Kultur | La candidatura

Merano, capitale della cultura?

La città del Passirio si candida per il 2020. Il vicesindaco Rossi: “È qui che la cultura italiana quotidianamente dialoga con quella tedesca, con quella europea”.
Merano
Foto: Suedtirolfoto.com/Othmar Seehauser

Merano ci prova. L’ambizioso obiettivo è quello di diventare la “Città italiana capitale della cultura”, un’iniziativa del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo nata nel 2014. La città guidata dal sindaco Paul Rösch si candida per il 2020. “La decisione di proporre la candidatura della nostra città per questa iniziativa nasce dalla convinzione che Merano, fra le 46 città che si sono presentate quest'anno, costituisce una realtà assolutamente originale”, commenta il vicesindaco e assessore alla cultura Andrea Rossi, che aggiunge: “È soltanto qui, infatti, in una città che rappresenta equamente i due gruppi linguistici maggioritari di questa terra, che la cultura italiana quotidianamente dialoga con quella tedesca, con quella europea. Contaminando e facendosi contaminare. Contrasti e incontri, dialogo e ponte: con questa visione Merano intende promuoversi come città che chiude il progetto”.

Le regioni che hanno manifestato interesse per il bando sono - oltre al Trentino-Alto Adige con Merano, appunto - il Piemonte (Asti, Casale Monferrato, Cuneo); la Campania (Agropoli, Aversa, Benevento, Capaccio Paestum, Caserta, Ravello, Salerno, Telese Terme); la Puglia (Alberobello, Altamura, Bitonto, Ceglie Messapica, Fasano, Gallipoli, Villa Castelli); la Lombardia (Bellano, Tremezzina); il Veneto (Pieve di Cadore, Treviso); l’Emilia Romagna (Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Scandiano); la Calabria (Vibo Valentia); la Toscana (Montepulciano, Pietrasanta, Prato); le Marche (Ancona, Fabriano, Macerata); l’Umbria (Foligno); l’Abruzzo (Lanciano, Teramo); Il Lazio (Tivoli); la Sicilia (Agrigento, Catania, Messina, Noto, Ragusa, Siracusa) e la Sardegna (Nuoro, Oristano).

“Sono felice di questa forte partecipazione di tante città”, afferma il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, “Comuni grandi e piccoli di tutt’Italia hanno deciso di investire sulla cultura come cardine del proprio sviluppo: è il segno di una nuova consapevolezza che è nostro dovere favorire e incoraggiare il più possibile”.

Le amministrazioni dovranno quindi confermare la propria adesione depositando entro il 15 settembre 2017 un dossier di candidatura con il programma delle attività culturali previste, la struttura incaricata della elaborazione e promozione del progetto, una valutazione di sostenibilità-economico finanziaria, gli obiettivi perseguiti e gli indicatori che verranno utilizzati per la misurazione del loro conseguimento. Le dieci città finaliste, scelte da una commissione di 7 esperti nominata dallo stesso Ministero, saranno poi invitate a partecipare a un incontro di presentazione pubblica e approfondimento. La città Capitale Italiana della Cultura 2020 verrà scelta sulla base dei risultati di questi colloqui entro il 31 gennaio 2018 e le sarà assegnato un contributo di 1 milione di euro.

Lo scorso 7 luglio Rossi, insieme alla direttrice di ripartizione Barbara Nesticò, ha presenziato, a Roma, a un incontro nazionale nel corso del quale sono state fornite indicazioni utili per la stesura del dossier di presentazione. Inoltre sono stati illustrati i risultati, turistici e non, di Mantova, capitale del 2016: un +20% di flusso turistico e un ritorno più che raddoppiato degli investimenti sono i benefici che la designazione quale capitale italiana della cultura ha fruttato alla cittadina lombarda. “La stessa buona sorte ci auguriamo anche per Merano. L’impegno sta fin d'ora nel coinvolgere gli uffici e gli altri attori del territorio”, così il vicesindaco.