Politik | Scenari futuri

A Bolzano torna la politica

Come sarà la prossima campagna elettorale? L'abbiamo chiesto a Filippo Maturi, coordinatore e stratega della Lega, deciso a rovesciare gli equilibri della città.
Elezioni
Foto: upi

La politica è figlia del tempo in cui vive, ne segue le anse (solo superficialmente il tempo è infatti interpretabile come una linea sempre visibile, il suo corso espone intermittenze), talvolta sembra scomparire, ma inevitabilmente ritorna. Così, dopo essere stata assorbita dalle esigenze della fase di emergenza, adesso possiamo tornare a parlare di elezioni amministrative, quelle che si terranno in autunno, mediante le quali alcune città si appresteranno a rinnovare i propri consigli comunali. La domanda che tutti si fanno è quando accadrà. In ballo ci sono due date: il 20 o il 27 settembre. La decisione non è stata ancora presa. Forse lo sarà all'inizio della prossima settimana, a Roma. Ma la determinazione della data non è solo un fatto esteriore, meramente tecnico, perché solo quando ci sarà una data prenderà anche veramente forma la campagna elettorale, con le sue strategie e i suoi nomi. Per capire quello che potrà accadere a Bolzano ne abbiamo parlato con l'onorevole Filippo Maturi, il coordinatore della Lega locale, raggiunto in serata in un albergo della capitale. Gli abbiamo chiesto di offrirci un quadro della situazione, dal suo punto di vista, cercando insomma di capire quello che ci aspetterà da qui alla data che verrà scelta.

 

Superare l'ossessione dei nomi

 

La prima cosa che chiediamo a Maturi è di fare chiarezza sui nomi. Il Centrodestra (unito o meno) ne ha spesi (o addirittura bruciati) già due, ma nessuno sa ancora esattamente quale sarà il candidato chiamato a sfidare il sindaco ancora in carica, Renzo Caramaschi. I giornali hanno fatto rimbalzare i nomi di Roberto Zanin, poi di Igor Janes, quindi ancora di Zanin. Insomma? “Personalmente – afferma subito Maturi – questa cosa dei nomi mi appassiona pochissimo. Non capisco proprio perché i giornali abbiano sempre l'esigenza di ridurre la politica all'espressione di un candidato. Non funziona così. I nomi verranno fatti quando la campagna elettorale entrerà nel vivo, e prima di avere una data certa delle elezioni è del tutto evidente che non è necessario esporsi in tal senso: io sono sempre stato un fautore delle campagne elettorali corte, non c'è davvero bisogno di ingombrare per mesi le cronache con questo tema”. Data la premessa, non c'è quindi verso di far sbilanciare ulteriormente Maturi. Il messaggio è che tutto può ancora avvenire, e quando verrà il tempo sapremo. L'unica cosa certa: Caramaschi dovrà andare a casa, e lo sfidante sarà un personaggio chiamato a sollecitare la preferenza di chi non è schierato politicamente, quindi un esponente della cosiddetta società civile. Gli chiediamo di approfondire il discorso.

 

 

Caramaschi, il podestà ostaggio dei partiti

 

A Bolzano l'elettorato di lingua italiana è tradizionalmente diviso in tre blocchi. C'è chi vota il Centrodestra, chi preferisce il Centrosinistra, e poi abbiamo una larga fetta di scontenti, chiamiamoli così, coinvolgibili solo offrendo una proposta che non li costringa a identificarsi a tutti i costi nei primi due blocchi. È chiaro, dunque, che il famoso nome arriverà dalla società civile. Su questo non ci sono dubbi. Come non ci sono dubbi che il candidato dovrà manifestare dei tratti esattamente opposti a quelli manifestati da Caramaschi”. Già, Caramaschi. Ma in cosa consiste l'esigenza di rimuovere l'attuale sindaco, quali sono le sue caratteristiche maggiormente criticabili? Maturi sintetizza: “Essenzialmente due. Da un lato Caramaschi è un arrogante, vorrebbe comportarsi più da podestà che da sindaco. In questo agisce in lui probabilmente la tendenza a considerarsi ancora un manager che si crede al di sopra delle parti. Esemplare quanto accaduto a proposito del referendum sul tram, quando disse che se l'opzione a sfavore fosse risultata minimale non ne avrebbe tenuto conto. Dall'altro c'è però la sua dipendenza estrema dai partiti che appoggiano la giunta, in particolare i Verdi. Chi vota Caramaschi, dunque, vota un decisionista che però in realtà non decide nulla, perché di fatto ostaggio della sua maggioranza, o per meglio dire di una sua parte. Sembra un paradosso, ma in realtà è il paradosso che blocca la città. Ecco, su questo noi basiamo la nostra critica più intransigente”.

 

Recuperare il concetto di comunità

 

Chiarita la pars destruens, veniamo alla pars construens. In che modo l'anti-Caramaschi potrebbe sbloccare la città, quali sono i settori che necessitano l'intervento più urgente? Anche in questo caso Maturi ha pochi dubbi. “In primo luogo si dovrà puntare a ridare a Bolzano il ruolo di capoluogo, attualmente appannato, per usare un eufemismo. A Bolzano vivono centomila persone, un quinto degli abitanti che risiedono in provincia. Sinceramente, le pare che il volume degli investimenti rispecchi questi numeri? Ma per ottenere maggiori investimenti è chiaro che occorre maggiore armonia tra il governo della città e quello della provincia. Noi, come Lega, siamo al governo della provincia, e l'esperimento credo stia funzionando. Quindi ne proponiamo consapevolmente l'estensione anche a livello comunale. E mi permetta di dirle anche due cose sullo sviluppo della città. Finora, a Bolzano, sono mancate essenzialmente due cose: il superamento della frammentazione in zone nobili e neglette (centro e periferia, per farla breve) e un vero investimento sul concetto di comunità, una cosa questa che mi sta particolarmente a cuore e che vorrei quindi sottolineare con la massima forza. In alcune città tedesche – penso a Berlino, a Monaco – il ruolo delle comunità di quartiere è fortissimo, con ricadute positive anche a livello amministrativo. Ecco, pensiamo solo al fatto che qui, invece, si volevano abolire le circoscrizioni. Una follia. È proprio puntando sulla valorizzazione delle unità urbane più piccole che possiamo ristabilire un forte senso di comunità, superando l'atomizzazione che rende la politica distante dai cittadini”.

 

Un voto all'insegna dell'incertezza

 

Alla fine della conversazione tiriamo qualche conclusione provvisoria. Il lento risveglio della politica cittadina dopo lo tzunami provocato dal Covid-19 per adesso riesce ancora a nascondere le sue probabili macerie. Piccole frane – come per esempio il distacco del consigliere socialista Claudio Della Ratta dal partito (il PD) che lo ha fatto eleggere – potrebbero segnalare smottamenti ulteriori. Non è un segreto per nessuno, per esempio, che neppure tra i Verdi e il sindaco Caramaschi viga la compattezza auspicabile alla vigilia di una campagna elettorale per adesso ancora congelata. Stesso quadro, di estrema precarietà, concerne le relazioni tra il sindaco e l'assessore Angelo Gennaccaro (esponente di “Io sto con Bolzano”, ma non per questo “con Caramaschi” senza battere ciglio). La Svp, com'è nel suo stile, metterà alla finestra un suo candidato, il vice-sindaco Luis Walcher, “comodamente” seduto sull'ago della bilancia. E il Centrodestra a trazione leghista, l'abbiamo appena sentito da Maturi, ha le idee chiare ma ancora nessun nome. Ad aumentare l'incertezza, una campagna elettorale da svolgere d'estate, anche se sarà un'estate molto particolare, macchiata dalle ombre del virus, e certamente esposta a temporali che adesso non possiamo immaginare. Intanto, presto sapremo quando si tornerà a votare. E solo allora le cose potrebbero cominciare a diventare in generale più chiare.

 

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alfred frei Do., 11.06.2020 - 14:44

Il pensiero dell'onorevole Maturi a prima vista è profondo come l'eleganza della sua presenza. Per il "superamento della frammentazione della città in zone nobili e neglette" forse intende trasferire le modalità di insediamento delle zone di Gries e Bozen Dorf in via Resia. Programma rivoluzionario. Cercasi volontari.

Do., 11.06.2020 - 14:44 Permalink