Politik | Second hand

Immigrati dall'Austria

La "Zeit" racconta la storia dei rifugiati afghani che arrivano in Sudtirolo da Nord: le chance di ottenere asilo in Italia sono maggiori che negli altri paesi dell'UE.
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Foto: web

Mentre emergono i dettagli del piano “shock” del governo austriaco di Sebastian Kurz, che punta a esaminare le richieste di asilo al di fuori dei confini dell'Unione Europea, minacciando l'Italia con la “spada di Damocle” della chiusura del Brennero, è proprio attorno al valico di frontiera che si giocherà una delle principali partite tra i ministri degli interni europei riuniti giovedì a Innsbruck. “Se l'Austria vuole fare controlli, ha tutto il diritto di farlo: noi faremo lo stesso e a guadagnarci sarà l'Italia, perché sono più i migranti che tornano da noi che quelli che vanno da loro” ha dichiarato qualche giorno fa Matteo Salvini. In un ampio articolo pubblicato il 5 luglio sul sito del settimanale tedesco Die Zeit, il giornalista Bartholomäus von Laffert racconta la storia di due migranti afghani che hanno superato la frontiera dall'Austria verso l'Italia, giungendo a Bolzano. A fornire la loro testimonianza – tra l'insediamento di profughi sotto a ponte Virgolo e il parco della Stazione – sono Ali e Hussein (i nomi sono inventati) arrivati da una ventina di giorni in Sudtirolo.

Lavorare non basta

Nel 2015, percorrendo la “rotta balcanica”, i due rifugiati ventenni sono giunti rispettivamente in Alta Austria e Carinzia, presentando in loco la richiesta di asilo. Dopo un paio d'anni, nonostante entrambi abbiano trovato un'occupazione, le loro domande sono state respinte – con l'argomento che alcune regioni dell'Afghanistan sarebbero “sicure”. L'Austria, al contrario della Germania, non ha il sistema “3+2” che consente di svolgere un periodo di formazione professionale e praticantato prima di riesaminare la domanda d'asilo. Accanto alle numerose offerte per aiutarli a restare in Austria – una ragazza si è offerta di sposare Ali, un prete gli ha proposto di convertirsi – c'è la battaglia di alcuni imprenditori austriaci per mantenere sul posto di lavoro i propri apprendisti. Ma il governo di Vienna non sente ragioni: gli uomini afghani vanno respinti nel paese di provenienza. Chi arriva in Italia dal Brennero perché si è visto bocciare la richiesta d'asilo proviene dai paesi scandinavi, dalla Germania – e negli ultimi mesi soprattutto dall'Austria.

I due giovani afghani vogliono restare a Bolzano: per i rifugiati afghani in Italia le possibilità di ottenere lo status di protezione sono del 90%, molto più che negli altri paesi della UE. In Austria il 56% delle richieste viene bocciata. Ma sulla domanda di asilo in Italia pesa come un macigno il contestato principio sancito dal regolamento di Dublino – l'obbligo di presentazione nel paese di primo arrivo. Dovrebbero così ritornare in Austria, andando incontro al respingimento in Afghanistan. Un ping-pong disumano sotto i nostri occhi. Difficile credere che al vertice di Innsbruck qualcuno ci farà caso.

L'articolo completo su “Zeit Online”: Österreichs Flüchtlinge in Bozen.

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gorgias Mo., 09.07.2018 - 19:47

Non capisco come una persona che viene perseguito in Afghanistan può arrivare ai confini delle unione europea e essere ancora considerato come rifugiato.

Voler lavorare non basta per essere accolto come rifugiato e con tutti i disoccupati che abbiamo non servono altri lavoratori.
I stipendi non aumentano perché immigrazione è una tattica neoliberale per mantenere gli stipendi bassi. E poi ci sono tanti accademici di sinistra che vivono di questa narrativa del povero rifugiato a costo del semplice operaio.

Mo., 09.07.2018 - 19:47 Permalink
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Max Benedikter Di., 10.07.2018 - 09:33

Antwort auf von gorgias

Gli stipendi non aumentano per mille ragioni. In primis per l'atomizzazione e sconfitta della classe operaia, per la delocalizzazione, per la finanziarizzazione dell'economia globale.
Per favore! Se andiamo avanti di questo passo si dirà presto: Piove?! Extracomunitari ladri!

Di., 10.07.2018 - 09:33 Permalink
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gorgias Di., 10.07.2018 - 10:09

Antwort auf von Max Benedikter

Ci saranno mille fattori però la migrazioine è anche uno e negarlo non è onesto.
Come mai negli anni 70/80 la SPD era contro la reclutazione di "Gastarbeiter" con massimo esponente Helmuth Schmidt e la CDU/CSU erano in favore con Helmuth Kohl? Sara solo una coincidenza.
Non trovo neanche corretto di parlare di "extracomunitari ladri" Lei è xenofobo o che cosa vuole dire con questo?

Di., 10.07.2018 - 10:09 Permalink
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gorgias Di., 10.07.2018 - 19:18

>come dire, i rifugiati se li tengano gli stati vicini. totalitari quasi tutti, ma non conta. <
Sarebbe un buon principio che porta molti vantaggi.
1. Se la situazione nel paese di origine cambia è più falice ritornare.
2. Paesi vicini spesso hanno la stessa cultura/lingua un vantaggio per i rifugiati ad integrarsi.
3. Non si è autoamticamente rifugiato se si è in un paese "totalitare" ma se si viene perseguiti in quel paese. Se nò tutti gli abitanti di un paese "totalitare" dovrebbero essere riconosciuti come refugi. Non fa tanto senso.
4. Se le persone vengon collocate in paesi vicini non vuol dire che si possa dare sostenio in un altro modo.

>non sai cos'è un rifugiato, non sai cosa dice la convenzione di Ginevra. sei confuso. posti di lavoro non hanno niente a che fare con i rifugiati. <
L'Austria è un paese democratico che ha accolto un grande numero di persone, mettere in dubbio che non sono stati riconosciuti come refugi è molto disprezzativo e poco plausibile. Se non sono rifugiati allora non basta voler lavorare per ricevere asilo politico.

"ecco, la neue Weltverschwörung. Psicosi, raggazzo ! "
Invece di presentare in coppia la tua ignoranza e arroganza fatti un minimo dic cultura. Come inizio fatti un pensiero con quello che ho risposto a Benedikter. Magari se non sei tropo stulto sei anche in grado a migliorarti.

"e certo, anche la Convenzione di Ginevra fu scritta da "tanti accademici ..."
Le due persone non sono considerati refugi e con questo non ha niente a che fare con la convenzione di ginevra. Cosa però ha a che fare con la sinistra è l'ideologia del refugee welcome, del no border, dell sono tutti poveracci e "santi". Questa è l'arroganza del paternalismo di sinistra che non riesce a vedere nei migranti delle persone responsabili per le loro azioni, ma invece credono anche inconscientemente nel mito ottocentesco del buon selvaggio che è buono e ogni suo malessere è stato causato dal contatto con la civiltà.
è una sinistra che ha perso il proletariato e il lavoratore come classe sopressa e ne va a ricerca di un surrogato volendo far venire mezzo mondo in Europa disegnandoli tutti di vittime e non di persone che in una gran parte vanno in cerca di avventura e di consumo nei paesi sviluppati.
L'Europa è l'unca regione sviluppata nel mondo che accoglie cosi tante persone con un minore standard di vita, pero però cosi causa danni sia a loro che vengono con idee false e perdono preziosi anni di vita, ai paesi di origine che manca la forza lavorativa per sviluppare il paese, poi la creazione di un business della immigazione illegale e a noi perchè portano costi per i sistemi sociali e contribuiscono alla creazione di una socientà parallela senza aderire i principi di democrazia e diritto.

Il barbaro è quello che distrugge le risorse di una cultura invece di mantenerle e svilupparle. Il barbaro è un postrazionalista come te che si fa tante arie.

Di., 10.07.2018 - 19:18 Permalink