Gesellschaft | Cooperative sociali

Felix, dalla Nigeria alla coop Oasis

Il ventenne Ibrahim lavora nel progetto della cooperativa sociale. “Amo Bolzano, la gente è simpatica e i colleghi mi aiutano. Ora studio per fare l’elettricista”.
Hinweis: Dies ist ein Partner-Artikel und spiegelt nicht notwendigerweise die Meinung der SALTO-Redaktion wider.
oasis_cooperativa_sociale.jpg
Foto: Oasis cooperativa sociale

“Bolzano mi piace, qui c’è tutta la mia vita e la gente è simpatica. Io voglio fare l’elettricista, il lavoro che stavo imparando in Nigeria”. Felix Ibrahim, 20 anni, originario del sud della Nigeria, è in Italia dal 6 febbraio 2017, il giorno in cui è arrivato in Sicilia, spostandosi poi a Bolzano il 6 maggio successivo. Dal settembre dello stesso anno è in forza alla cooperativa sociale Oasis, la realtà di Bolzano che ha una novantina di dipendenti e si occupa di inserimento lavorativo.

Dopo essere approdato alla cooperativa per un periodo di volontariato tramite il contatto della Caritas, Felix sta proseguendo con un progetto lavorativo di quasi un anno. Svolge attività diverse - giardiniere, barista, operatore ecologico - per imparare e costruirsi un buon curriculum. Ma il suo sogno rimane la professione artigianale tecnica, per la quale ha studiato due anni in una scuola in Nigeria. “Voglio fare l’elettricista, anche se mi piace molto il lavoro del giardiniere” racconta il giovane, da subito in buoni rapporti con i colleghi della cooperativa che ha sede nel quartiere Piani-Rencio di Bolzano ed è diretta da Giulia Failli.

88 persone lavorano in Oasis: Sono soprattutto ultra 50enni, magari con storie di difficoltà alle spalle, che faticherebbero a trovare collocazioni alternative.

“Ci occupiamo - spiega la responsabile - di reinserimento lavorativo, essendo una cooperativa sociale di tipo B. Attraverso una serie di attività produttive offriamo opportunità di lavoro a persone cosiddette “svantaggiate”, segnalateci dai servizi sociali sul territorio”. La coop collabora con il Sert (Servizio per le dipendenze), l'associazione Hands, il CSM - Centro Salute Mentale, Sil, e l‘Uepe - ufficio di esecuzione penale esterna. “I servizi che offriamo sul mercato - continua Failli - vanno dal giardinaggio alla gestione dei bar delle case di riposo, passando per l’allestimento di strutture removibili, come le casette del mercatino di Natale di Bolzano, la pulizia delle strade, dei cortili, lo sgombero neve, la gestione di impianti sportivi”. In Oasis lavorano 88 persone, in gran parte dipendenti a tempo indeterminato o determinato. Sono soprattutto ultra 50enni, magari con storie di difficoltà alle spalle, che faticherebbero a trovare collocazioni alternative. “Abbiamo una grossa fetta di attività sul mercato e poi una parte di contributo pubblico. Il nostro fatturato è di circa 2 milioni e 100.000 euro”, aggiunge Failli.

Per Felix Ibrahim la cooperativa ha costruito un progetto specifico di integrazione sociale, lavorativa e scolastica 

Accanto all’attività “consolidata”, per il reinserimento di persone in difficoltà, Oasis affianca progetti particolari. Come quello che riguarda Felix. “È venuto da noi attraverso la Caritas - racconta la direttrice -, perché non voleva stare nel progetto di accoglienza con le mani in mano. È stato con noi due mesi a svolgere attività di volontariato, sempre affiancato da un nostro collega, e si è occupato della raccolta delle foglie nei cortili condominiali. Ci siamo accorti che è volenteroso, che si dà molto da fare, che ha instaurato immediatamente relazioni positive con tutti, abbiamo pensato di proseguire assieme”.

Vista l’intesa con il giovane richiedente asilo e le doti dimostrate, Oasis ha deciso di investire in lui. “Abbiamo destinato parte delle risorse dell’avanzo di gestione per un progetto specifico di integrazione sociale, lavorativa e scolastica”, spiega la responsabile. Da febbraio, e fino a dicembre, Ibrahim è dipendente della coop e sta imparando le mansioni di giardiniere, barista e operatore ecologico. “Così si costruisce un buon curriculum - precisa Failli - e abbina anche tutti i corsi sulla formazione e la sicurezza”.

Accanto al percorso professionale, Felix sta studiando. Frequenta le medie serali e si prepara all’esame finale. A Bolzano, racconta, ha tutta la sua vita. Dalla Nigeria è dovuto scappare perché essendo cristiano soffriva le persecuzioni religiose. “Nel mio Paese - afferma - è difficile, ci sono tanti problemi. Qui invece la gente è simpatica, non è razzista come in altre parti d’Italia: ho amici che vivono altrove e mi raccontano cose brutte. Anche i colleghi qui a Oasis mi aiutano, sono sempre simpatici. Mi dicono cosa è meglio per me: “studiare”.