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Milo Manara, un fumettaro

Milo Manara, ospite all'Università di Trento, ha raccontato del mito, del rapporto con Federico Fellini - che nasce fumettista - e della vita di Caravaggio & altro.
Milo Manara
Foto: Domenico Nunziata

Amarcord

>. Così diceva Federico Fellini a Milo Manara quando lavoravano insieme. Entrambi nascono come fumettisti - più precisamente come disegnatori e poi sì, anche sceneggiatori - ma il primo sappiamo cosa diventò. Il secondo, invece, rimase fedele alla vocazione originaria e divenne “Ah, Milo Manara, quello dei fumetti”. Manara nasce a Luson, quindi è altoatesino di nascita, ma ha sempre vissuto in Veneto, dove ancora vive, lavora, disegna. E’ conosciuto in Italia e all’estero, soprattutto in Francia, per i suoi fumetti erotici. Le donne di Manara, insieme a Valentina di Crepax, rimangono nell’immaginario collettivo italiano ancora oggi, tralasciando il fascino intrinseco di Eva Kant, la compagna di Diabolik.

Ma cosa accomuna Manara e Fellini? Prima di tutto un’amicizia pura cominciata nell’83, che è diventata anche lavorativa solo tre anni dopo, quando Fellini chiede all’amico fumettaro di lavorare insieme a lui: Fellini alla sceneggiatura, Manara ai disegni. Così nasce Viaggio a Tulum, pubblicato sul Corriere della Sera. Il sodalizio andrà avanti per un bel po’ di tempo, ci sarà anche Il viaggio di G. Mastrona detto Fernet e Manara sarà anche l’autore delle locandine dei film più famosi di Fellini, compreso l’ultimo: La voce della luna, con Benigni e Paolo Villaggio.

Il 1986, quindi, è stato un momento importante per la cultura italiana, soprattutto per il fumetto: nello stesso anni, infatti, Tiziano Sclavi firma il suo primo progetto seriale a lungo termine per la Sergio Bonelli Editore, Dylan Dog, l’indagatore dell’incubo - tutt’oggi il secondo fumetto più venduto d’Italia, il fumetto che ha rotto la barriera tra le categorie snob di fumetto d’autore e fumetto popolare, come se “popolare” fosse un dispregiativo: Manzoni o Dumas non sarebbero d’accordo.

 

 

Fuori da Fellini, dentro al mito, all'Università di Trento

Manara - che di recente ha pubblicato per Feltrinelli Comics un artbook, Red Light -  ha raccontato non solo del sodalizio con Fellini ma anche d’altro, di cui parleremo tra poco, al dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento, all’interno di un convegno di due giorni sul Mito e le sue rielaborazioni nel fumetto contemporaneo. Dall’introduzione filosofica del professor Leghissa sulla inscindibilità tra mito e logos, alla celebrazione dei 70 anni di Tex, per giungere al fumetto underground californiano e ai vampiri di Dampyr, spingendoci più in là, fino all’animazione sovietica - il convegno è stato tra i più variegati in Italia, per temi e linguaggi: e sarebbe poco opportuno, anche se sarebbe divertente, fare un report di tutto ciò che si è detto. Ci si può soffermare su quello che ha raccontato però Manara, che è sicuramente riassuntivo, per i rapporti con il cinema, la letteratura e il mito. E quindi si continui a far parlare lui!

Amarcord, come nella Voce della luna, ricreava tutto il set in studio, tutto era ricreato. Lo creava lui, perché è come se in tutti i suoi film ci fosse un leggere sfasamento tra la realtà e la memoria di Fellini stesso. Fellini quando raccontava le storie, le passava attraverso un filtro mnemonico, che era ovviamente suo, anche quando raccontava il futuro>>. E quindi nel ricordare l’amico regista, Manara continua: >.

 

>. Ma sulle contaminazioni con il mito all'interno del fumetto - quello dolomitico in Manara non è ancora presente -  ovvero l'argomento principe del convegno, Manara racconta della collaborazione con un altro autore molto importante del fumetto italiano: Mino Milani, sceneggiatore con cui ha ideato La parola ai giurati. Processo a…, una serie di fumetti in cui molti personaggi storici controversi vengono messi davanti a una giuria, da Oppenheimer al generale Custer, fino - adesso ci arriviamo - ad Elena di Troia, l’unica ad arrivare alla corte d’appello. La si difende, Elena, un po’ come l’antico sofista greco Gorgia nell’Encomio di Elena. >

 

Ma questo è l’ultimo accenno che Manara fa intorno al tema principale delle due giornate, prima prima che i relatori del'incontro gli chiedano di passare alla sua ultima grande passione in ordine temporale: Caravaggio. Caravaggio - La tavolozza e la spada è uscito nel 2015 per Panini comics 9L ed è il primo volume di una serie di libri a fumetti dedicati a Caravaggio, pittore-feticcio di Manara. >. Ma di Caravaggio sono affascinanti soprattutto i modi in cui raffigura le donne, donne di strada, che Caravaggio ha realmente visto, con cui ha forse parlato. >.

E una volta conclusosi l'incontro, rispondendo a chi in sala lo chiama giustamente “maestro” o “autore di graphic novel”:  >, dice.