Politik | Ricorso alla Consulta

La toponomastica è un falso problema

E' questa l'opinione largamente condivisa che abbiamo raccolto facendo un sondaggio in facebook. Contribuite anche voi nel dire la vostra.
reschenbahn_kofler-knoll.jpg
Foto: Sud-Tiroler Freiheit

Il governo ha deciso di non ritirare il suo ricorso alla Corte Costituzionale contro la legge provinciale sulla toponomastica. 
Ma... la toponomastica è ancora un tema reale per gli abitanti dell'Alto Adige oppure "cadavere politico", come lo ha definito su Alto Adige Paolo Campostrini?
Abbiamo lanciato il sasso nello stagno di facebook ed abbiamo raccolto un po' di opinioni che vi riportiamo, rilanciando anche a voi lettori l'invito a dire la vostra, commentando questo articolo. 

Per Vanja Zappetti la questione "è una delle più inutili, faziose, strumentali e pericolose", per lo meno fino a quando gli italiani continueranno a chiamare Londra London e Stoccolma Stockholm. Andreas Perugini (M5S) dal canto suo dà ragione a Zappetti e, per una volta, anche al governo, invitando anche l'SVP a "smetterla di alimentare tensioni etniche a fini elettoralistici" e ricordando che "durante il fascismo è stata imposta una sola lingua ed ora la stessa logica non può essere riproposta, seppur rovesciata".
Per Flavio Pintarelli sarebbe invece meglio che i cartelli in montagna venissero posti "dove servono e in maniera logica", ed in ogni caso è sua opinione che "la toponomastica è una questione inutile sbandierata da una parte e dall'altra quando si ha bisogno di consenso". Renato Palaia considera senza mezzi termini quello della toponomastica un "non problema", nel senso che "la sua incidenza sulla qualità della vita in Sudtirolo è veramente trascurabile così come sulla convivenza concreta fra i gruppi etnici". Adelmo Carniato rincara la dose: "la toponomastica deve essere più comoda possibile, oggi avere turisti romani a Brunico fa comodo e pazienza, se non la chiamano Bruneck". 
Massimo Marocchio plaude anch'egli l'azione del governo, ritenendo che "abbiamo altre tematiche più importanti da risolvere, come ad esempio quelle inerenti al lavoro e all'istruzione". 
Cristina Padovani, originaria di Milano, vede la questione della toponomastica come un mezzo "per mantenere le distanze tra i gruppi linguistici", apportando "sia voti che discordia". Per lei "i cittadini dell'Alto Adige sanno vivere gomito a gomito e sanno aiutarsi tutti, come dimostrano i contesti di vicinato". 
Solo Bosky dal canto suo riporta la fotografia di un cartello segnaletico in montagna, dove l'unica scritta a non essere stata cancellata è quella in lingua inglese. "Che sia una premonizione?" si chiede.
Daniela Rossi Saretto dice senza mezzi termini che "tutto ciò che divide e, quindi, anche la toponomostica, non è una priortà". 
Ingrid Postingel Raffeiner col suo intervento in qualche modo sintetizza i precedenti commenti. "Ich hätte überhaupt kein Problem damit, alle Hinweisschilder in beiden Landessprachen - oder in den ladinischen Gebieten auch in 3 Sprachen - zu lesen. Nur 1 Sprache zu benutzen, welche das auch immer wäre, heißt an der Realität unserer Heimat vorbei zu leben. Und mit Heimat spreche ich wieder alle 3 Sprachgruppen an".

Su facebook il dialogo procede, sviluppandosi anche su versanti più tecnici e storici, come la valutazione del ruolo reale avuto da Tolomei... 

Bild
Profil für Benutzer pérvasion
pérvasion Mi., 10.07.2013 - 11:21

Il piccolo dettaglio è che la legge approvata non solo dall'SVP, ma anche dal PD con l'astensione dei Verdi avrebbe soprattutto reintrodotto a livello ufficiale la toponomastica «storica» tedesca e ladina, lasciando pochissimo margine all'abolizione di qualche toponomo inventato da Tolomei, mantenendoli praticamente tutti. Quindi, chi si oppone a questa legge (non a caso approvata, appunto, assieme al PD con l'astensione dei Verdi) si oppone a un'interpretazione molto blanda e in definitiva anche alla reintroduzione della toponomastica «tedesca» e «ladina». Complimenti.

Mi., 10.07.2013 - 11:21 Permalink