Festa del sacrificio
Foto: upi
Gesellschaft | finferli e nuvole

Festa del sacrificio. E del supplizio.

Mille musulmani a Bolzano per celebrare la Festa del sacrificio, un momento di unione fra le comunità islamiche. Ma c’è un “ma”: la macellazione degli animali.

Domenica 11 agosto circa mille musulmani si sono ritrovati a Bolzano nei padiglioni della fiera per la festa del sacrificio. L'iniziativa ha avuto il pregio di unire le varie comunità islamiche in un unico luogo e per la stessa occasione. È stata onorata anche dalla presenza del sindaco, Renzo Caramaschi, e dal responsabile del dialogo interreligioso, Mario Gretter.

Ma c'è un “ma”: la macellazione degli animali.

La pratica, infatti, consiste nell'uccisione di animali per dissanguamento, tramite rescissione della carotide, senza obbligo di stordimento preventivo. Ricorda la Protezione animali (Enpa): “Durante l'intera procedura l'animale sacrificale resta vigile e cosciente, vivendo impotente l'esperienza della propria morte: un 'supplemento di crudeltà' che non concede il “beneficio” della pietà.” 

 La macellazione rituale è una pratica crudele e contraria ai principi della nostra civiltà: va vietata

Com'è possibile un tale rito nell'Italia del 2019? All'estero alcuni stati membri dell'Eu non autorizzano la macellazione rituale senza stordimento: Slovenia, Svezia, Danimarca, Finlandia, Lituania; le Fiandre e la Vallonia lo fanno proprio a partire dal 2019. Divieto anche in Svizzera, Norvegia e Islanda; in Austria la regolamentazione è severissima.

Inoltre, a Bolzano sempre più sono i negozi che vendono carne “halal”. Come si riforniscono? Dove viene macellata? “I macelli autorizzati sono pochi, e abbattono in media 150 capi a settimana.”, scrive la rivista Sale&Pepe.

La cosa più importante rimane tuttavia il principio. Gli animali hanno anche diritti; la legge italiana del '91 che li tutela è una delle più avanzate al mondo. La macellazione rituale è una pratica crudele e contraria ai principi della nostra civiltà: va vietata.