Gesellschaft | Second hand

Tangenti anche per BBT?

A denunciarlo è il manager pentito Giampiero De Michelis. Un’ampia inchiesta pubblicata dal settimanale Espresso racconta il 'sistema' di corruzione nelle grandi opere.
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Foto: Espresso

Lo scorso 27 ottobre 2016 avevano rilanciato la notizia, apparsa sulle prime pagine dei quotidiani nazionali, relativa all’ondata di arresti effettuati in tutta Italia per un giro di tangenti collegato con grandi opere. Un’inchiesta che vide all’epoca coinvolti anche due dipendenti dell’azienda di costruzioni di proprietà di Pietro Oberosler, nello specifico per quanto riguarda i lavori relativi alla TAV Milano Genova. 

Ieri sul settimanale Espresso un lungo reportage esclusivo a firma di Paolo Biondani e Giovanni Tizian rincara la dose, tracciando un quadro di quelli che vengono chiamati gli ‘imbrogli d’Italia’ messi in atto attraverso le grandi opere. 
Il quadro offerto collega tra loro diverse infrastrutture strategiche che sarebbero interconnesse anche da un ampio sistema fondato sulla corruzione, a detta del ‘pentitoGiampiero De Michelis. E che sarebbero caratterizzate anche dalla scarsa qualità realizzativa, secondo una prassi consolidata in Italia (“gallerie che possono crollare, cemento che non tiene, buchi nell’amianto” precisa Espresso).  
Stiamo parlando del terzo valico della Milano Genova, ma anche di altre opere. Come la TAV Torino Milano, la navetta Pisa Mover, il raddoppio della superstrada Caltanissetta - Agrigento, la onnipresente Salerno Reggio Calabria, la TAV Bologna Firenze. Per la prima volta però nell’elenco delle grandi opere che sarebbero legate al malaffare compare però anche il tunnel di base del Brennero
Secondo gli autori del reportage infatti la grande opera ‘altoatesina’ sarebbe tra quelle che il pentito De Michelis cita come ‘modello di spartizione’.

Quando venne arrestato in ottobre - scrive Espresso - De Michelis era il direttore dei lavori degli ultimi macro-lotti della Salerno-Reggio Calabria e della nuova TAV Milano Genova. I magistrati gli chiesero se conosceva altre opere inquinate dal malaffare. La risposta fu istantanea: “il Brennero”. De Michelis avrebbe riferito che per i lotti di Aica e Mules la ditta Spm di Stefano Perotti avrebbe vinto la gara per la progettazione nel 2008, ma con una falsa certificazione firmata da un manager ex dirigente della Fiat. I giornalisti dell’espresso Bindani e Tizian, che sono entrati in possesso dei verbali di interrogatori a De Michelis, riferiscono anche come il manager di Sintel oggi pentito non avrebbe fatto ricorso per non aver ricevuto in appalto i lavori ad Aica e Mules, perché ‘compensato’ altrove. 

Il lungo reportage del numero dell’Espresso da ieri in edicola in sostanza riassume il complicato sistema attraverso il quale finora sarebbe stata spartita quella che viene definita una ‘torta miliardaria’ a professionisti, burocrati e politici. E dalla quale dunque non sarebbe estraneo anche il progetto del BBT. 
Anche questa nuova Tangentopoli - secondo Paolo Biondani e Giovanni Tizian - sarebbe stata guidata da un centro operativo nella capitale. Ove i controllori - secondo quanto affermato dal pentito De Angelis - avrebbero fatto solo ‘finta’ di controllare. 

Nelle prossime ore salto cercherà di sentire la società del BBT per capire qual è la loro reazione in merito a quanto è stato pubblicato da L'Espresso.