Gesellschaft | Intervista

“La nostra piattaforma sulla pandemia”

PandemicData.info: il portale trentino per una facile lettura dei dati del Covid-19 in Italia e nel mondo. L’idea di Nicola Fiorello e Sergio Povoli, giovani laureati.
Logo PandemicData.info
Foto: Logo PandemicData.info

Dallo scoppio dell’epidemia le notizie riguardanti il virus hanno monopolizzato i canali di comunicazione. Con in primo piano un tema delicato come quello della salute personale anche l’approccio alle notizie è diventato più oculato: si cercano informazioni fondate e scientifiche più che opinioni e polemiche. In quest’ottica una fonte ricchissima di informazione sono i dati sul numero di contagi, morti, tamponi ed ospedalizzazioni che vengono rilevati e diffusi ogni giorno.

La difficoltà di approcciarsi al mondo dei dati da parte di un non addetto al settore risiede spesso nel problema di “leggerli”, di capire l’informazione dietro l’astrazione dei numeri, di cui spesso sfuggono i reali rapporti di grandezza in relazione alla realtà che li riguarda. 

Nicola Fiorello e Sergio Povoli, laureati alla triennale di Ingegneria dell’informazione e delle comunicazioni all’università di Trento, hanno creato PandemicData.info: una piattaforma che raccoglie i dati legati alla diffusione di Covid-19 in tutte le regioni italiane e nel mondo e li elabora in grafici chiari e intuitivi che permettono di capire l’andamento dell’epidemia. 

Il software ha riscosso subito un grande successo da parte degli utenti ed è ora consultato da migliaia di persone in tutto il mondo (visualizzazioni registrate da 30 Paesi in tutti i continenti). Ha inoltre riscosso l’attenzione e l’apprezzamento di autorità e enti ufficiali, per l’accuratezza dei dati, le funzioni e la praticità. Apprezzamento che ha portato anche ad una collaborazione con la protezione civile trentina

Da metà aprile la piattaforma è stata affiancata anche da un profilo instagram che si occupa della comunicazione e guida l’utente nella lettura di alcuni dati particolari. Sergio e Nicola ci hanno raccontato la storia del loro progetto e i traguardi che hanno raggiunto.

salto.bz: Cosa vi ha spinto a creare PandemicData.info?

Nicola: L’idea nasce dal desiderio di fornire uno strumento scientifico e rigoroso in mezzo ad una comunicazione fatta spesso di molte opinioni e pochi dati scientifici. La sfida della piattaforma è quella di unire la validità numerica alla semplicità di interpretazione. Spesso si deve scegliere tra un’informazione facile da leggere o una efficiente dal punto di vista scientifico: abbiamo tentato di far coesistere queste due caratteristiche. Non volevamo fornire all’utente un’informazione confezionata e finita, ma dotarlo degli strumenti per costruirsi una propria idea riguardo alla situazione leggendo dei dati numerici semplificati dalla visualizzazione in grafici e diagrammi

Sergio: Abbiamo deciso di crearla anche perché sentivamo la mancanza sul web di una piattaforma che permettesse di fare dei confronti. Visto che la pandemia non si è diffusa in maniera omogenea ci sembrava interessante poter osservare il comportamento di contagi, morti e altri parametri tra i vari Stati del mondo e anche tra le varie regioni italiane. 

L’attendibilità dei dati è uno dei punti di forza della piattaforma. Quali sono le vostre fonti?

Sergio: Teniamo moltissimo all’accuratezza dei dati che provengono da due fonti diverse ma estremamente affidabili: la protezione civile per i dati italiani e la Johns Hopkins university center for systems science and engineering per quelli relativi al resto del mondo; quest’ultima è stata la prima a creare una piattaforma che monitorasse la diffusione del virus a livello mondiale e la validità di questo suo lavoro è stata riconosciuta dal mondo scientifico. Sono quindi dati di alta qualità a disposizione di tutti, che si aggiornano sul sito appena ci sono update da parte di queste fonti. 

Quali sono i vantaggi della visualizzazione in grafici rispetto ai report numerici?

Sergio: Questi dati hanno una forma che noi ingegneri definiamo “gaussiana”, una forma a campana. Avere una panoramica di questo tipo ci fa capire “dove siamo” , se stiamo migliorando, peggiorando o se siamo fermi. Questo è il valore aggiunto della visualizzazione. Una schiera di numeri come quella che noi processiamo tramite i nostri algoritmi è difficile da interpretare. Se invece si vede l’immagine, il grafico, il trend, diventa tutto immediatamente più comprensibile. 

Come è nata e come si è sviluppata la collaborazione con la protezione civile trentina?

Sergio: Una volta creata la piattaforma ci sembrava utile che venisse conosciuta, così abbiamo contattato la protezione civile trentina che ha dato subito un feedback molto positivo. Da lì è nata la collaborazione: i loro consigli sono stati molto importanti per migliorare il servizio. L’implementazione più importante è stata l’inserimento della possibilità di normalizzare la scala in base al numero di abitanti delle varie regioni. Nelle ultime settimane il trend generale che avevamo notato nei media era quello di evidenziare dati, come per esempio il numero di morti, senza l’ottica della proporzione. La protezione civile teneva molto a questo. I contagi in alcune regioni possono sembrare pochi, ma è necessario tener conto del numero di abitanti: vedere questi dati in percentuale è molto più rilevante in questo senso. A questo proposito un esempio interessante è quello della Valle d’Aosta: normalizzando la scala si nota che per molto tempo la situazione in questa regione è stata peggiore che nelle altre. Le percentuali forse fanno meno rumore di un numero “crudo”, ma sono molto più informative. La collaborazione con la protezione civile è stato un capitolo molto importante e una grande soddisfazione per noi. 

La piattaforma ha ora un numero di utenti importante, cosa pensate di questo risultato?

Nicola: Siamo molto soddisfatti del risultato. Quello che è importante non è tanto il numero di utenti che abbiamo raggiunto quanto la loro spazializzazione nel mondo e il range di età. Gli utenti sono molto diversificati. L’aumento degli utenti internazionali ci ha spinto a tradurre la pagina in inglese. Dall’analisi del traffico emerge poi che una grande percentuale di visitatori si sofferma sulla piattaforma per un tempo che ci fa capire che la sta realmente utilizzando ed esplorando. 

Esiste anche un profilo instagram legato alla piattaforma, come è nato e qual è il suo ruolo? 

Sergio: Il profilo social è nato grazie alla collaborazione con Francesco Desimine e Cristina Marenda, altri due studenti che hanno preso a cuore il progetto e stanno gestendo la parte comunicativa facendo un ottimo lavoro di approfondimento e di divulgazione di alcuni dati particolari presenti nella piattaforma. C’è un post ad esempio che evidenzia l’importanza di comparare sempre i nuovi contagiati confermati giornalieri al numero di tamponi fatti. Fornisce insomma molti spunti di riflessione interessanti. 

Nicola: Siamo felici che si siano aggiunti al team: partono dai nostri dati e cercano di spiegarli ad un utente forse meno preparato di quello a cui ci rivolgiamo noi.  

Quando l’emergenza finirà e non ci saranno più update dalle repository la piattaforma smetterà di aggiornarsi, ma i dati raccolti rimarranno comunque salvati in modo da poter essere studiati ed analizzati anche in futuro.