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Visionario e folle Delbono

L’attore ligure torna al Teatro Comunale di Bolzano con due nuove produzioni che parlano di dolore, gioia e amore.
La Gioia, Pippo Delbono
Foto: Luca Del Pia

Si apre un nuovo capitolo al Comunale di Bolzano, con l’inizio della seconda parte di stagione. E per ricominciare lo Stabile propone due spettacoli di Pippo Delbono genio visionario e lirico del teatro italiano. Due titoli brevi e assertivi “La Gioia” e “Amore”, per due produzioni che come sempre mescolano poesia, lirismo, autobiografia e storia. Entrambi gli spettacoli sono prodotti da Emilia Romagna Teatro – Teatro Nazionale e saranno messi in scena tra il 12 e il 16 gennaio al Comunale di Bolzano.

Il primo spettacolo, “La Gioia”, è legato a doppio filo alla scomparsa dell’attore Bobò, anima del teatro di Pippo Delbono, liberato dal manicomio di Aversa e restituito al teatro come partner fedele di Delbono sul palcoscenico. La gioia di cui parla l’attore ligure è stordimento, è assenza di dolore, la possibilità di sconfiggerlo. Così lo spettacolo si dipana in un vortice di suoni, immagini, movimenti, balli che si fondono con la magia del circo, i colori dei clown e la malinconia del tango, in una girandola di immagini, storie personali, stati d’animo, lungo il viaggio sempre unico di un racconto semplice ed essenziale. A creare questo variopinto mosaico concorrono le musiche di Antoine Bataille, Nicola Toscano e lo stesso Delbono, le luci di Orlando Bolognesi, i costumi di Elena Giampaoli e l’esplosione floreale creata da Thierry Boutemy.

 

 

“Amore” nasce invece in Portogallo, che Delbono descrive come un luogo caratterizzato da un immaginario malinconico e struggente, altamente poetico. Nella sua cultura, musica e poesia, si mescolano la passione, la nostalgia e l’ombra della morte. Ma soprattutto è un paese dove sembra più lontana la minaccia della diffidenza, del razzismo e regna invece una profonda apertura all’accoglienza. Nel costruire il suo spettacolo Delbono ha in mente diversi riferimenti culturali tra cui i versi di Pessoa, le parole di Tabucchi, García Lorca, ma soprattutto la tradizione musicale del fado. Struggente, lirico e sublime, il fado cuce assieme visioni, azioni e parole di Delbono e della sua compagnia. Il canto, la voce e la musica degli artisti portoghesi Miguel Ramos, Aline Frazão, e Pedro Joia diventano elementi essenziali in scena.
«Il titolo Amore non vuole avere niente di retorico, è piuttosto il punto attuale di una ricerca iniziata tanto tempo fa» spiega Delbono «Siamo sempre alla ricerca di amore, tutti, alla ricerca dell’Amore: si passa faticosamente attraverso le tante vicissitudini dolorose che la vita riserva e a guidarci è forse proprio quella instancabile ricerca».