Terra piatta
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Gesellschaft | Coronavirus

La terra è piatta

Scienza, pseudoscienza e fervore ideologico ai tempi della pandemia.

A osservare il dibattito sulla crisi sanitaria, cercando di allargare lo sguardo anche su canali e siti di informazione alternativi, c’è da domandarsi se e in che misura la rivoluzione scientifica della modernità abbia veramente permeato la nostra cultura. La marea crescente di teorie cospirative e puro e semplice negazionismo sta inondando blog, forum e social media con veemenza e pervasività senza precedenti.

Il nemico prescelto di questo nuovo oscurantismo, va da sé, è la virologia. Posto che la scienza, per sua stessa definizione, è una disciplina aperta, in continua evoluzione e priva di certezze dogmatiche (a maggior ragione di fronte a un fenomeno almeno in parte sconosciuto), ciò che la contraddistingue è il principio di realtà. Una teoria scientifica cerca di spiegare un fenomeno nella sua oggettività. Che le implicazioni della teoria possano risultare scomode, inquietanti o persino dirompenti, per gli scienziati che ne attestano la fondatezza è del tutto irrilevante.

Il nemico prescelto di questo nuovo oscurantismo, va da sé, è la virologia

Ebbene, la stragrande maggioranza dei virologi del pianeta (se facessimo una scrematura per spessore accademico arriveremmo probabilmente all’unanimità) ritiene che i meccanismi di trasmissione del Covid-19 siano ormai scientificamente noti. Preso atto dell’immane catastrofe lombarda, è precisamente sulla base di queste conoscenze (e delle indicazioni del comitato tecnico-scientifico appositamente istituito) che il governo ha deciso di adottare le misure di contenimento che destano tanto scandalo. Perché l’indignazione? D’un tratto, la santa libertà di movimento individuale (e la santissima libertà di impresa e di profitto) vengono subordinate all’interesse collettivo, come peraltro esplicitamente previsto all’articolo 16 della Costituzione proprio nel caso di emergenze sanitarie. Per i sacerdoti del liberalismo e i loro devoti discepoli, un sacrilegio senza precedenti. E come spesso accade quando un dogma di fede viene svelato per quello che è, il fedele vi si aggrappa con crescente fervore. I morti di Bergamo? Cifre gonfiate dai media mainstream. Le curve esponenziali di contagio in assenza di provvedimenti restrittivi? Falsità propagandate ai fini del controllo sociale. Le scuole vanno chiuse perché bambini e adolescenti contagiano i genitori? Menzogna diffusa dagli accademici di regime. Ventimila morti in poche settimane? D’ansia chiusi in casa ne muoiono di più. In Cina ne hanno salvati milioni e adesso a Wuhan si esce di casa? Pura propaganda, schifosi comunisti.

C’è da sperare che il governo abbia la forza sufficiente per tenere la barra dritta

Naturalmente, il governo Conte è oggetto di strali feroci e vituperi d’ogni tipo. Secondo chi grida allo Stato di polizia, la Giunta composta da PD, M5S e Liberi e Uguali, con la complicità di Sergio Mattarella, avrebbe deliberatamente fomentato il panico per poi giustificare l’adozione di misure illiberali e totalitarie. In perfetto sincronismo con la totalità dei governatori regionali (eletti tra i partiti dell’intero arco istituzionale) e migliaia di sindaci, tutti impegnati come un sol uomo a svuotare la democrazia e a far crollare il PIL del 10 %. Che dire? A chi crede che la terra è piatta, nessun astronomo riuscirà mai a convincere del contrario.

C’è da sperare che il governo abbia la forza sufficiente per tenere la barra dritta, in questi giorni le pressioni di Confindustria per riaprire tutto sono enormi. Dopodiché, superata questa fase dovrà affrontare, assieme ai governi di tutti i paesi europei, una sfida globale ben più grande. Tra le tante illusioni evaporate in queste tragiche settimane, quella del libero mercato che avrebbe garantito benessere a tutti di qui all’eternità rischia di crollare in un unico, immenso boato. O verrà riaffermata anche in economia la preminenza dell’interesse collettivo su quello privato, spezzando il paradigma liberista che ha sorretto le nostre società per decenni, o si metteranno in conto conseguenze mai conosciute in secoli di civiltà.

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Karl Gudauner Fr., 10.04.2020 - 17:44

L'enfasi nella stigmatizzazione delle limitazioni alla libertà di circolazione a causa del corona virus ha l'effetto subdolo di suggerire che prima nella nostra società non eravamo soggetti a condizionamenti. Ecco allora che il prima - che sarà anche il dopo - viene dipinto nella nostra immaginazione come habitat ideale. Ciò ci stimola a desiderarlo ed a rincorrerlo e ad immedesimarci nelle richieste di ritorno alla normalità. A prescindere da questa riflessione sui meccanismi di funzionamento della comunità ritengo comunque condivisibile tali richieste. Già da adesso bisogna prefigurare la fase due. Ciò comporta la valutazione, per tipo di impresa, di attività e di contesto territoriale scenari di ripresa dell'attività economica, definendo tasselli circoscritti, in cui si riesca a circoscrivere al minimo in rischio della diffusione e della ripresa dei contagi.

Fr., 10.04.2020 - 17:44 Permalink