Gesellschaft | Slow Food

Un calice di "bolle"

Domani (mercoledì 14 novembre), dalle 20, appuntamento a La Bottega per capire come scegliere le migliori bottiglie per le vostre cene
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Foto: upi
In inglese suona "learning by drinking", che in Italia si può sciogliere così: il miglior modo per imparare a bere è abituare il palato a molti gusti diversi, finché non si è capaci di riconoscere quello che più ci appaga. Uno champagne? Un metodo classico? Un vino ancestrale?
È questo il modello del corso di degustazione di bollicine promosso a Bolzano da La Bottega Fine Distillates, nel punto vendita di Galleria Vintler 3. Le domande cui verrà data risposta, nell'appuntamento in programma il prossimo mercoledì 14 novembre, dalle 20, è "quanti tipi di 'spumante' esistono? Come e dove vengono prodotti? Quali sono le differenze?". 
La degustazione sarà improntata sull'assaggio e sulla scoperta in maniera autonoma dei vini, con il supporto di Federica Randazzo, wine writer e sommelier, curatrice per l'Alto Adige della guida Slow Wine (qui la sua intervista con Salto.bz sul futuro del vino in provincia). Ai calici saranno accompagnati pillole di storia, sui tanti metodi di produzione. 
L'incontro sarà caratterizzato da 5 vini: dal Prosecco allo Champagne passando per Franciacorta e Trentodoc. La quota di partecipazione è di 30 euro a persona.
Chi dopo la serata volesse continuare ad approfondire il tema, può farlo con un libro appena pubblicato da Slow Food, "Le migliori 100 bollicine d’Italia". Un volume che nasce per dar conto di un fenomeno planetario, ovvero - come scrivono nell'introduzione i due curatori, Giancarlo Gariglio e Fabio Giavedoni - "la crescita imponente della produzione di vini con le bollicine èche] segue il successo clamoroso che molte di queste etichette hanno avuto sul mercato italiano e mondiale. Gran parte del successo che le esportazioni delle nostre bottiglie hanno registrato all’estero è dovuto al fenomeno Prosecco, che come un fiume in piena ha inondato il mondo con la sua effervescenza".
Se il Prosecco è un "fenomeno", chi segue con attenzione le evoluzioni vitivinicole può osservare "fermento" in tante altre regioni del Paese tradizionalmente vocate, dalla Franciacorta (Lombardia) a Trento, passando per l'Oltrepò Pavese (Lombardia) e l'Alta Langa (Piemonte). "Anche il mondo variegato dei Lambruschi ha beneficiato, dopo anni di stagnazione, di questa tendenza. Infine in Italia si è sviluppato un importante movimento di spumantizzazione dei nostri numerosi vitigni autoctoni" scrivono Gariglio e Giavedoni.
Il volume di Slow Food (qui) nasce per raccontare questa piccola rivoluzione, e "aiutare il lettore a districarsi in questo mondo piuttosto complesso". Le 100 etichette diventano un modo per raccontare in modo comprensibile e fruibile il meglio delle varie tipologie di bollicine prodotte in Italia.
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Martin B. Di., 13.11.2018 - 18:29

Prosecco schmeckt mir auch in besseren Qualitäten nicht so. Trientner Sekt hat ein fantastischer Preis-Leistungsverhältnis (7-12 €) und den trinke ich relativ oft. Zu besseren Anlässen Südtiroler Sekt, Franciacorta oder eben ein echter Champagner. Lambrusco und Ähnliche sind für mich ungenießbar. Wenn es in der Preis- und Qualitätsklasse der Trientner und im klassischen Champagner-Stil (Pinot Blanc & Noir, Chardonnay) lokal leicht erhältliche Flaschen gibt, dann gerne her damit. Morgen Abend habe ich leider einen anderen Termin, aber es bräuchte mehr (über)regionale Sekt-Verkostungsmöglichkeiten.

Di., 13.11.2018 - 18:29 Permalink