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La solidarietà che tiene unita l'Unione

Si chiama Corpo Europeo di Solidarietà quello che, anni fa, era il Servizio Volontario e, ad oggi, coinvolge 6 giovani altoatesini. Parla Lisa Modena, ora in Portogallo.
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Foto: (c) pixabay

“La solidarietà è il collante che tiene insieme l’Unione”. Con queste parole, pronunciate da Jean-Claude Juncker nel discorso sullo stato dell’UE 2016, ha preso vita il Regolamento che, nell’ottobre 2018, ha permesso l’istituzione del Corpo Europeo di Solidarietà. “Entrando volontariamente a far parte del CES questi giovani potranno sviluppare le proprie competenze e fare un’esperienza non solo lavorativa ma anche umana senza pari” aveva evidenziato ancora Juncker. Il progetto comunitario mira a dare la possibilità ai giovani di contribuire a migliorare alcuni aspetti della società e, allo stesso tempo, potenziare le proprie capacità lavorative e non solo. La durata dell’attività, rivolta ai cittadini di età compresa tra i 18 e i 30 anni, va dalle sole 4 settimane a 12 mesi e può essere svolta in uno dei Paesi membri dell’UE, ma anche all’interno dei Paesi di vicinato.

Come ha spiegato a Salto.bz Lucia Rizzieri, referente dell’Ufficio Servizio Giovani della Provincia di Bolzano, l’unico ente locale accreditato per consentire agli interessati di vivere l’esperienza di volontariato europeo: “Chiunque desideri cogliere questa opportunità può rivolgersi a noi via mail o telefonicamente. A settembre sono stati 6 i giovani altoatesini che hanno cominciato la loro esperienza rispettivamente in Germania, Portogallo, Spagna e Svezia; presto un giovane sarà anche in Bulgaria”. Abbiamo parlato con una di loro: Lisa Modena, 19 anni, volontaria in Portogallo.

L’intervista

 

Salto.bz: Lisa, quale percorso ti ha portata a diventare parte del Corpo Europeo di Solidarietà?
Lisa Modena: Conclusi gli studi all’indirizzo musicale del Liceo Pascoli di Bolzano non avevo idea di che cosa andare a studiare e neppure se iniziare, o meno, a lavorare. Per questa mia scelta è stata determinante la presentazione del progetto fatta a scuola e, così, ho deciso di provare a fare questa esperienza di 7 mesi a Figueira da Foz; un periodo che, grazie a ulteriori fondi, è stato possibile allungare di un altro mese.

Anche se sono solo 2 mesi che ti trovi in Portogallo, pensi che il tuo rapporto con l’Unione Europea sia cambiato grazie a questa esperienza?
Senza dubbio si evolverà, ma ho scelto di prendere parte a questa iniziativa proprio per “aprirmi la mente”, per vedere le abitudini di altre persone. Vivere in un luogo è diverso che farci solo le vacanze e, questa esperienza, aiuta senz’altro ad avere una visione e una cultura europea più ampia.

È un’opportunità che ti cambia e che rimarrà per tutta la vita, aiuta ad avere una visione e una cultura europea più ampia

Per quale organizzazione stai svolgendo volontariato e quali sono le tue mansioni?
Ora sto collaborando con l’associazione Bloom, che ha un centro di equitazione, “Cavallo amico”, che lavora con ragazzi con disabilità utilizzando l’ippoterapia. Inoltre aiuto anche ragazzi con i bisogni educativi speciali. Devo dire che l’ambiente che si è formato è molto famigliare. Come da accordi, mi vengono garantiti 2 giorni di riposo a settimana e, in più, 2 giorni al mese di vacanza, che non sto sfruttando in vista delle festività natalizie.

Credi che questo genere di esperienza debba essere presa in considerazione anche se, concluse le scuole superiori, si hanno idee chiare su che cosa andare a studiare?
Dico di sì. È un’opportunità che ti cambia e che rimarrà per tutta la vita. Si legano delle relazioni che rimangono nel tempo, e si viene a creare una rete di relazioni europee che può arricchire.
Se una persona ha già chiaro che cosa andare a studiare, entrare nel Corpo di Solidarietà può aiutare ancora di più. Oltre ad aver imparato nuove competenze, personalmente credo che l’esperienza svolta fin qui mi abbia fatto porre delle domande sul mio futuro lavorativo; bisogna aver voglia di mettersi alla prova.