Wirtschaft | Lavoro

Obiettivo 32 ore settimanali?

L’IG Metall nel contratto del 2018 aveva già posto il problema della riduzione dell’orario di lavoro, aprendo alla possibilità di lavorare meno ore.
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Duisburg
Foto: Duisburg Pixabay

Il lavoro contrattuale nel settore metalmeccanico tedesco è di 35 ore. L’obiettivo di allora era quello di rompere lo schema rigido in materia di orari, di fatto dettati dalle aziende, e ridare al dipendente la possibilità di una scelta in base alle sue esigenze personali, anche se legata alla contrattazione e ad alcune regole.

Da allora i dipendenti possono chiedere la riduzione dell’orario fino a 28 ore e fino a due anni. Chi fa lavoro di cura può trasformare, inoltre, la quota salariale aggiuntiva corrispondente al 27,5% della paga mensile in ulteriori otto giornate libere.

Con il rinnovo contrattuale del 2021, da luglio di quest’anno ci sarà un aumento del 2,3% sui salari. Questi soldi non entrano però mensilmente in busta, ma saranno accantonati e pagati nel febbraio 2022. Così i lavoratori avranno in quel mese un 18,4% in più nella busta paga.

L’accordo prevede un ulteriore pagamento nel febbraio 2023 con un 27,6% in più. Il contratto scade nel settembre 2022 e questi soldi corrispondono al 2,3% moltiplicato per i mesi da luglio2021 a settembre 2022. Questi emolumenti proseguiranno anche negli anni a venire.

A compenso dei mesi di vacanza contrattuale le aziende pagheranno inoltre un premio di 500 euro esente da imposte per i dipendenti e di 300 euro per gli apprendisti.

Potrebbe non essere vista come un aspetto rivoluzionario, ma la logica che ci sta dietro è sicuramente proiettata al futuro. Le aziende in crisi possono, infatti, trasformare i sopracitati emolumenti (Transformationsgeld) in una compensazione per una riduzione dell’orario di lavoro.

Secondo l’IG Metall si potrà così ridurre l’orario di lavoro fino a 32 ore settimanali senza particolari riduzioni del reddito utilizzando fino a tre anni. Assieme agli strumenti già previsti dal precedente contratto la perdita di salario sulle 32 ore sarebbe del tutto trascurabile.

In teoria ci si avvia verso i 4 giorni lavorativi settimanali, così come in alcune realtà aziendali avviene già con risultati incoraggianti. La riduzione dell’orario nel 2018 era legata soprattutto a scelte individuali, mentre con questo contratto si cerca di far fronte alle mutate condizioni sul mercato del lavoro derivanti dalla pandemia e dalla futura trasformazione del settore industriale.

Secondo l’IG Metall si potranno così sostenere salari, salvaguardare i posti di lavoro e affrontare meglio i problemi attuali e futuri. Con questo contratto si avvia infatti una trasformazione industriale meno traumatica e più sociale!

La decisione non potrà comunque essere unilaterale, ma entrambe le parti devono accordarsi. Visto che sono decisioni che riguardano comunque il salario dei lavoratori, che di fatto rinunciano agli aumenti salariali a favore di una riduzione di orario per salvaguardare il lavoro, l’azienda dovrà ovviamente portare motivazioni forti sul tavolo della contrattazione.

L’obiettivo comune dovrà essere la garanzia del posto di lavoro e del reddito dei dipendenti. Non a caso durante la fase di riduzione dell’orario non sarà possibile licenziare per motivi dettati da esigenze aziendali.

Infine si potranno fare accordi proiettati al futuro a livello di singole aziende. Se il Consiglio di fabbrica intravede all’orizzonte nuvole minacciose potrà chiedere un confronto. In quell’occasione, con il supporto delle strutture sindacali. saranno analizzati i problemi con la possibilità di negoziare i futuri obiettivi, la gamma di prodotti su cui puntare, le prospettive occupazionali e gli investimenti necessari.

In passato la discussione era legata a momenti di crisi già in atto, ora il Consiglio di fabbrica potrà intervenire preventivamente e firmare “contratti collettivi per il futuro” (Zukunftstarifvertrag). Questo significa coinvolgere il Sindacato nelle future scelte strategiche e non solo nella gestione di scelte dolorose come il taglio delle maestranze.

Oltre all’indubbio valore politico di questo rinnovo si è anche evitato la richiesta dei datori di lavoro di un blocco dei salari per il 2021 e sono state poste le condizioni per una migliore gestione della crisi attuale e di quelle future.

Esaminare le esperienze altrui è sempre un esercizio utile. Ma di fronte a un diritto del lavoro di competenza dei singoli paesi europei, una tradizione e una pratica sindacale differente, rapporti diversi tra le parti sociali e condizioni economiche disuguali è difficile fare paragoni. Sono convinto però che un’analisi delle esperienze sindacali più innovative possa agevolare soluzioni positive a problemi comuni a molte economie europee.

Di fronte alla pandemia e alla trasformazione del settore produttivo il problema della riduzione dell’orario di lavoro è comune a tutte le economie. Tutte dovranno affrontare una prevedibile caduta dell’occupazione. Anche noi dovremmo ricercare soluzioni innovative, che possano garantire una prospettiva di lavoro e di reddito a il numero di persone più alto possibile.

Una riduzione dell’orario di lavoro, nonché una formazione sempre più mirata nell’arco della vita sono certamente soluzioni da perseguire. In questo ambito si potrebbe mettere sul piatto anche un diverso utilizzo di una parte degli ammortizzatori sociali.

Con una riduzione generale dell’orario di lavoro, compensata dagli ammortizzatori sociali, si potrebbe garantire a tutti la presenza in fabbrica e sperimentare sul campo gli effetti prodotti da una riduzione strutturale dell’orario su produttività, redditività dell’azienda e gestione del personale.  

Di fronte a una realtà ancora difficile da decifrare andrebbero comunque poste le basi per gestire il futuro. L’IG Metall con questo contratto ha comunque avviato un possibile percorso.

 

Alfred Ebner