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Pericolo frane

Via Merano, via Trento, sant’Osvaldo: le zone con il rischio idrogeologico più elevato secondo l’algoritmo elaborato dal Comune. “Niente urgenza, ma prevenzione”.
Sant'Osvaldo
Foto: Suedtirolfoto

Via Merano, via Trento, Sant’Osvaldo. Una conferma, in pratica. Sono le zone ritenute più pericolose a Bolzano per il rischio di caduta massi o per la vicinanza ai corsi d’acqua, secondo il sistema di valutazione perfezionato dall’Ufficio geologico del Comune capoluogo. L’algoritmo elaborato “in casa” dai tecnici - tanto che il sistema non è ancora stato battezzato, spiega il dirigente Emanuele Sascor - è servito per definire le priorità di intervento partendo dall’analisi dei contenuti del Piano delle zone di pericolo, già approvato. 

 

La prevenzione

Secondo gli esperti, non ci sono pericoli immediati per l’incolumità pubblica all’interno del territorio comunale. La valutazione serve per capire da dove occorre partire con le contromisure, che siano briglie paramassi o opere di consolidamento. “Non ci sono al momento elementi di rischio tali da imporre di intervenire con urgenza” spiega Sascor, dirigente dell’Ufficio geologia, protezione civile ed energia del Comune di Bolzano. “Sappiamo invece da dove iniziare per formulare le soluzioni per la messa in sicurezza”.

Non ci sono al momento elementi di rischio tali da imporre di intervenire con urgenza. Sappiamo invece da dove iniziare per formulare le soluzioni per la messa in sicurezza (Emanuele Sascor, Ufficio geologia del Comune)

 

 

“Un metodo semplice, inventato in casa”

Quello elaborato dal servizio è “un sistema per definire le zone prioritarie”. “Ci siamo inventati un metodo semplice, pratico, che partendo dalle zone contenute nel Piano di pericolo definisce le aree di priorità” prosegue Sascor, che ha illustrato il tutto lunedì davanti alla giunta comunale assieme al collega Mauro Platter. Il Piano divide il territorio secondo il grado di pericolosità. Dalle aree più sicure, quelle di pericolo residuo collocate al centro della conca cittadina, fino alle altre con il rischio più elevato (H4), distribuite sulle pendici circostanti la città. “Si tratta di via Merano, sant’Osvaldo, Virgolo, maso della Pieve, a cui si aggiungono alcuni torrenti particolari. Il rio Fago, ad esempio, e il rio San Maurizio che hanno già dato problemi in passato”, aggiunge il dirigente.

La valutazione è partita dalle aree H4 già individuate: via Merano, sant’Osvaldo, Virgolo, maso della Pieve e alcuni torrenti particolari, il rio Fago e il rio San Maurizio, che hanno già dato problemi in passato

 

Zone di rischio elevato

Il contenuto è stato filtrato dall’algoritmo che ha passato in rassegna oltre alla classificazione delle zone anche il numero degli abitanti per ciascuna area e la presenza o meno di opere di protezione, includendo la loro età di realizzazione. Il risultato è una griglia che ha individuato i segmenti prioritari. L’attenzione è puntata su tre porzioni di territorio. “Via Merano - prosegue Sascor - è stata confermata, poi c’è anche via Trento che risulta pericolosa e sant’Osvaldo. Sono aree a rischio per la caduta massi dalle pareti porfiriche circostanti”.

Via Merano è stata confermata, poi c’è anche via Trento che risulta pericolosa e sant’Osvaldo. Sono aree a rischio per la caduta massi dalle pareti porfiriche circostanti

Il sistema, “inventato al nostro interno”, conclude il responsabile dell’Ufficio geologico, potrà essere fatto proprio dal Consorzio dei Comuni e servirà per elaborare le prossime soluzioni di intervento.