Politik | Libertà di stampa

“Giù le mani dall'informazione”

Anche a Bolzano il flashmob della Federazione Nazionale Stampa (FNSI) in risposta agli attacchi dei 5Stelle Di Maio e Di Battista ai giornalisti. Ma non tutti aderiscono.
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Foto: web

Dal “pennivendoli e puttane” dell'ex-deputato pentastellato Alessandro Di Battista al “infami sciacalli” del vicepremier e ministro al lavoro e sviluppo economico Luigi Di Maio, dopo la sentenza di assoluzione della sindaca di Roma Virginia Raggi i vertici del Movimento 5 Stelle si sono scagliati contro la stampa italiana, accusata di avere “letteralmente massacrato” la prima cittadina. “Io posso dire che su questo punto non ci sono dubbi” ha rimarcato il ministro alla giustizia Alfonso Bonafede rispondendo della giornalista Lucia Annunziata, la quale ha chiesto al Guardasigilli se la consideri “più una pennivendola o più una puttana”. L'Ordine dei Giornalisti e FNSI non ci stanno: alle aggressioni verbali rispondono con un un flashmob intitolato #giulemanidallinformazione in tutti i capoluoghi del Paese.

Appuntamento anche a Bolzano domani (martedì) alle ore 12 alle 13, davanti al palazzo del Commissariato del Governo in via Principe Eugenio. Un sit-in aperto non soltanto ai giornalisti, ma anche “a cittadini e associazioni che considerano l'informazione un bene essenziale per la democrazia”. Un estratto del comunicato dell'FNSI:

È giunto il momento di tornare ad alzare la voce. Gli insulti e le minacce di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista non sono soltanto l'assalto ad una categoria di professionisti, ma rappresentano anche e soprattutto il tentativo di scardinare l'articolo 21 della Costituzione e i valori fondamentali della democrazia italiana. (…) Ritrovarsi in piazza contemporaneamente significa respingere tutti insieme attacchi volgari e inaccettabili contro l'informazione e i giornalisti. Ormai non si tratta più di episodi isolati, ma di azioni mirate a screditare una categoria di professionisti con lo scopo di disorientare l'opinione pubblica. Una forza politica, il Movimento 5 Stelle, che teorizza il superamento del Parlamento e della democrazia liberale ha messo nel mirino i giornalisti e gli editori perché per realizzare questo progetto bisogna togliere di mezzo tutti gli organismi intermedi e impedire ai cittadini di conoscere. Soltanto un'informazione debole, docile o assente può consentire alla disinformazione di massa, veicolata attraverso gli algoritmi e le piattaforme digitali, di prendere il sopravvento e di manipolare il consenso e le coscienze dei cittadini. È un disegno al quale bisogna opporsi con forza”.

Ma tra i messaggi di solidarietà e le adesioni alla manifestazione di domani (in primis quella dell'ANPI) si alzano anche voci discordanti. È il caso di Ciro Pellegrino, giornalista di Fanpage.it, che in un intervento su facebook annuncia: “Cara FNSI, Federazione della Stampa, sindacato unico (ma non unitario, a quanto so) dei giornalisti, t'avverto: io non partecipo ad alcun « flash mob» contro chicchessia”. E spiega: “Perché sfoderare uno striscione, contro chi? Grillo, Casalino, Di Battista, Casaleggio, Di Maio? Io non sono l'opposizione politica nel Paese, sono un giornalista. D'Alema ci definí iene, i vecchi DC coniavano nomignoli, Vincenzo De Luca ci disse che dovevamo ricacciarci in gola le cose scritte o dette. Scendemmo in piazza? No. Facemmo parlare i pezzi. Come sempre, cari colleghi, la nostra risposta è l'atto per il quale abbiamo scelto di trovarci giornalisti: le notizie.