Gesellschaft | Barometro Afi-Ipl

Ricchi e poveri, troppa disparità

Per l’81% degli altoatesini il divario tra benestanti e no è “molto elevato”. Colpa delle “politiche di Stato e Provincia”. La richiesta: più potere alle donne.
ricchi poveri
Foto: Pixabay

L’81% dei lavoratori altoatesini intervistati ritiene che in Alto Adige esista un elevato divario tra ricchi e poveri. Di chi è la colpa di tale disparità, secondo questa fetta di popolazione? Di Stato e Provincia, ovvero delle istituzioni nazionali e locali con le loro politiche che impattano sull’economia. La disuguaglianza - specie nella delicata fase che si è aperta con la ripresa dopo l’emergenza Covid - è quindi un tema sentito dai cittadini. Una priorità su cui può reindirizzarsi la politica. Questo quanto emerge dall’edizione estiva del Barometro Afi-Ipl

 

Istituzioni, salari e fisco sotto accusa

 

L’Istituto promozione lavoratori nel suo sondaggio telefonico nei confronti di 500 dipendenti, rappresentativi per l’Alto Adige - rilevazione condotta su base periodica - ha chiesto alle lavoratrici e ai lavoratori in Alto Adige un giudizio sulle disparità economiche in Alto Adige, sulle sue le cause e le potenziali linee di intervento per arginare il fenomeno.

In Alto Adige, è quanto emerge, le differenze tra chi ha poco e chi ha molto sono indicate dalle lavoratrici e dai lavoratori dipendenti intervistati “molto grandi” nel 31% e “abbastanza grandi” nel 50% dei casi

 

Giustizia sociale dimenticata

 

Come causa principale del divario tra poveri e ricchi il 29% dei lavoratori dipendenti altoatesini identifica le politiche locali e nazionali. Evidentemente molti sono dell’avviso che le politiche economiche considerino troppo poco aspetti di giustizia sociale. Il 26% vede in una politica salariale sbagliata il motivo di disparità. Il 21% dice che il sistema fiscale attuale favorisce il crescente divario economico della società piuttosto che attenuarlo.

 

Più politiche per le donne

 

Ecco le opinioni sulle soluzioni per contrastare le disparità: la più richiesta dalle lavoratrici e dai lavoratori dipendenti è la garanzia di una solida istruzione di base e di una formazione permanente (il 71% degli intervistati giudica questa misura come “molto efficace). Segue una più forte partecipazione delle donne nei processi decisionali (68%). La creazione di posti di lavoro di buona qualità viene auspicata dal 54%. Un sistema fiscale progressivo in combinazione con trasferimenti sociali viene visto di buon favore dal 50% degli intervistati.

“Auspichiamo che la crisi da Covid-19 non alimenti inutilmente la lotta sulla distribuzione sociale delle risorse - conclude il presidente Afi-Ipl Dieter Mayr -. La cosa può senz’altro essere evitata se i decisori riconoscono l’alto valore della pace sociale”.