Miseria e nobiltà

Una favola senza lieto fine
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"Una favola senza lieto fine"

Correva l'estate del 2013 e, sotto un sole cocente, il Palatennis del regno ospitava quotidianamente le gesta atletiche di quasi 500 ragazzi. 

Il suddito USSA, che dal 1993 si prendeva cura della struttura che assicurava momenti da ricordare alle nuove leve del regno, vegliava tranquillo su dritti, rovesci, vittorie e sconfitte dei ragazzi, del tutto ignaro di quanto stava per accadere. 

Nelle fresche sale del Palazzo del Regno, infatti, il Principe, circondato dai suo più fidati consiglieri, stava preparando l'editto che

avrebbe tolto il sorriso dal giovane USSA. 

L'editto altro non era che il bando di gara per l'assegnazione delle strutture sportive per i tre anni successivi.

Quando l'araldo annunciò la prima gara, il giovane USSA non si trovava nelle condizioni di poter partecipare: per potervi prendere

parte avrebbe dovuto avere il consenso dei suoi "saggi" che, ahilui, avevano da poco terminato il loro mandato. 

USSA fece presente la cosa al Principe, inviato un'apposita missiva. 
Ciononostante il regnante dopo aver lasciato il Palatennis privo delle amorevoli cure del suo custode, fece indire un'ulteriore gara che, per fortuna di USSA, sì come la prima, andò deserta. 

USSA riuscì allora ad eleggere nuovi saggi e, con un ulteriore missiva, avvisò il Principe di essere nelle condizioni di riprendersi cura delle care strutture sportive, come e meglio di prima. 

Non sapeva però il generoso custode che all'interno del Palazzo, nel frattempo, qualcosa s'era mosso; il "Vice Principe" aveva infatti deciso di cogliere la palla al balzo (il "Vice Principe" sapeva come rimanere in tema...) cercando di cedere il Palatennis a chi, nei contadi vicini, magari avrebbe potuto offrirgli un rapido tornaconto in un giorno (il 27 Ottobre 2013) a lui molto caro.

Cavalcò, allora, il Vice Principe, e il suo destriero si fermò nel vicino contado confinante (Rungg Maso Ronco) e lì, preso in disparte uno dei suoi sudditi migliori, offrì a questi la gestione del caro Palatennis, ormai divenuto pura merce di scambio. 

Il suddito, però, rimase spiazzato e basito dall'offerta ricevuto e subito obiettò che, avendo già un Palatennis da accudire, non avrebbe potuto dedicare alla nuova strutture che qualche sporadica ora settimanale. 

Il Vice Principe ebbe allora una nuova trovata per dare forma al suo piano. Risalì in sella al suo destriero e corse ad offrire il

Palatennis al suddito SSV che di certo non aveva altre strutture a cui badare. 

Certo SSV era anche assolutamente inesperto, privo di maestri che potessero assicurare la crescita dei tennisti in erba e, dettaglio 

insignificante (ma solo agli occhi del Vice Principe), senza alcuna iscrizione al Casato Nazionale Tennis. 

SSV, con il pensiero già proiettato ai lauti introiti derivanti dall'inaspettata regalia, comunicò che avrebbe accettato di buon grado. 

USSA venne a sapere dell'accordo e chiese subito un colloquio chiarificatore. 

Il colloquio ci fu, ma USSA non riuscì a trovare l'ascolto che credeva fortemente di meritare. 

Nel frattempo il Principe, ormai in balia della personalità del suo Vice attendeva un aiuto dai saggi del Palazzo per poter ufficializzare la decisione che avrebbe deciso per sempre il destino del Palatennis. 

Furono settimane terribili: l'aria nel Palatennis era carica di tensione. I ragazzi si allenavano nervosi e i genitori, spaesati, continuavano a chiedere (e a chiedersi) che ne sarebbe stato dei loro figli. Anche i custodi, gli istruttori e la fidata scrivana

fremevano per l'incerta sorte che sarebbe toccata al loro posto di lavoro e, di riflesso, alle intere loro vite.   

L'attesa finì. 

Il principe strappo definitivamente ad USSA il Palatennis, assegnandolo a SSV. 

Il Vice Principe, gongolante, aveva raggiunto il suo obiettivo: non gli rimaneva che andare all'incasso, da lì a pochi giorni (il 27

ottobre 2013 ed molto, molto, molto vicino), degli auspicati favori attesi da SSV.  

USSA era rimasto solo. 

I ragazzi erano rimasti soli. 

Ed il Principe, che in fondo era stato nuovamente piegato dall'astuzia del suo Vice, beh, aveva meritato di rimanere solo

Iragazzi dell'USSA 

(Mirko De Giuli)

 

 

 

 

 

I ragazzi dell'USSA