Kultur | NEBBIE (E DINTORNI)

“Pitturare è ogni volta avventura”

La mostra di Sticcotti “Nebbie (e dintorni)”: paesaggi di mare, montagna, pianura in momenti diversi del giorno. Vernissage 14 settembre alla Piccola Galleria di Bolzano.
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Foto: Luca Sticcotti

“È l’incertezza che affascina. La nebbia rende le cose meravigliose”.

Il pensiero di Oscar Wilde si addice bene alle opere artistiche di Luca Sticcotti, che dalla fine del 2014 ha cominciato a dipingere con la tecnica dell’acquerello e ha posto al centro delle proprie raffigurazioni la nebbia in tutte le sue possibili declinazioni.

“Vi sono diverse nebbie: marine, montane, di pianura. Non sono tutte uguali. A Bolzano sono come nuvole basse e ricordano quelle della Val Padana – spiega l’artista che esporrà alla sua prima mostra, intitolata Nebbie (e dintorni), circa 20 degli oltre 30 dipinti realizzati in questi anni. L’inaugurazione sarà il 14 settembre alle 18.30 alla Piccola Galleria di Bolzano tra via Portici 30 e via Dr. Streiter 25.

Si vedranno paesaggi di ogni genere ‘catturati’ in più intervalli di tempo, come l’alba, il tramonto e non solo. Di seguito un assaggio: tre opere.

 

 

 

“Ogni nebbia è uno strumento per ammirare il paesaggio e sprona a identificare gli elementi essenziali. Se si socchiudono gli occhi, i dettagli diventano insignificanti. Si elimina il superfluo” – prosegue l’acquarellista che è anche un compositore di musiche, un operatore culturale, un giornalista, che si è impegnato sia per la radio sia sul web, e molto altro ancora.

Per quanto riguarda l’attività di web reporter merita particolare menzione la collaborazione di Sticcotti con Salto.Bz dal 2013 ad agosto 2017. Ora Luca lavora come redattore per il gruppo Quimedia (Athesia).

La nebbia sulla ribalta, il gioco artigianale di luci crepuscolari e colori attenuati, appena accennati, calibrati con sapienza e misura, paesaggi di ogni sorta. In ogni elemento traspaiono mitezza e equilibrio, tratti caratteristici di Luca Sticcotti che sa di realizzare opere belle, ma è altresì consapevole di quanto sia importante l’umiltà nell’arte come d’altronde nella vita: “Pitturare è ogni volta avventura. Non si sa se ciò che si è composto dovrà poi essere eliminato o sarà invece destinato  rimanere e diventare parte di un progetto successivo che funziona”.

Luca sa stare coi piedi per terra o per meglio dire ‘con le mani e i pennelli sulla carta’. L’abbiamo intervistato per farci condurre nelle ‘sue nebbie artistiche'.

Salto.Bz: Qual è il significato della nebbia nei tuoi quadri?

Luca Sticcotti: Non mi piacciono i paesaggi da cartolina. Disegnare la luce intensa del sole a mezzogiorno sullo sfondo di un cielo azzurro è banale. A Bolzano la nebbia rappresenta l’esotico, ossia l’insolito: fa intuire più che vedere. Grazie alla nebbia non siamo folgorati dai colori che invece solo intravediamo e che infatti sono sfumati, direi sussurrati. Non amo le tonalità aggressive. Non il bianco, ma la carta è la luce. E la luce è immaginata in modo discreto più che essere sparata: risalta in maniera particolare e affascinante, sicché una parvenza di luce acquista una forte personalità e diventa così tanta luce.

Nelle tue opere compaiono spesso alberi esili e senza tante foglie.

Hanno forme meravigliose, sono radici alla rovescia che vanno verso l’aria.

Al di là dell’apparenza l’atmosfera dei tuoi dipinti è quindi tutt’altro che cupa?

Nell’immaginario collettivo ciò che è uggioso è associato a qualcosa di negativo. Per me è l’esatto contrario. Peraltro nei periodi attuali poco piovosi una pioggia gentile è fondamentale: l’acqua è vita.

Cosa è “nebbioso” nella tua vita secondo la tua accezione positiva?

Le passeggiate che faccio da solo in montagna, dove mi godo la neve e il paesaggio.

A Bolzano cosa è invece nebuloso in termini negativi?

Non avere le idee chiare, nutrire preconcetti, non voler trovare qualcosa di positivo nella realtà, non lasciarsi colpire da incontri, rifiutare di conoscere le persone. Io faccio il contrario.

Come è nata la tua scelta per l’acquerello?

Dalla passione per i fumetti è sorta la voglia di sperimentare. Poi avendo lavorato molto online, volevo avere a che fare con qualcosa di concreto e di palpabile, come sono la carta, i colori, l’acqua.

Che cosa ti ha conquistato della tecnica dell’acquerello?

L’arte di mettere e togliere il colore. Si creano giochi di acqua, che uso molto per dipingere e asciugare. Un altro elemento interessante è il grande tasso di aleatorietà: non c’è il controllo assoluto su ciò che si realizza. Si creano infatti reazioni spontanee tra la carta, l’acqua ed i colori che bisogna assecondare e da cui lasciarsi sorprendere. Questo lascia molto spazio all’improvvisazione. Come nella musica non tutto è definito.

Da cosa sorge in te l’ispirazione?

Da una fotografia o da una immagine tratta dal web che poi rielaboro.

Come si può definire il tuo stile?

Non esiste una vera e propria definizione.

A quali modelli ti ispiri?

Mi rifaccio al grande fumettista Gipi (pseudonimo di Gian Alfonso Pacinotti, ndr) ed ai maestri giapponesi che si pongono nei confronti dei materiali in termini dell’essenzialità.

Luca, semper ad maiora!