Kultur | sociologia

È morto Zygmunt Bauman

Il sociologo polacco è scomparso all'età di 91 anni nella sua casa di Leeds, in Inghilterra. È stato più volte ospite (l'ultima un anno fa) del “Centro Pace” di Bolzano.
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Foto: web

Il grande pensatore della “società liquida” Zygmunt Bauman, uno dei maggiori intellettuali europei contemporanei, è scomparso quest'oggi all'età di 91 anni. Ne dà notizia il giornale polacco “Gazeta Wyborcza”. Filosofo, nato nel 1925 a Poznań in Polonia, fuggì dapprima alla persecuzione nazista degli ebrei, poi all'antisemitismo del governo comunista polacco. I suoi studi si sono concentrati sulla critica del consumismo, i vecchi (e nuovi) totalitarismi e la globalizzazione. Come ricorda IlPost, "con l’espressione “società liquida” intendeva descrivere l’incertezza e la precarietà delle relazioni e della vita nella società contemporanea, contrapposta alla “solidità” di quella che l’ha preceduta". Il professore è morto a Leeds, in Inghilterra, dove insegnava.

Bellezza e utopia

Il sociologo e filosofo polacco è stato più volte ospite della Città di Bolzano, grazie alle iniziative del "Centro Pace" guidato da Francesco Comina. Nel 2014 era intervenuto nell'aula magna della Libera Università di Bolzano con la filosofa Àgnes Heller sul tema della “bellezza”. Bauman aveva spiegato che “per salvare il mondo occorre talvolta rinunciare a cogliere il bene più piccolo in favore di uno più grande, del quale possa essere gratificato il più alto numero possibile di persone. Purtroppo però la maggioranza si accontenta di perseguire fini che si esauriscono nell'immediato”. L'ultima visita bolzanina lo scorso anno, per parlare del concetto di “Utopia”.

Secondo Francesco Comina "Zygmunt Bauman è stato uno dei pensatori più acuti e profondi del nostro tempo. Ci ha insegnato a fare i conti con le distopie contemporanee e con le derive politiche e sociali di un tempo che ha perso totalmente il fine e il senso di una storia collettiva. Indimenticabili i due incontri che abbiamo avuto con lui a Bolzano: il primo con Heller in mezzo a un mare di pubblico (Ma la bellezza non ci salverà), il secondo per intercettare le distopie in atto in un tempo di inattualità dell'utopia. Un uomo semplice ma con la statura intellettuale di un gigante. Lo porteremo dentro di noi come un maestro".