Gesellschaft | La giornata in programma il 12 aprile

«Mi piace perché è "volontariato alternativo". La voce di Maristella, uno dei ragazzi di Operation Daywork

I giovani si muovono, eccome. Operation Daywork è un'associazione senza scopi di lucro, organizzata completamente da studenti e studentesse delle scuole superiori altoatesine. L’associazione promuove un’iniziativa che combina l’impegno sociale dei più giovani ed il primo approccio combinato con il mondo del lavoro e la cooperazione allo sviluppo.

In Operation Daywork in sostanza ogni studente partecipante sostiene un progetto di cooperazione allo sviluppo attraverso i proventi di una giornata di lavoro. La giornata in questo 2013 coincide con il 12 aprile e Maristella Debertol è una dei ragazzi che partecipano quest’anno. Per lei si tratta della seconda esperienza. 

Come ti sei avvicinata ad Operation Daywork?
Un insegnante a scuola ce ne ha parlato. Un insegnante che ci teneva molto ed era collegato già al gruppo organizzatore. Ci ha spiegato come funziona e come si sviluppa nel dettaglio.

Perché ha suscitato il tuo interesse? 
E’ un’organizzazione che si occupa di volontariato in modo alternativo, senza fornire soldi. E’ una cosa più sentita: io lavoro e quel tempo è come se io l’avessi donato al progetto. Mette in connessione diretta quello che io avrei potuto guadagnare con la destinazione. E’ una cosa molto più moderna.

Quella dell’Operation Daywork 2013 è anche la tua prima esperienza di lavoro?
No, avevo già lavorato.

Qual è l’attività che hai scelto alla borsa di lavoro? 
Amando i bambini ho chiesto ad un asilo. L’anno scorso ho lavorato invece in una scuola elementare.

Che tipo di esperienza è stata la tua recente partecipazione all’incontro di coordinamento a Berlino?
Durante l’anno facciamo delle riunioni in cui discutiamo su come procedere per la definizione del progetto a cui destinare i proventi del nostro lavoro. Ci organizziamo anche a proposito delle azioni da mettere in atto per coinvolgere più studenti ed in generale i cittadini della provincia. Sia i ragazzi per partecipare che i negozi o le imprese perché siano più propensi ad offrire “posti di lavoro” in quel giorno. Da qualche anno si fa poi un Summercamp europeo dove alcuni rappresentanti di ogni stato si incontrano, quest’anno a Berlino, per identificare progetti sempre più vicini ai ragazzi e trovare un modo per catturare più attenzione. 

Quali i motivi della scelta di appoggiare il gruppo giovanile Adopt Srebrenica a Srebrenica, in Bosnia-Erzegovina e in particolare la scelta del tema annuale “Leggere la guerra per imparare la pace”?
Dopo quello che è successo con la seconda guerra mondiale si era pensato che un evento simile non sarebbe più potuto accadere. Quello che è successo nella ex Jugoslavia è stata invece una delle prove che può ancora accadere. Questi avvenimenti non bisogna solo studiarli ma occorre anche imparare da quello che è successo.

Quanti sono i ragazzi della tua scuola che partecipano all’Operation Daywork? E della tua classe sei la sola?
Alle Pascoli su 600 studenti siamo una quarantina e della mia classe non sono la sola.