Chronik | L'intervista

“Il decreto sicurezza? Uno schifo”

Susanna Camusso (Cgil) spara a zero su M5s e Lega. “È il governo degli annunci. Brennero e grandi opere, no all’autarchia. Dalla manovra manca il futuro del Paese”.
Camusso
Foto: Salto.bz

salto.bz: Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil, in Alto Adige per il congresso della Confederazione altoatesina, come ha trovato la situazione locale dal punto di vista del lavoro, del welfare e dei diritti?

Si può partire da un elemento: in questa provincia per ragioni storiche, di autonomia e di buongoverno non c’è una condizione con i livelli di drammaticità e di diseguaglianza che si trovano in altre parti del Paese. Ma a parte questo, credo la frammentazione del mercato del lavoro e della precarizzazione siano molto forti anche qui. E paradossalmente colpiscono ancor di più, perché non c’è neanche nessuna ragione di contesto che ne faccia intravedere l’inevitabilità. 

C’è terreno di lavoro anche qui per la Cgil e il sindacato?

Certamente. Infatti è una Camera del lavoro che cresce, che ha una solida rappresentanza, che ha una funzione di servizio e accompagnamento delle persone che ha ampio radicamento.

In Alto Adige non c’è una condizione con i livelli di drammaticità e di diseguaglianza che si trovano in altre parti del Paese. Ma a parte questo, credo la frammentazione del mercato del lavoro e della precarizzazione siano molto forti anche qui

Dopo le elezioni amministrative il partito di maggioranza relativa, l’Svp, sta tessendo la trama del prossimo governo provinciale. La Cgil teme un governo a composizione leghista anche in Suditirolo?​

Questo mi pare che sia utile che ne parlino i nostri rappresentanti locali, anche perché c’è una storia politica differente in questo territorio.

A livello nazionale il governo giallo-verde vi ha soddisfatto finora per le risposte date sui temi dell’occupazione e delle pensioni? ​

Mi pare che ci sia una grande distanza tra le promesse fatte in campagna elettorale e le cose che si stanno realizzando. Soprattutto perché continuiamo a essere sul tema degli annunci. Penso alle questioni del lavoro, degli ammortizzatori sociali, delle pensioni e a una serie di dichiarazioni rispetto a scelte industriali e di tutela della presenza della produzione nel nostro Paese. Di cose che concretamente traducano gli impegni continuiamo a non vederne. 

Riguardo al governo di M5s e Lega, siamo solo agli annunci, alle promesse elettorali inattuate. Su lavoro, welfare, pensioni e tutela della produzione industriale non vediamo nulla di concreto

Come valuta la manovra di bilancio?

Non delinea quale è il futuro del Paese. Non ci sono scelte di creazione di lavoro, che sono ciò che invochiamo più di tutto, e neanche investimenti. Non c’è nessuna idea di infrastrutture, materiali, immateriali e soprattutto quelle sociali. Manca un investimento nella formazione. Potremmo continuare a parlare: di istruzione, di salute e della condizione di disuguaglianza crescente fra gli italiani. La sensazione è che sia una manovra pensata nel breve periodo.

 

 

Riguardo al decreto sicurezza, cosa pensa?

È una schifezza.

Si è parlato molto di tunnel del Brennero e di grandi opere. I grillini vogliono lo stop. La Cgil invece è favorevole alle grandi infrastrutture?​

Se parliamo di infrastrutture di collegamento del nostro Paese con l’Europa, è una scelta del tutto miope quella di pensare che possiamo avere una logica autarchica dell’Italia. Ma il discorso vale non solo per l’Unione europea o per i collegamenti, ma per qualunque altro tema. Questa logica sta facendo un danno ai lavoratori dei cantieri e a tutto il Paese. Siamo una nazione che ha grande bisogno di infrastrutture, dicevo soprattutto sociali: ci vorrebbe un governo che è in grado di decidere e non di bloccare ciò che c’è.

Se parliamo di infrastrutture e di Europa, non si può avere una logica autarchica che crea un danno ai lavoratori dei cantieri e a tutto il Paese. Quanto alla manovra, mancano investimenti materiali e immateriali, mancano impegni su salute, formazione, istruzione. Il respiro è di qualche mese.

La Ue ha rivisto in ribasso le stime di crescita dell’Italia e in rialzo il deficit.​

Con Cisl e Uil diciamo che il tema non è rispettare le regole che non hanno determinato le politiche espansive necessarie ma rideterminare un rapporto deficit/Pil differente, che però deve essere utile a costruire le condizioni per risolvere i problemi del Paese. A partire dalla mancanza di lavoro, dalla prospettiva per i giovani. Si dovrebbe dare il senso che non si sta lavorando solo su qualche mese. 

Al congresso nazionale di gennaio a Bari lei dopo due mandati terminerà l’incarico. Che sindacato lascia? ​

Un sindacato che ha combattuto durante la più lunga crisi dell’Italia dal dopoguerra, attraversata con sofferenza ma con un sforzo, anche unitario con le altre confederazioni, senza il quale non avremmo avuto la tenuta dell’occupazione. Lascio un sindacato che ha prodotto la Carta dei diritti del lavoro, individuando lì il nodo fondamentale anche della rottura politica avvenuta tra mondo del lavoro e governi, infine un sindacato che ha le condizioni per affrontare il cambiamento, partendo dalla precarietà e dalla frammentazione del mercato del lavoro che è problematica per la stessa rappresentanza sindacale. 

Lascio un sindacato che ha retto durante la più lunga crisi dell'Italia dal dopoguerra. Ma che ora saprà cambiare e affrontare la precarietà. L'endorsement a Maurizio Landini? Spero sia lui il nuovo segretario

Lei ha lanciato Maurizio Landini, ex segretario generale Fiom, come suo successore, contro lo “sfidante” Vincenzo Colla. Un candidato “pop”, ha definito l’Espresso Landini, più in sintonia rispetto a Colla con la base dei lavoratori e con l’umore “giallo-verde” che serpeggia nel Paese. Lo ha scelto per questo?​

Non so cosa voglia dire un candidato pop e non si possono usare le categorie della politica per discutere della Cgil, è un vezzo dell’informazione ma che nulla centra. Ma avendo fatto una proposta è chiaro che mi auguro la sua elezione.