Chronik | IL FENOMENO

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Molestie sul lavoro, per l’Istat l’Alto Adige fa peggio dell’Italia: una donna su due vessata nel corso della vita. Il camper della Polizia contro la violenza di genere.
#metoo
Foto: Blasting news

In Alto Adige il 49 per cento delle donne dai 14 ai 65 anni ha subito molestie o ricatti sessuali sul lavoro nel corso della vita, il 18,6% negli ultimi tre anni, mentre in Trentino le percentuali scendono di poco, a 48,5% e 16,8%. Il dato che si riferisce agli anni 2015-2016 – statisticamente è calcolato “per 100 donne nella stessa zona” – è contenuto nel rapporto pubblicato dall’Istat su “Le molestie e i ricatti sessuali sul lavoro”. Un fenomeno che in particolare per il settore dello spettacolo è stato portato alla luce dal caso Weinstein a Hollywood e dalla conseguente campagna #Metoo, diventata virale. Intanto, sul tema ampio della violenza di genere è impegnata per l’attività di informazione e prevenzione la Questura di Bolzano. Il camper della Polizia di Stato sarà presente domani, martedì 14 febbraio, in piazza Municipio nel capoluogo, in concomitanza con la festa di San Valentino e in collegamento con la campagna “Questo non è amore”.

L’indagine Istat

Secondo l’Istituto nazionale di statistica sono 8 milioni 816mila (43,6) le donne fra i 14 e i 65 anni che nel corso della vita hanno subito qualche forma di molestia sessuale e 3 milioni 118mila le donne (15,4%) che le hanno subite negli ultimi tre anni. Le medie nazionali sono quindi inferiori ai dati dell’Alto Adige e del Trentino.

In fatto di vessazioni alle donne Alto Adige e Trentino superano la media nazionale. Le vittime sono rispettivamente il 49% e 48,5% della popolazione femminile, rispetto al 43,6% italiano.

“Considerando – precisa l’Istat guardando a tutta Italia – solo le tipologie di molestie sessuali rilevate anche nell’indagine del 2008-2009, il fenomeno risulta in sensibile diminuzione. La stima delle donne che hanno subito molestie sessuali nei tre anni precedenti alle indagini è passata da 3 milioni 778mila (18,7%) nel 2008-2009 a 2 milioni 578 mila (12,8%) nel 2015-16”. E per la prima volta, prosegue l’istituto, “sono rilevate le molestie a sfondo sessuale anche ai danni degli uomini: si stima che 3 milioni 754mila uomini le abbiano subite nel corso della loro vita (18,8%), 1 milione 274 mila negli ultimi tre anni (6,4%)”.

A livello nazionale, gli autori delle molestie a sfondo sessuale “risultano in larga prevalenza uomini: lo sono per il 97% delle vittime donne e per l'85,4% delle vittime uomini”. Distinguendo per tipologia, le molestie verbali sono la forma più diffusa (24% delle donne e 8,2% degli uomini nel corso della vita). Le molestie con contatto fisico, “ovvero le situazioni in cui le vittime sono state accarezzate o baciate contro la loro volontà, sono state subite nel corso della propria vita dal 15,9% delle donne e dal 3,6% degli uomini”.

La percezione della gravità delle molestie fisiche subite, nota ancora l’Istat, “è molto diversa tra i generi: il 76,4% delle donne le considera molto o abbastanza gravi contro il 47,2% degli uomini”.

Le vessazioni corrono anche sul web: “Nel corso della propria vita – si legge – il 6,8% delle donne ha avuto proposte inappropriate o commenti osceni o maligni sul proprio conto attraverso i social network e all’1,5% è capitato che qualcuno si sia sostituito per inviare messaggi imbarazzanti o minacciosi od offensivi verso altre persone. In questo caso il dato degli uomini non è particolarmente diverso (rispettivamente 2,2% e 1,9%)”.

Polizia in campo contro la violenza di genere

In piazza Municipio sarà presente il camper con il personale esperto della Polizia di Stato e gli operatori dell’associazione Gea. “In rappresentanza – spiega la Questura – delle associazioni antiviolenza presenti sul territorio. La violenza contro le donne ha fatto accrescere, specie negli ultimi anni, l’allarme sociale a causa dell’elevato numero di episodi registrati, commessi anche in ambito familiare. È proprio l’ambiente in cui tali situazioni si verificano a porre la vittima in una posizione di forte fragilità psicologica, tanto da non riconoscere la stessa violenza subita e, conseguentemente, a non formalizzare una denuncia agli organi di polizia”.

Si tratta di un fenomeno molto insidioso perché rimane nascosto nel contesto domestico ed emerge quando gli atti persecutori raggiungono livelli estremi. Inoltre, spesso la vittima non riconosce la violenza subita.

Per la Questura si tratta “di un fenomeno molto insidioso, perché, nella maggior parte dei casi, rimane nascosto nel contesto domestico ed emerge quando gli atti violenti e/o persecutori raggiungono livelli estremi, che, nei casi più gravi, portano alla morte della vittima. La campagna di sensibilizzazione parte proprio dalla consapevolezza che non è più sufficiente agire quando il reato si è già consumato, ma è assolutamente necessario intervenire prima, attraverso un’incisiva opera di informazione e di supporto alla cultura di genere”.