Politik | Bolzano 2016

Caramaschi unica strada per ‘ricucire’ il centrosinistra?

Ieri il candidato sindaco di Bolzano ha incontrato gli ex consiglieri comunali di sinistra. Margheri: “il PD decida cosa vuole fare”.

L’atteso incontro della sinistra bolzanina con il candidato sindaco Renzo Caramaschi ieri ha visto una folta partecipazione. Tra i presenti oltre all’ex assessore Luigi Gallo e l’ex presidente del consiglio comunale Guido Margheri, hanno fatto la comparsa il deputato Florian Kronbichler, responsabili di associazioni come Roberto D’Ambrogio, le animatrici dell’associazione Scioglilingua ed anche sindacalisti come Doriana Pavanello

Il lungo incontro (più di 4 ore) si è svolto come una sorta di question time. I presenti infatti non si sono infatti limitati ad ascoltare l’autopresentazione di Caramaschi e le linee generali della sua proposta di programma di centrosinistra, mettendo invece sotto torchio il candidato sindaco con numerose domande. 
L’ex city manager del comune ha insistito sul profilo indipendente della sua candidatura a sindaco ed è stato subito incalzato dai presenti che gli hanno chiesto, allora, di farsi garante di un quadro e della tenuta dello stesso, dopo le pericolose oscillazioni della coalizione di centrosinistra nell’ultimo periodo di Spagnolli sindaco. La risposta in merito di Caramaschi è stata confortante per i presenti. 

“La mia candidatura nasce dalla mia speranza di essere utile proprio per questo motivo qui”

Subito dopo Caramaschi e la sinistra bolzanina hanno iniziato a confrontarsi sui temi. 
Ci sono state significative convergenze su alcuni punti programmatici” hanno riferito i presenti, rilevando che “si sono registrate anche divergenze”, che però non hanno spaventato la sinistra  (“è abbastanza fisiologico, si tratta di differenze di sensibilità che si possono governare, se vi è comunque la garanzia di una comune direzione di marcia”). 

Caramaschi ha ricordato le cose positive fatti a Bolzano negli ultimi anni. Scelte urbanistiche con la regia pubblica, il progetto per l’areale, la questione del piano strategico da costruire e adeguare con la città. E poi altre scelte culturali e la difficile impostazione dei rapporti con i privati ma con regia pubblica. In merito a quest’ultimo punto, riferiscono i presenti all’incontro, fortissima è stata la critica di Caramaschi alla legge provinciale sull’urbanistica
Si è quindi parlato di difesa dei servizi pubblici, di trasporti, anziani ed anche dei “tagli alla cultura impoveriscono la qualità della vita nei quartieri”. E quindi della sicurezza, per la quale Caramaschi ha ribadito di ritenere che la soluzione vera, in merito, è quella di “far vivere la città, puntando su cultura e servizi”. 

Dopo il dibattito sui temi, nel corso dell’incontro tra la sinistra bolzanina e il candidato sindaco Caramaschi si è tornati a parlare del quadro politico. 
L’incontro era stato scherzosamente intitolato ‘Ricucire la città’ e come simbolo era stato per l’appunto scelto un rocchetto di filo (rosso) con tanto di ago. Una metafora volta descrivere l’attuale fase politica a Bolzano come una “situazione di forte tensione, disgregazione e forte diminuzione della coesione sociale”. Insomma: “un tutti contro tutti in cui la mancanza di un governo pubblico rischia di far degenerare i problemi e facendo subentrare una situazione di emergenza”. 

A rincarare la dose è Guido Margheri, uno degli organizzatori dell’incontro. 

“E’ evidente che oggi il vero problema che emerge è legato alle ambiguità del PD. Il Partito Democratico vuole davvero fare una proposta forte anche in relazione all’attuale scarsa credibilità della politica? Si crede sul serio che occorra discontinuità rispetto alle scelte sciagurate che hanno provocato la rottura negli ultimi mesi?”

Margheri è durissimo e chiama in causa anche Palazzo Widmann: “in realtà è diverso tempo che in realtà è atto un vero tentativo di commissariamento da parte del presidente della giunta provinciale”. Per l’ex presidente del consiglio comunale di Bolzano “se è vero che oggi si pone un problema di riassetto dell’autonomia provinciale è anche giusto che che ci sia un centrosinistra che orgogliosamente punti al recupero dell’autonomia del capoluogo”. 

Insomma: per poter fare una coalizione bisogna innanzitutto vedere se c’è un quadro condiviso. Perché - sostiene ancora Margheri - “è evidente a tutti che se non c’è una proposta politica forte, ad essere favorita è invece una situazione di scarsa partecipazione e quindi una sostanziale debolezza della città nei confronti dei poteri forti e del tentativo della provincia di trasformare il comune di Bolzano in una sorta di in-house”. 

Cosa succederà nelle prossime settimane?
Tutto dipenderà da come si svilupperà la relazione di sinistra e Caramaschi con il PD. Per SEL e Rifondazione il pericolo è che l’occasione venga sprecata, rigettando il centrosinistra bolzanino nella palude. 

“Dal PD ci dicono che ci sono questioni prioritarie, ma è vero solo in parte”, precisa Margheri. 

“Per l’aeroporto in realtà ci sarà un referendum, tutti saranno liberi di dire la loro e alla fine l’amministrazione provinciale prenderà atto. Per quanto riguarda il progetto Benko i frutti amari sono chiari a tutti. E il Virgolo è sinceramente discutibile come priorità.” 

Insomma: la ricetta della sinistra, sposata e anzi sostenuta in prima battuta da Caramaschi, è quella di uno sviluppo economicamente redditizio a Bolzano, ma portato avanti rispettando alcuni canoni ecologici e sociali. 
Nei prossimi giorni cruciali per la definizione del quadro saranno i tavoli programmatici del PD e lunedì e l’assemblea dei democratici altoatesini che si svolgerà lunedì prossimo 11 gennaio. Ai quali Margheri lancia il suo monito. 

“Chi nel PD porta la responsabilità della situazione deve sciogliere le sue ambiguità ed essere consapevole che se si dice no alla prospettiva politica di una nuova coalizione di centro sinistra legata ad una nuova fase, non esistono oggettivamente altre soluzioni e si apre la strada a dei pasticci. In cui da una parte si è schiavi dei poteri forti e delle logiche centraliste della provincia e dall’altra non si pongono freni alle ulteriori tensioni sociali causate dall’azione delle forze di destra.
Di questi tempi la destra non è in scintillante spolvero, però la loro azione e i loro veleni si sentono eccome nei quartieri.”