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IL SOLE - Una galleria all'avanguardia

Il Museo civico di Brunico presenta una retrospettiva sulla storica galleria Il Sole.
Lucio Fontana - Concetto spaziale, 1967
Foto: Lucio Fontana

La galleria IL SOLE dagli anni 70 fino al 1995 fu un centro vitale dell’attività culturale di Bolzano. Con l’in­ten­to di pro­muo­ve­re nel­la cit­tà di Bol­za­no la dif­fu­sio­ne del­le ri­cer­che dell’ar­te con­tem­po­ra­nea d’avan­guar­dia, la galleria ha infatti ospitato negli anni 70/80 i principali artisti di sperimentazione italiana: da Enrico Castellani a Giuseppe Uncini, da Piero Dorazio a Lucio Fontana, e poi Alberto Burri, Fausto Melotti, Emilio Vedova e molti altri nomi conosciuti a livello mondiale. Con le sue 250 mostre la galleria ha rappresentato per la provincia di Bolzano un’incredibile occasione per approfondire l’arte astratta e concettuale configurandosi come una galleria d’arte di tendenza e all’avanguardia che oltre alle mostre ospitava anche eventi di musica elettronica e comportamentale nonché incontri con critici ed artisti.

Fondata come “Studio 3 B” nel gennaio 1970 in uno spazio al n°44 di via Goethe, la galleria nel 1971 passò sotto la sola direzione e responsabilità di Marcello Bizzarri e nel 74 assunse il nome programmatico IL SOLE. Fin dall’inizio le scelte di Marcello Bizzarri furono collegate da una coerenza intellettuale e qualitativa che trovava nella promozione e diffusione delle ricerche dell’arte contemporanea d’avanguardia - con particolare attenzione alle ricerche analitiche, minimali e concettuali italiane - il suo filo conduttore. Così in 25 anni di intensa attività e attraverso la presentazione di artisti già affermati e giovani esordienti la galleria ha saputo promuovere sul territorio la nascita di nuovi valori culturali e di un’ideologia artistica d’avanguardia. Nel 1995 Marcello Bizzarri concluse l’esperienza di gallerista per potersi dedicare totalmente alla pittura e allo studio dell’arte.

Una mostra al Museo civico di Brunico ora presenta una retrospettiva sulla galleria IL SOLE riunendo una serie di opere che un tempo erano esposte nelle numerose personali della galleria bolzanina e che ora sono custodite in collezioni private. In questo modo si intende mettere in evidenza lo spessore artistico e il calibro degli artisti allora presenti a Bolzano che comprende nomi che solitamente espongono nelle grandi mostre nazionali ed internazionali e che in parte oggi sono diventati inaccessibili per le quotazioni molto alte

Le opere presenti in mostra spaziano dalle composizioni geometriche di Atanasio Soldati al reticolo di linee cromatiche di Piero Dorazio, entrambi figure centrali dell’astrattismo italiano fin dagli anni ‘30 e ‘40, che vengono accompagnate dalle sculture in filo d’ottone del trentino Fausto Melotti che con le sue sottili forme crea opere dal sapore poetico. Dall’opera di Emilio Vedova invece prorompe tutta la forza emotiva dell’artista comunicata tramite una gestualità energica e spontanea che lascia segni marcati. All’interno della pittura informale si muove con la sua propria poetica della pittura materiale Alberto Burri. In mostra si trova un Cretto nero del 1971, un’acquaforte fuligginosa in cui Burri riesce a ottenere effetti materici paragonabili per intensità a quelli delle sue opere più celebri. Prende le mosse da Burri condividendone la sensibilità per la materia Giuseppe Uncini, il quale individua nel cemento armato l’elemento principale della sua produzione artistica, un elemento che diventa il simbolo stesso della potenza costruttiva dell’uomo contemporaneo.

Figura di spicco di tutti i movimenti avanzati in Italia è indiscutibilmente Lucio Fontana. Egli dapprima realizza opere astratte caratterizzate da un marcato linearismo per poi oltrepassare con i buchi e i tagli dei suoi concetti spaziali i limiti del supporto pittorico e appropriarsi dello spazio. In questo Concetto spaziale del 1967 Fontana pratica una serie di fori facendo sì che la spazialità bidimensionale della carta sia interrotta e lasci affiorare il vuoto che sta dietro. In questo clima di azzeramento e di indagine sui mezzi stessi della pittura (colore, luce, geometria, segno, linea, materia) si delineano dagli anni ‘60 in poi diverse tendenze minimaliste, riduzioniste e analitiche. Il colore è anche il centro d’indagine di Astrazione oggettiva, movimento trentino fondato nel 1976, di cui fanno parte Aldo Schmid, Luigi Senesi, Mauro Cappelletti e Gianni Pellegrini. La loro sperimentazione al contempo artistica e scientifica è incentrata sugli effetti ottici del colore e il modo in cui viene percepito. 

La mostra verrà inaugurata venerdì 13 luglio alle ore 19.