La scuola che non c'è

Da 15 anni i verbali dei consigli di classe delle scuole (tedesche) frequentate dai miei figli continuano a regalarmi momenti di triste ilarità.
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L'ultimo, di qualche giorno fa, ribadisce che il dirigente e gli insegnati sollecitano i genitori a ricordare ai figli di parlare in tedesco durante la pausa.

Da 15 anni, dunque, provo tristezza, per i miei figli, certo, ma soprattutto per i bravissimi insegnanti e i dirigenti costretti a lavorare in una scuola che ha scelto di diventare anacronistica, rifiutando di mettersi al passo coi tempi. L'Alto Adige Südtirol, nel 2013, dovrebbe offrire ai propri cittadini una formazione quantomeno trilingue che consenta loro di poter essere davvero (e finalmente) cittadini del mondo.

La scuola trilingue poi, specie nelle principali città, dovrebbe costituire una realtà fin dalle materne e non limitarsi ad essere una mera eventualità universitaria.

I cittadini, e ancor più le nuove generazioni, sono più avanti dei nostri politici, che ancora continuano a centellinare ore di immersione, sperimentazioni, scambi linguistici.

Bambini e ragazzi la scuola plurilingue la fanno nei cortili e delle palestre e un po’ fanno tenerezza questi baluardi dell’apprendimento che si appellano a noi genitori affinché indichiamo ai nostri figli quale lingua parlare tra di loro.

Il M5s guarda al modello ladino, dove l’apprendimento delle lingue è paritetico e proiettato oltre confine: dobbiamo al più presto introdurre la scuola trilingue (italiano tedesco e inglese)!

E poi in cortile i bimbi parlino pure dialetto, se ne avranno voglia: è un grande patrimonio culturale che deve essere difeso e diffuso.

M. Teresa Fortini

M5s AA-S