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Il bio cresce, ma molti abbandonano

Quasi il 14% dei meleti è coltivato biologicamente. Ma in 5 anni su 926 aziende convertite ben 280 sono tornate al "tradizionale".
pesticidi
Foto: Suedtirolfoto/O.Seehauser

Nel periodo 2015-2020 i terreni coltivati biologicamente sono aumentati dell’82%. Lo fa sapere l’assessore all’agricoltura Arnold Schuler attraverso l’Agenzia di stampa provinciale. Senza i numeri assoluti e un termine di paragone che faccia capire la percentuale di terreni “bio” rispetto a quelli inondati di pesticidi, le cifre non sono del tutto significative ma quanto meno indicano una tendenza. Anche del numero di aziende viene indicata la percentuale di aumento – del 66 % - ma viene fornito anche il numero totale, utile per farsi un’idea: dal 2015, un totale di 926 aziende agricole si sono convertite all'agricoltura biologica, ma di queste ben 280 hanno ad un certo punto alzato bandiera bianca, tornando al "tradizionale":

Per avere maggiori informazioni viene in soccorso una interrogazione del consigliere del Team K, Peter Faistnauer, cui l’assessore Schuler ha risposto alcune settimane fa. Dal documento si evince che le ditte bio (senza considerare quelle “miste”, che in realtà sono poche) erano 848 nel 2015 e sono 1417  nel 2020. Davvero interessanti le cifre che contengono le percentuali. Da queste si scopre che il 13,9% dei 18.000 ettari coltivati a mele sono “bio”. Quanto ai piccoli frutti su 165 ettari il 10,9% è “bio”, dei 205 ettari di drupacee l’11,2%, dei 5.600 ettari di vigneti l’8,4%, dei 3.933 ettari di arativo il 9,5%, dei 61.543 ettari di prato il 7,5% e dei 114.505 ettari di pascolo e alpeggio il 3,3%. Una cifra, quest’ultima, che appare bassissima soprattutto se si tiene conto che attraverso il programma di sviluppo rurale alle aziende di agricoltura biologica per prati e pascoli vengono assegnati i premi massimi possibili. Rispetto agli altri Paesi dell'Ue, in alcuni casi gli importi dei premi superano il doppio. Negli anni 2015-2020 alle aziende agricole biologiche è stato liquidato un totale di 18.350.925 euro, di cui 11.911.083 euro erano fondi provinciali. Nella tabella seguente sono indicati i premi per ettaro.

 

Dall’interrogazione, infine, si viene a sapere che negli ultimi 5 anni, le aziende che si sono convertite al biologico erano 926, ma poi ben 280 aziende hanno cessato l’attività con metodo biologico, per cui il numero finale è di 646.

Negli ultimi mesi l'assessore all'agricoltura, Arnold Schuler, informa ancora l’Agenzia di stampa, ha messo a punto un apposito documento strategico (Agricoltura 2030) per il futuro dell'agricoltura, delineando gli obiettivi specifici da perseguire e le misure necessarie per l'agricoltura altoatesina nei prossimi dieci anni. Per rendere il settore agricolo più sostenibile si devono adottare misure concrete di protezione delle acque e del suolo e cercare di ridurre l'uso di fertilizzanti e fitofarmaci. "La qualità dei prodotti agroalimentari dell’Alto Adige deve essere garantita da parametri e controlli rigorosi", spiega l'assessore. L'obiettivo, secondo Schuler, è quello di "far diventare l'Alto Adige il territorio per eccellenza della biodiversità". La Provincia ha quindi adottato diverse misure per facilitare la conversione dell'agricoltura intensiva all'agricoltura biologica. "Questo è l'unico modo per preservare la nostra agricoltura di montagna", conclude Arnold Schuler.

 

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Profil für Benutzer Günther Mayr
Günther Mayr Fr., 09.07.2021 - 10:22

"conversione dell'agricoltura intensiva all'agricoltura biologica" ???
als ob die Anbauweise direkt etwas mit der Intensität zu tun hat.
Das "Heil" heiligt offenbar die Mittel!

Fr., 09.07.2021 - 10:22 Permalink