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Dietro le quinte del marinaio

Augusto Quinto Bruni, programmista radiofonico, saggista e già collaboratore del maestro del fumetto Hugo Pratt, ora è in libreria con Corto Maltese dietro le quinte.
Corto Maltese
Foto: commons.wikimedia.org

L’avevamo lasciato due decenni fa a demolire certezze di unicità, dimostrando dalle frequenze radiofoniche di RAI Bolzano quanto culti, miti, usi, ricorrenze, tecniche e strumenti della nostra regione fossero in realtà legati da fili invisibili a quelli di paesi lontanissimi. Il programma era La mappa dei sogni e lui è Augusto Quinto Bruni, programmista radiofonico, saggista e già collaboratore del maestro del fumetto italiano Hugo Pratt, ora in libreria con Corto Maltese dietro le quinte. Lungi dal voler rimarcare la peraltro assodata grandezza del disegnatore, almeno per i lettori sopra i quarant’anni vero target del libro quando invece ai più giovani Corto è ormai pressoché sconosciuto, Bruni va piuttosto a inserirsi nel filone dei rari saggi tesi a evidenziare la figura del Maestro di Malamocco quale grande scrittore, sempre combattuto fra una spietata esegesi storica e la sua scoppiettante inventiva. L’hanno preceduto Umberto Eco, con Geografia imperfetta di Corto Maltese, Gianni Brunoro (Corto come un romanzo nuovo), in parte Stefano Cristante con Corto Maltese e la poetica dello straniero, ma nessuno come il nostro ha avuto la possibilità di entrare a fondo nel meccanismo creativo prattiano, partecipando alle ricerche che questo sempre presupponeva. “Bravo. Vai avanti”, diceva HP, cosicché dopo una telefonata alle tre di notte l’indomani ci si doveva magari precipitare a Parma, dove al Museo di Storia Naturale c’era una collezione etnografica congolese dei primi del XX secolo ancora in grado di restituire alla vista il micidiale corredo metallico degli uomini-leopardo, sorta di polizia segreta, braccio di una giustizia africana denegata dal colonialismo e che dal 1870 al 1930 camufferà  le sue esecuzioni per attacchi di belve feroci. Solo fatte le opportune verifiche, Corto si alleerà con loro nell’ultima avventura africana de Le Etiopiche. Una delle abilità narrative di Pratt stava nel far apparire come irreale ciò che era vero  e come reale ciò che aveva inventato  di sanapianta. Quando a ciò si aggiunge l’enorme capacità di sintesi del fumettista, in grado di racchiudere un intero universo di avvenimenti storici in poche nuvolette, si capisce bene l’esito ultimo delle sue narrazioni: contaminare i lettori con la sua stessa febbre per la ricerca, guidandoli al punto esatto in cui il sentiero si perde e bisogna attivarsi per capire come procedere. “Hugo è un virus e io sono felice d’essermi infettato”, dice il collaboratore e amico di una vita Lele Vianello che con Guido Fuga chiude il trittico dei mostri sacri del fumetto usciti dalla fucina veneziana. 

 

Certo gli appassionati di Pratt potranno soffiare via la polvere dagli albi storici, rileggendo magari Una ballata del mare salato o Le Elvetiche facendosi accompagnare dietro le quinte di tali avventure da una guida precisa come questa, davvero in grado di colmare ogni dubbio interpretativo ma anche di ricostruire da accenni sparsi in poche tavole l’albero genealogico del Maltese e persino quello della sua presunta fidanzata che si dimostra essere erede della genia cinese dei Soong. E ai non iniziati cosa potrebbe suggerire il libro di Bruni? Ricordiamo che Pratt non è mai stato ucronico, la sua immaginazione non si è spinta fino a sovvertire il dato storico fantasticando che le cose fossero andate diversamente, il suo genio è consistito piuttosto nel creare trame leggendo tra le pieghe delle fonti ufficiali, vagliandole rigorosamente e dando poi briglia all’inventiva con riguardo alle combinazioni possibili tra storia e storia. Dunque il saggio può costituire benissimo anche un primo approccio ai personaggi e alle realtà storiche conosciute dal marinaio Corto nei suoi viaggi, dal 1887 alla fine degli anni Sessanta. Indifferentemente emergono le  figure di Rasputin o del Barone von Ungern, i collegamenti tra la scuola Sufi dei Dervisci rotanti e Saladino, i Cainiti il cui culto praticato dal Maltese rilegge la negatività biblica di Caino in senso positivo, il vudù, l’Irlanda del Libro delle invasioni e le saghe gallesi del Libro di Taliesin dalle quali si sviluppano le figure di Merlino e Morgana, i filosofi alessandrini, gli sciamani tibetani. Seguendo queste infinite piste in giro per il mondo, comprese quelle rivelatesi false, lo scritto accende nel lettore altrettanti possibili spunti narrativi nel presente, ripetendo a suo modo il miracolo insito nella scrittura prattiana. Facciamo un esempio concreto: da un anno e mezzo a questa parte il battito d’ali di un pipistrello sta tenendo in scacco il mondo intero, paralizzandone in gran parte le attività e ribaltandone le abitudini. Il piccolo mammifero sovverte già comunemente le nostre regole di vita, non vede di giorno bensì al buio, è sveglio quando noi siamo a letto, dorme a testa in giù e ama abitare tra le rovine dei palazzi di poteri rovesciati, di pensieri andati a male. Nel 1229 Giacomo I di Aragona, strappa Majorca ai Mori e aggiunge un pipistrello allo stemma della città di Palma, ripetendosi anche con la città di Valencia che mantiene tutt’ora il volatile nel simbolo della propria squadra di calcio, imitata poi da Barcellona di cui lo stesso sovrano era comunque conte. Il mondo cristiano non ama in genere i chirotteri, li considera esseri demoniaci e li associa alla magia nera. Templari e notabili Mori adepti del sufismo già frequentatisi in Terrasanta offrono una mano fondamentale a Giacomo I nella riconquista cristiana di Spagna e lui ne usa il simbolo alato proprio per dichiararsi partecipe dei loro stessi saperi. Alla leggenda del Murcielago, dove un pipistrello lasciandosi cadere ripetutamente sulla pelle di un tamburo sveglia Giacomo I allertandolo che i Mori stanno irrompendo nel suo accampamento, fu poi affidato il compito di riabilitare il pipistrello come vigilante e nostro protettore. Esattamente come lo sarà Batman, la figura a fumetti di Bob Kane e Bill Finger poi finita in tivù e al cinema. Da cosa abbia voluto metterci in guardia il pipistrello questa volta, di quali imperi stia annunciando la rovina, alla riscoperta di quali saperi mistici voglia compattarci, saranno la fantasia e l’intuizione di ognuno di voi a dirlo. 

 

Da ultimo, il libro non si limita a Corto ma, complici le frequentazioni tra il suo autore e il fumettista, finisce per restituire il dietro le quinte dello stesso Hugo, il che spesso implica dei quadretti estremamente divertenti, alcuni impagabili. Nella casa di Grandvaux, cantone svizzero di Vaud dalle parti di Losanna, a un giornalista canadese impudente al punto da presentarsi a intervistare il Maestro vestito da jogging e ancora tutto sudato vengono offerti come salatini da aperitivo i biscottini di Batman (il gatto di Pratt...). Il tassista di fiducia dal volto scavato e le orbite infossate viene appellato gentilmente come “Dracula”, spesso richiesto di accendere l’autoradio per sentire un po’ di “rock svissero”, delle polke a base di jodel e fisarmonica con terribili batterie elettroniche a fare il ritmo per risparmiare sui musicisti. Pazienza da “Scarso” a Malamocco, locanda prediletta di HP al Lido assieme al “Cacciatore” che oggi non c’è più, ma il papà del Maltese riusciva a ordinare le pietanze in dialetto veneziano anche con la proprietaria del ristorante cinese di Losanna che parlava esclusivamente il mandarino stretto. Emergono i progetti mai realizzati di portare al cinema alcuni titoli di Corto, con Carlo Ponti e Sofia Loren ma poi anche con Steven Spielberg, così come l’urgenza prattiana di sottrarre alle grinfie degli editori la proprietà delle sue tavole. Morto Pratt, nel 1995, la Cong Sa cui era riuscito a trasferire tutti i diritti nel 1987 ha chiuso le porte persino agli eredi legittimi del Maestro, Silvina, Jonas e Marina, figuriamoci a chi ne volesse anche solo divulgare l’opera con un saggio come questo. Come s’intuisce dalla bella copertina di Valentina Villa che fa quel che può, si arriva al parossismo di un volume che analizza nel dettaglio tante tavole di Corto Maltese, invogliando all’acquisto delle opere presso chi ne detiene il copyright, senza poterle mai raffigurare per le esose pretese economiche vantate dagli arcigni custodi dell’immagine del marinaio di carta. Chissà se Patrizia Zanotti e Marco Steiner, i detentori dei diritti, si sentono mai addosso lo sguardo di due occhi azzurri profondi come il mare.