Umwelt | Periferie urbane

Il pensiero ecologista ...che non c’è

Vogliamo dare un piccolo contributo per fermare il caos visivo e morale in cui ci troviamo?
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escavatore con chiesetta di san.giacomo
Foto: RICCARDO DI VALERIO

Una mattina di questo freddo aprile pazzerello più del marzo che lo ha preceduto (danni ingenti all'agricoltura tanto per ribadire le emergenze climatiche), percorrevo le strade di campagna in direzione di Pineta di Laives.
Una volta raggiunta la zona artigianale mi sono spinto a Est percorrendo la Via Olivetti Adriano buon anima di imprenditore a suo tempo prematuramente scomparso, fino all'angolo in corrispondenza della variante alla statale 12.

Un piccolo rivo probabilmente originato da una risorgiva ma anche dal torrente che scende dalle pendici del Seit delimita la campagna dove la monocoltura della mela la fa da padrone.

Non è certo un angolo (e proprio di angolo si tratta ) di paradiso visto che appena aldilà c'è la strada a traffico veloce come dicevo la variante alla statale 12.

Osservo sempre con attenzione il canale e scorgo un maschio e una femmina di germano reale seduti placidamente nell'erba a riscaldarsi le penne. E' una specie molto diffusa che nella bella stagione si riproduce proprio in questi piccoli canali irrigui. Ricordo però di aver visto in passato anche delle gallinelle d'acqua che subito si nascondono appena scorgono il pericolo.
Nella stessa mattina un airone cenerino volteggiava sul canneto quest'ultimo nel suo colore ancora autunnale.

Dunque c'è vita in questo piccolo lembo di terra largo forse 30 metri e che dal famoso angolo si allunga fino alla galleria della variante. Gli animali selvatici occupano anche queste nicchie ecologiche anche se appena aldilà, cemento, asfalto e pannelli fotovoltaici non sono certo equivalenti ad un bel prato con alberi, cespugli e fiori.
Quello che dall'uomo viene dimenticato, può essere un laghetto, una torbiera abbandonata come a Sud di Pineta ma anche una cava dismessa non è perduto del tutto e queste che possiamo chiamare le rovine del capitalismo nel senso che ora non servono a nessuno vengono di nuovo colonizzate dalla natura.

Purtroppo per il famoso angolo non è così; il cittadino attento che guarda con sospetto alle nuove edificazioni spesso avviate all'abbandono e alla rovina e che distruggono un territorio già compromesso si aspetta che dopo che i danni sono stati fatti, la distruzione si fermi lì....ma a quanto pare ciò non è sempre vero.

La recinzione, il canale sembrerebbero finalmente costituire un confine che ragionevolmente non andrebbe superato; la zona artigianale di qua e la campagna di là con una terra di mezzo e di nessuno piccola ma preziosa per la vita naturale.

Eh no.....il privato o forse il comune o forse entrambi in comune accordo pensano bene di scavalcare la recinzione e proseguire irragionevolmente nell'opera che io considero di distruzione.

Siamo di fronte ad una insensibilità totale; a quanto pare non è ancora chiaro a molti che il pianeta non è solo nostro e considerare ancora l'umano come unico perno nel mondo vuol dire non aver capito nulla dell'emergenza ambientale. Su questa strada andremo come direbbe Tex Willer all'inferno e non solo in senso metafisico!

Il nuovo ambientalismo non consiste nel difendere la natura come un altro da noi, ma di riconoscere le connessioni tra tutti i viventi che abitano il pianeta.
Non è più sufficiente costruire oasi e riserve e spazi di wilderness concepiti come qualcosa a parte rispetto all'essere umano e disponibile solo per un turismo mordi e fuggi, bisogna intervenire concretamente con quanto abbiamo vicino.

Esistono comunità vegetali e animali che non vivono sulla luna ma dietro a casa ed è lì che la buona amministrazione deve intervenire. O meglio in questo caso si potrebbe dire non intervenire, non rompere le scatole, e limitarsi a tirare su la monnezza che qualcuno particolarmente educato butta aldilà del recinto. (allego foto di materasso e sacchetti in plastica, vedasi la fotogallery)

Quello che sta facendo la gigantesca scavatrice nel famoso angolo è di sradicare le robinie che costituivano una barriera di rumore nei confronti della strada, scavare la torba del piccolo biotopo e impermeabilizzare il terreno buttandoci sopra una montagna di pietre di porfido e di terra dopo aver steso un bel naylon traspirante.

Lo scopo non so quale sia, forse realizzare un deposito di materiali edili? Ma nella zona artigianale ci sono spazi semivuoti; è proprio necessario?

Ho mandato le foto al comune di Laives e il caro Sindaco Bianchi responsabile anche dell'ambiente le ha cestinate. Seppi il vicesindaco è stato più educato, ha visto la mail e aspetto una risposta almeno da lui.

Ho voluto comunque spedire questo articolo al giornale per vedere se il problema è solo mio o se qualche altra persona si è finalmente stufata di parole e di frasi fatte sulla rivoluzione green e già che ci sono sulle Olimpiadi Invernali di Cortina e su altre spese assurde e assolutamente non indispensabili in questi anni di crisi e rovina.

Leggo da un articolo della “Lettura “ del Corriere della Sera che i cosidetti Sapiens “ hanno prodotto una quantità di prodotti tra i quali case, strade, mezzi di trasporto e suppellettili di plastica o altro materiale la cui massa è uguale a quella degli esseri viventi presi tutti insieme presenti sul pianeta. Per capirci meglio i numeri parlano di 1,1 teratonnellate (1 tera = 10^12) di massa antropogenica.
Si stima che tutti i pesci del mondo equivalgano all'incirca a New York.

Altra stima: nel 2050 negli oceani ci sarà più plastica che pesce e come nelle vignette con la canna da pesca tireremo su una bottiglia di plastica!
Se all'inizio del 900 quanto costruito dall'umanità equivaleva al 3% rispetto alla biomassa del pianeta nel 2020 abbiamo raggiunto la parità.

Vogliamo dare un piccolo contributo per fermare il caos visivo e morale in cui ci troviamo?

Impariamo a guardare ad un palmo dal nostro naso e a chiedere che l'attenzione dell'amministrazione si concentri prima di tutto su casa nostra.

Riccardo Di Valerio

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Christian I Sa., 10.04.2021 - 10:16

Quell'altra persona potrei essere io. Anch'io stufo marcio di belle parole "green" alle quali quasi mai seguono i fatti! E altrettanto stufo della mia stessa specie, definita "sapiens" ma che stranamente, unica specie su tutto il pianeta, utilizza il suo "sapere" per distruggere.

Sa., 10.04.2021 - 10:16 Permalink