Wirtschaft | La mozione

“Cara Svp, facciamo squadra”

Team K incalza l’avversario politico perché venga modificata la legge provinciale “Finanziamento del turismo”. Tassa di soggiorno: “Airbnb & co. vanno messi alle strette”
Rieder, Köllensperger
Foto: Team K

Non è un mistero: Airbnb, la multinazionale dell’ospitalità privata attiva in circa 100mila città del mondo, a Bolzano fa faville. Basta dare uno sguardo al settore extralberghiero, dove il colosso della sharing economy la fa da padrone, per constatare un aumento di oltre il 240% del numero di esercizi, e un incremento del 133% per quel che riguarda i posti letto. Anche per le nuove forme di affitto, tuttavia, devono valere le stesse condizioni in vigore per gli affitti tradizionali.

Le attività ricettive riscuotono dai propri ospiti, come noto, una tassa di soggiorno, ovvero un contributo fisso, il cui costo varia da città a città. Le strutture siano esse commerciali o non (i classici agriturismi e affittacamere), hanno una cosa in comune: dispongono di una licenza all’attività emessa dal loro Comune. Come ricorda il Team K nell’equazione va considerato che c’è un numero sempre crescente di piattaforme di intermediazione, fra cui appunto Airbnb, che si inseriscono tra gli esercizi ricettivi e gli eventuali clienti e pur senza alcuna proprietà fisica degli alloggi offerenti il servizio di pernottamento sui loro siti web risultano essere di fatto strutture direttamente concorrenziali con quelle tradizionali. “Tramite queste società operanti sul web su scala mondiale, molti privati con disponibilità di appartamenti ricavano dei guadagni per effetto di locazioni di brevissima durata, spesso senza alcuna licenza comunale, non essendo più necessario passare, per esempio, per le associazioni locali del turismo per fare pubblicità alle proprie strutture al fine di riempire i propri posti letto”. I consiglieri provinciali guidati da Paul Köllensperger fanno inoltre notare che “l’elevatissima redditività proveniente dagli affitti brevi aumenta la pressione sul mercato degli affitti, con la conseguenza di veder sottratto un numero sempre crescente di appartamenti alla locazione ordinaria di lungo termine e a prezzi abbordabili. Questo fenomeno si materializza in un forte aumento del caro caso, complicando così non poco la vita ai residenti”. 

 

Quando è troppo è troppo

 

In una mozione che verrà discussa nella prossima sessione di lavori del consiglio la squadra di Köllensperger chiede, al fine di arginare la concorrenza sleale, di imporre ad Airbnb la responsabilità sul pagamento della tassa di soggiorno ai rispettivi comuni in modo da contribuire a far sì che gli host risultino in seguito in regola con le ottemperanze anagrafiche, le licenze e le tasse. Il modello di business online della “shadow economy”, insomma, va messo alle strette con più rigore. E dunque “cara Svp - dice il Team K rivolgendosi all’avversario politico - facciamo squadra e completiamo efficacemente di questo passaggio la legge provinciale esistente, in modo da non dover ulteriormente lasciarci sfuggire i proventi derivanti dalla tassa di soggiorno cui sarebbe tenuto anche un numero sempre più consistente di ospiti che per soggiornare da noi passano attraverso le piattaforme di Airbnb e simili. Pertanto, finiamola con questa buona volontà socialmente intollerabile di dover affidarci alla discrezione di tali host se adempiono o meno ai loro obblighi. Un Golia del turismo non dovrebbe aver gioco talmente facile di potersi trincerare dietro le sue attività espletate a livello mondiale e farla franca come un Davide della contribuzione tributaria nei rispettivi paesi di origine dei suoi ricavi - prosegue la forza politica d’opposizione - tant’è vero che di energie ne spende anche parecchie per battere ogni via giudiziaria immaginabile arrivando fino alla Corte di giustizia europea a tutela dei suoi ‘diritti’ contro ogni eventuale danno al proprio business che nella sua convinzione gli risulterebbero ove venisse costretto un giorno per davvero a dover onorare le rispettive leggi tributarie soprattutto di quei paesi in cui genera i ricavi più importanti, impuntandosi al pagamento di imposte locali e nazionali il più esiguo possibile”.

 Un Golia del turismo non dovrebbe aver gioco talmente facile di potersi trincerare dietro le sue attività espletate a livello mondiale e farla franca come un Davide della contribuzione tributaria nei rispettivi paesi di origine dei suoi ricavi

Team K auspica quindi un appoggio alla causa da parte degli albergatori altoatesini HGV “anche in un’ottica di offrire un ulteriore tassello per dominare il fenomeno del cosiddetto overtourism”; nonché un dibattito approfondito sul tema, soprattutto con i membri degli altri gruppi consiliari sensibili alle esigenze del turismo. Il motivo è semplice: “L’Alto Adige dovrebbe impegnarsi a mantenere un ruolo centrale e protagonista e non accettare la panchina dello spettatore condannato a vedere come il nostro territorio si trasforma sempre di più in teatro geografico di formidabile creazione di ricavi esorbitanti”.