Chronik | Prevenzione

“Rio Fago, minaccia sulla città”

C’è il rischio di un’esondazione su Gries fino a corso Italia, dice Caramaschi. Approvato il progetto da 1,2 milioni di euro per liberare l’alveo e le briglie.
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Foto: Pixabay

“Una minaccia sopra la città”. Il rio Fago, assieme al rio Rivellone, è il primo indiziato dai Bacini montani per il rischio idrogeologico che grava sulla parte nord-ovest del capoluogo, Gries in primis. La giunta comunale ha quindi dato parere positivo al progetto dei tecnici della Provincia per ridurre il pericolo di colate detritiche ed esondazioni a danno dell’abitato. Il costo a carico di Palazzo Widmann è di un milione e 208.000 euro

 

Il pensiero al maltempo

“Il torrente è un pericolo per la città, in caso di maltempo potrebbe inondare tutta Gries e la città fino a corso Italia” afferma il sindaco Renzo Caramaschi, che evidentemente ha ben impresso gli eventi catastrofici che hanno interessato l’Alto Adige a fine ottobre (con danni complessivi per 250 milioni di euro). Ma la memoria corre probabilmente indietro fino all'evento del 1957.

Il torrente è un pericolo per la città, in caso di maltempo potrebbe inondare tutta Gries e la città fino a corso Italia (Renzo Caramaschi)

Si parla dunque di prevenzione. Nella seduta di giunta i tecnici dei bacini montani provinciali e quelli comunali hanno presentato a sindaco e assessori lo studio di fattibilità per la sistemazione idraulica del rio Fago, che ha la finalità di prevenire il rischio esondazione in particolare in corrispondenza del ponte su via Sarentino, la cui sezione è particolarmente ristretta. L’ipotesi d’intervento, spiega il Comune capoluogo, prevede opere alla confluenza tra il rio Fago e il rio Daveligna per lo svuotamento della vasca di deposito colmata nell’arco degli ultimi decenni da materiale solido. Il sindaco ha chiarito inoltre che sarà da stabilire se realizzare l’intervento tramite la costruzione di una stradina d'accesso, o in alternativa, l’installazione di una teleferica riutilizzabile poi in futuro. 

 

 

Proteggere la città

La briglia installata a monte - precisa il primo cittadino - si è riempita di massi con il passare degli anni ed ora è quasi completamente ostruita. Bisogna quindi liberarla, per facilitare il passaggio dell’acqua e trattenere i sedimenti”. Verrà inoltre realizzata, prosegue, un’ulteriore barriera a valle. Vicino al ponte, dove i massi si sono accumulati a un livello tale da sfiorare la carreggiata, verrà scavato l’alveo in modo da rendere fluido il passaggio durante le piene. 

La briglia installata a monte si è riempita di massi con il passare degli anni ed ora è quasi ostruita. Bisogna quindi liberarla, per facilitare il passaggio dell’acqua. Verrà realizzata un'ulteriore barriera a valle e l'alveo presso il ponte sarà scavato e liberato dai massi

 

Sonni tranquilli anche a Rencio

Il progetto d’intervento è a carico della Provincia. Una volta ultimato, conclude Caramaschi, consentirà di dormire sonni più tranquilli ai bolzanini, ma anche di rivedere i piani di rischio da esondazione già approvati in Consiglio comunale. All’opera su via Fago si associa quella prevista a Rencio, che comporta la canalizzazione delle acque meteoriche in discesa dalla montagna direttamente nell’Isarco.