Trevisan e Ingrid Windisch – è nota per il suo lavoro di ricerca sui temi legati al mondo delle donne e anche la rievocazione della figura di Anita Pichler è da inserire dunque in questo contesto. Per la prima volta verrà presentato anche in versione italiana – tradotto e letto da Donatella Trevisan – il brano “Der Tod” (“La morte”), tratto dalla raccolta “Beider Augen Blick. Neuen Variationen über das Sehen” (del 1995). Non mancherà l'accompagnamento musicale e un buffet, ad arricchire il programma.

Nella prefazione alle sue “Leggende di Fanes” Anita Pichler scriveva: “Queste sono storie del tempo prima che il tempo nascesse, e di un luogo che c’era prima del luogo cui danno il nome. Raccontano l’immutabile trama di cui sono fatte tutte le storie: raccontano del divenire e dello svanire, della terra, dell’acqua, del vento e del fuoco. Raccontano della materia e di Tanna, la madre primigenia … Nulla di ciò che vi è raccontato può essere dimostrato, ma da tutto traspare, quasi invisibile, qualcosa di vero; vero come la fame, la sete e il nutrimento, come l’acqua e la paura, come l’affetto e l’avversione, come il tempo che viene, e viene, e poi sarà passato”. Ricordare Anita Pichler oggi non significa perciò solo omaggiare una delle più significative scrittrici di questa terra, ma anche e soprattutto un'autrice che ha espresso la qualità ineffabile della “differenza femminile” con una voce riconoscibile anche al di là dei confini geografici, linguistici e temporali in cui è si è originata. Un patrimonio collettivo dal quale chi parteciperà all'evento trarrà sicuramente ispirazione e giovamento.