Il ventre molle della politica locale

Rai Bolzano: gridare al lupo quando è già dentro il pollaio non serve a nulla.
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La “questione RAI”, tornata in queste settimane di attualità in provincia di Bolzano, merita di essere approfondita perché il grado di qualità dell’informazione locale – specie se pubblica – è un aspetto che influenza a più livelli la vita della nostra comunità.

Se da una parte appare chiaro che non può essere tollerata alcuna ingerenza politica, appare altrettanto chiaro che l’ingerenza politica fa parte integrante del sistema informativo pubblico italiano. La RAI è sempre stata la rappresentazione plastica dei pesi e dei contrappesi politici in Italia. Certo, fare eleggere direttamente dalla Provincia di Bolzano il direttore della sede locale della RAI è un atto che si commenta da solo. Bene fa la redazione di lingua italiana a fissare dei paletti, difficilmente le si può dare torto. Più realista appare la redazione di lingua tedesca, nel senso che le manovre romane della SVP non la agitano più di tanto: invertendo i fattori, per lei, il risultato non cambia.

Ma anche la posizione di Ennio Chiodi – ex direttore del TG3 e della TGR – merita di essere considerata: raccogliere la sfida che questo nuovo passaggio della tormentata storia della RAI pone alla politica della nostra terra. E qui la questione si fa complicata. Questi dovrebbero essere tempi nei quali la nostra provincia, dal punto di vista politico e amministrativo, cambia pelle. Su tutti, il ridimensionamento della SVP da partito pigliatutto a partito “da solo non posso più”. Eppure a Roma questa manciata di voti contano sempre, quindi resta sempre in piedi questa contraddizione apparentemente insanabile, ma che tende ad una certa risoluzione, anche se in tempi ancora lunghi.

Il tema è uno, a mio parere: la debolezza strutturale della comunità di lingua italiana della nostra provincia. Nella questione RAI locale quale partito italiano interviene? Nessuno, se non tenui vagiti sparsi qui e là. La visione lunga che ci spetta e alla quale tendiamo è solo nelle mani della SVP e dei marchi forti di questa provincia: Provincia, SMG, Camera di Commercio, Fondazione Sparkasse, Athesia, HGV e pochi altri. Dove sta l’interlocutore “italiano”?

La redazione RAI di Bolzano di lingua italiana è una ridotta avanzata con i viveri in esaurimento e sembra che neppure ne voglia fare richiesta. Attende. Che cosa? Non sarebbe meglio porre alla SVP direttamente la questione della tutela anche degli interessi della comunità italiana? Del resto, le stampelle del PD, ad esempio, servono anche alla SVP no? Ragioniamo su una sorta di “provincializzazione” (“p” minuscola”) della RAI locale consentendo anche alla programmazione di lingua italiana di aumentare significativamente i suoi spazi. Se dobbiamo saltare il fosso saltiamolo tutti. Io non credo che la SVP possa non tenere conto di questo aspetto.

Certo, qui i problemi poi diventano due: reperire sul territorio il partner politico che sappia dare corpo a questa operazione di fine ingegneria politica – schiena dritta – e avere qualcosa da dire; e qui, anni e anni di progressivo depotenziamento della comunità di lingua italiana, anche da parte dei suoi stessi interlocutori politici – sempre interessati a fare affari col capo – non fanno ben sperare. Ma noi vogliamo ancora crederci.