Politik | donne e politica

"L'Alto Adige non è un esempio virtuoso"

In Alto Adige le quote di genere non riescono a garantire un'equilibrata presenza di donne in politica. Sara Boscolo, ricercatrice Eurac, ne analizza dati e meccanismi
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Foto: AdobeStock

In Nuova Zelanda, per la prima volta nella sua storia, in Parlamento siederanno più donne che uomini. La nazione oceanica, così lontana dall’Europa, fu la prima ad introdurre il suffragio femminile nel 1893 ma continua a fare notizia, perché sono ancora pochissimi i Parlamenti che rispettano una vera parità di genere. L’Italia, del resto, non è tra questi. Nonostante le recenti elezioni abbiano permesso a Giorgia Meloni di diventare la prima Presidente del Consiglio italiano, molti sono ancora gli ostacoli che le donne si trovano ad affrontare nel loro percorso politico. L'introduzione delle quote di genere, tanto osteggiate quanto necessarie, non sono state risolutive, mentre nella lunga lotta contro la sproporzione tra i generi in politica bisogna, ancora una volta, includere il carico familiare che continua a pesare soprattutto sulla parte femminile della coppia. Ne parliamo con la dottoressa Sara Boscolo, ricercatrice dell’Istituto per il management pubblico di Eurac Research

Salto.bz: Dottoressa Boscolo, la nomina di Giorgia Meloni ha riacceso il dibattito sulla presenza delle donne in politica, ma il caso della nuova Premier sembra essere un’eccezione all’interno dei partiti? 

Sara Boscolo: Nonostante la presenza femminile in politica sia aumentata negli anni, grazie anche ad una legislazione che ha agito a tutti i livelli istituzionali, da quello locale a quello nazionale ed europeo, la maggior parte dei ruoli di vertice resta appannaggio degli uomini. Questo squilibrio si riflette anche nei partiti politici, seppure le donne leader dei principali partiti in Italia siano aumentate negli ultimi anni attestandosi al 28%.

 

 

Il Parlamento appena eletto ha visto una riduzione del numero dei deputati e dei senatori, questo influisce anche sulla possibile presenza delle donne? 

Il cosiddetto taglio dei parlamentari ha avuto un impatto anche sulla compagine femminile che siede nelle Camere, non solo per la conseguente riduzione dei posti, ma anche perché la legge elettorale consente di aggirare la rappresentatività di genere attraverso la posizione nella lista ma, soprattutto, attraverso il sistema delle pluricandidature (fino a sei). Se guardiamo al totale della candidature la soglia di legge del 40% è stata rispettata. Tuttavia, le donne con più di quattro candidature sono state quasi il doppio degli uomini e, di fatto, le donne ministro sono appena il 28%. 

La quota riservata al genere meno rappresentato non basta a garantire un equilibrio maggiore? 

Dipende dalla soglia, che varia da paese a paese e da regione a regione. Oltre alle quote di lista esistono altri dispositivi, come la lista alternata e la doppia preferenza di genere, che di fatto sono più efficaci della quota di lista da sola. 

L’Alto Adige come si colloca nel panorama italiano?

Purtroppo le amministrazioni altoatesine non si stanno dimostrando particolarmente virtuose. Le norme sulle quote di genere agiscono solo in superficie. Questo perché le quote di lista sono appena del 33%, contro le soglie del 40% o del 50% di altre regioni come il Lazio, il Veneto, l’Emilia Romagna o la Toscana. Inoltre, non ci sono norme sulla doppia preferenza di genere, né sulla lista alternata. In Alto Adige, però, gli elettori possono assegnare fino a quattro voti di preferenza. Si tratta di una grande potenzialità per una rappresentanza più equilibrata dei due generi, che potrebbe essere sfruttata di più dagli elettori e dalle elettrici esprimendo la propria preferenza per le candidate donne. 

 Purtroppo le amministrazioni altoatesine non si stanno dimostrando particolarmente virtuose. Le norme sulle quote di genere agiscono solo in superficie. Questo perché le quote di lista sono appena del 33%

Anche all’interno delle amministrazioni comunali è presente lo stesso problema? 

Dai dati delle amministrative del 2020 in provincia di Bolzano sono emerse delle percentuali che fanno riflettere: solamente l’11% dei sindaci sono sindache, mentre la percentuale cresce quando si parla di vice-sindache (25%) o di consigliere (26%). Questo andamento si ripete nelle candidature, dove le candidate come capolista sono solamente il 23% mentre i numeri aumentano scendendo nella lista (34% le seconde in lista, 36% le terze in lista). 

Nella scelta di una candidata non agiscono però solamente le leggi? 

Il discorso è molto più complesso. La politica risente di modelli di leadership maschilisti in una società patricentrica come è la nostra. Gli stereotipi di genere influenzano ancora moltissimo le nostre vite e la società, questo impatta sulla carriera delle donne e l’attività politica non fa eccezione. Per le donne ci sono ancora molti ostacoli, a partire dalla difficoltà a conciliare i molteplici impegni di lavoro, accudimento dei figli, incarichi politici ed altro. L’organizzazione dei tempi della politica, per esempio, con riunioni serali e sedute spesso molto lunghe, mal si concilia con le esigenze di cura domestica che in larga parte sono ancora a carico delle donne. Introdurre misure di work-life balance nel lavoro e nuovi modelli di paternità, alternativi a quello convenzionale, potrebbero essere di aiuto. 

Non ci si può quindi limitare alle normative delle quote di genere? 

Le quote sono una necessità storica. Ma da sole non bastano. Bisogna lavorare su più livelli, dalla sfera prepolitica, alle reti di donne, al rafforzamento della visibilità delle donne, per esempio diffondendo modelli di leadership femminile o usando un linguaggio neutro dal punto di vista del genere. Tutte queste misure sono descritte in una recente pubblicazione curata dalla Commissione per le Pari Opportunità della Provincia di Bolzano e da Eurac Research dal titolo “Più donne in politica. Prospettive e soluzioni”. 

 Negli ambienti in cui c’è una maggiore presenza femminile è più facile che si affermi una visione più complessa dei problemi e delle soluzioni, basata sull’attenzione per le diversità e la sensibilità per i diritti di ciascuno

Le continue crisi, economiche, sociali ed ambientali indicano però che il modello adottato finora non è più adatto e che un cambiamento è necessario?

Siamo in un transito epocale, è una grandissima occasione per cambiare un sistema che non è più sostenibile. Occorre un risveglio della coscienza per superare, per esempio, il dualismo maschile/femminile e iniziare a pensare in termini di comunità dei viventi anziché di potere e controllo di una parte della società sull’altra.  

La presenza delle donne, del resto, spesso ha funzionato come apripista per il riconoscimento di altre istanze? 

Negli ambienti in cui c’è una maggiore presenza femminile è più facile che si affermi una visione più complessa dei problemi e delle soluzioni, basata sull’attenzione per le diversità e la sensibilità per i diritti di ciascuno: escludere metà della popolazione vuol dire rinunciare ad un parte fondamentale di capacità e creatività.
 

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Gianguido Piani Fr., 11.11.2022 - 10:49

L'intervista non tocca un punto fondamentale. La maggioranza degli elettori sono donne. Nelle liste ci sono, forse non con assoluta parita', donne oltre che uomini. Se vengono eletti uomini vuol dire che questi sono votati anche e soprattutto da donne.
Rovescio l'esempio. Una legge, ineccepibile sulla carta, permette le preferenze singole (gia' sarebbe un progresso rispetto alla schifezza attuale per le Politiche). Ma la stessa legge obbliga a una scelta combinata e differenziata per genere, ad esempio, un uomo e una donna, pena l'invalidita' del voto. Sono candidati Rita Levi Montalcini, Nilde Iotti, Margherita Hack e Toto' Riina. Come scegliere, visto che grazie alla parita' di genere uno ha l'elezione assicurata?
Parita' di genere - facile da descrivere, difficilissima da risolvere.

Fr., 11.11.2022 - 10:49 Permalink
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Sara Boscolo Fr., 11.11.2022 - 21:43

Antwort auf von Gianguido Piani

Gli uomini votano più spesso altri uomini. Anche le donne votano più spesso altri uomini, seppure in misura minore. Questo è un aspetto centrale di una questione complessa. Tuttavia, esiste anche un problema di offerta. Per esempio, se guardiamo alle ultime amministrative in Alto Adige i dati mostrano che il numero di candidate nelle liste è significativamente più basso di quello dei candidati. L'indice di successo delle donne è del 35%, contro il 45% degli uomini.

Fr., 11.11.2022 - 21:43 Permalink
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Gianguido Piani Sa., 12.11.2022 - 08:45

Antwort auf von Sara Boscolo

Scegliere candidati rispettando proporzionali linguistiche e bilanciamento di genere riferiti a persone cui si richiede competenza, onesta' e disponibilita' continuativa per parecchi anni e' difficilissimo. Poi entrano in gioco narcisismi vari, chimiche personali, prevaricazioni... L'opinione che mi sono fatto e che la parita' di genere e la proporzionale linguistica (qui arriveranno gli anatemi!) aggiungono paletti superflui e dannosi a scelte gia' di per se' estremamente complesse. I risultati delle ultime elezioni politiche sono stati molto espliciti. Sul lungo termine arriveremo a una distribuzione piu' proporzionata anche rispetto al genere. Ora siamo nel mezzo di un processo, dubito che abbia senso forzare quello che sara' il suo risultato naturale. Lasciamo che la situazione maturi. Lo fara'.

Sa., 12.11.2022 - 08:45 Permalink
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Simonetta Lucchi Sa., 24.06.2023 - 13:39

Antwort auf von Gianguido Piani

Forse in effetti il problema è proprio l'entrare in gioco di altri fattori. Parlo senza esperienza in questo campo quindi ingenuamente: ma perché semplicemente non si chiede di più alle donne di candidarsi? È vero: alle ultime elezioni nel mio seggio le donne facevano la fila per votare. Occorre dare una seria spinta perché rafforzare i ruoli delle donne in politica soprattutto in questo momento sarebbe importantissimo considerati i problemi della nostra comunità

Sa., 24.06.2023 - 13:39 Permalink
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rotaderga Sa., 12.11.2022 - 08:10

Starke Frauen wollen sich nicht mit dummen, schwächelnden Mannsbildern abgeben, daher wenig Kandidatinnen für politische Ämter.
Männer und Frauen wählen vorwiegend Stärke - vermittelnde Bilder. Hochgesteilte weibliche Makeup - Gesichter vermitteln eher Grazie und Sexappeal. Schöne, selbstsichere und kompetente Frauen erzeugen bei den Wählerinnen Abneigung. Warum, hört euch dazu das Mehr der Frauen an.

Sa., 12.11.2022 - 08:10 Permalink