Books | salto books

Destinazione meraviglia

Pietro Marangoni, fondatore del circolo culturale La Stanza di Bolzano, ha raccolto in un volume 25 brevi reportage di viaggi intrapresi in "luoghi non banali".
Pietro Marangoni:
Foto: Pietro Marangoni
Giornalista e viaggiatore. Accanto alla sua professione che ha esercitato per quasi quarant'anni nella redazione del quotidiano Alto Adige, Pietro Marangoni ha sempre viaggiato, anche e soprattutto in posti e tempi in cui il turismo di massa non esisteva. In pensione dal 2010, si è dedicato più intensamente anche al circolo culturale La Stanza, che ha fondato nel dicembre 2003 "per fare cultura del territorio, essenzialmente per i cittadini italiani che non sapevano nulla dell'Alto Adige. Una sorta di 'Heimatkunde für Italiener' - spiega lui stesso e aggiunge - Erano gli anni del cosiddetto disagio!".
Dei suoi viaggi negli angoli più disparati del globo aveva già scritto occasionalmente sulle pagine dell'Alto Adige e anche in una raffinata pubblicazione del 2002 curata allora dall'associazione culturale Egolalia, con le belle illustrazioni di Max Radicioni. A quel tacquino di viaggio che copriva gli anni dal 1979-2001 intitolato Miraggi e Magie fa seguito ora il libro Destinazione meraviglia, pubblicato quest'anno in poche centinaia di esemplari destinati esclusivamente ai soci vecchi e nuovi del circolo culturale La Stanza, di cui Marangoni è presidente.
Il volume raccoglie una selezione di 25 testi e relative foto, brevi reportage di altrettanti viaggi intrapresi negli anni da Pietro Marangoni in "luoghi non banali" come tiene a precisare l'autore, spinto sempre dalla curiosità, alla ricerca della bellezza, ma anche dell'incontro con altre culture.
 
 
salto.bz: Marangoni, come è nato questo libro e come mai ha deciso di pubblicarlo a proprie spese invece di cercare un editore?
 
Pietro Marangoni: Ho sempre tenuto degli appunti nei miei innumerevoli viaggi. Ultimamente nei lunghi mesi dei lockdown e della pandemia ho cominciato a pubblicare qualche testo sui social, incontrando l'approvazione di molti amici, espressi nei cosiddetti 'like'. Loro stessi mi hanno convinto a raccoglierli ora in un libro. E così ne ho scelto venticinque che si possono leggere in questo libricino. La via dell'editore avrebbe compromesso la qualità della stampa, oltre a tutte le altre limitazioni che avrebbe imposto. Io volevo un libro con la carta di un certo tipo e i caratteri di una volta, per il piacere di sfogliarlo e di leggerlo. Non cerco il successo commerciale, mi basta l'apprezzamento degli amici e di chi vuole avvicinarsi alla cultura e condivide la mia curiosità.
 
Dal deserto africano a Machu Pichu, dal lago Bajkal in Siberia a Cuba, ma anche la Sicilia o l'Isola Bella sul Lago Maggiore. Come sceglie le mète dei suoi viaggi?
 
Mi interessa capire e conoscere. Mi interessano le storie di uomini e donne, i paesaggi e le opere dell'uomo e scoprire l'anima che ci sta dietro. Il motore dei miei viaggi è sempre la ricerca della bellezza e dello stupore, come quando si era bambini davanti ai regali di Natale. Non importa se sono luoghi vicini o lontani, importante è guardarli con nuovi occhi.
 
 
Davvero lei racconta esperienze personali che permettono di avvicinarsi in modo diverso a tanti luoghi, lontano dagli stereotipi. Alcuni viaggi sono decisamente avventurosi. Può raccontare un aneddoto significativo per lei?
 
Molti anni fa ricordo, ero nel deserto del Ciad, in un posto isolato, dove ti rendi conto di cosa significa essere solo, dove hai la consapevolezza che in un raggio di 800 chilometri non c'è traccia di insediamenti umani di nessun genere. Lì la volta del cielo stellato è davvero immensa, ti pesa addosso e ti fa paura. Hai la sensazione che le stelle ti cadano addosso. Nella mia tenda quella volta ho provato un attacco di panico, a salvarmi è stata una lucetta rossa in lontananza, ho pensato che doveva essere una traccia della civiltà tecnologica a cui ero abituato. Quella lucetta mi ha tranquillizzato, di giorno ho poi visto che si trattava in effetti dell'antenna di un ripetitore o qualcosa del genere. Siamo talmente abituati al nostro mondo tecnicizzato che non sopportiamo il silenzio assoluto, il 'nulla' della natura.
 
Cosa l'ha spinta a viaggiare, da dove è partita questa sua passione?
 
In parte da mio padre, con lui ho cominciato ad arrampicarmi ed esplorare le nostre montagne, ad andare per rifugi quando ancora non c'era la luce elettrica. E poi la lettura dei libri di Salgari da bambino. Li ho letti tutti. È incredibile come le sue descrizioni di luoghi che non aveva mai visitato siano aderenti alla realtà, perfino nei minimi particolari. Comunque per me quelle letture sono state fondamentali.
 
Tra i tantissimi luoghi e paesi visitati ha una predilezione?
 
Dopo il deserto che mi attira sempre, perché per me corrisponde ogni volta a un'esperienza mistica, sicuramente l'Iran e anche Cuba. Non credo sia casuale che entrambi questi paesi siano sottoposti a dure sanzioni da parte degli Usa, che ammiro per la cultura cinematografica forse, ma non certo per la loro politica. In Iran, e anche a Cuba, ho sperimentato la cortesia infinita della gente, l'apertura all'incontro, il calore e la generosità, in poche parole l'umanità delle persone. Ma in tanti anni di viaggi mi sono sempre trovato bene ovunque, non ho mai avuto problemi con le persone in nessun posto, anche dove non conoscevo la lingua. Il sorriso è la chiave di tutto, se vai loro incontro con il sorriso, le persone ti accettano e ti aprono la loro casa e il cuore, questa è la mia esperienza.
 
 
E il prossimo viaggio dove la porterà?
 
Sarà un viaggio speciale con la mia nipotina più grande Yasmin, la mia 'figlia africana' come la chiamo orgogliosamente io, perchè è per metà del Marocco. Yasmin ha una passione sfrenata per l'Egitto, conosce tutte le dinastie e storie dei faraoni. Con lei partirò in questi giorni per visitare le Piramidi, il Nilo e tutto il paese, la cui storia la affascina così tanto. Con Yasmin sono stato di recente anche in Sardegna, nel cuore dell'isola, alla scoperta di un sito misterioso, una costruzione di 3000 anni, chiamata in modo non appropriato 'pozzo di Santa Cristina'. È bello poter condividere con gli occhi attenti di mia nipote lo stupore di cui parlavo prima.
 
Lei ha fatto così tanti viaggi, oltre ai venticinque raccolti in questo libro. Ha intenzione di scrivere un seguito?
 
Ci sto lavorando. In effetti sono davvero tanti i luoghi che ho visitato e le storie che non ho ancora raccontato. E poi ormai ho un folto gruppo di amici e lettori sui social che mi stimolano a farlo e che non posso deludere.