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“Il movimento è biodegradabile”

Eletto fuori regione ma senza paracadute, Maurizio Cattoi del M5S è “l'altro” parlamentare altoatesino (di origine) alla Camera. Con il supporto di Florian Kronbichler?
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Foto: M5S

Abbiamo raccontato la storia di Maurizio Cattoi un paio di settimane fa, mentre girava per le Marche a bordo della sua auto: era impegnato del tour elettorale (o sarebbe meglio dire “rally”?) in vista del voto del 4 marzo, che lo ha visto eletto alla Camera dei Deputati per il Movimento 5 Stelle nel collegio uninominale di Fano, dove risiede. Ora lo ritroviamo nei panni di Onorevole “in pectore”: è di nuovo in viaggio, di ritorno da Bressanone dove vivono i suoi genitori. Il cellulare non prende, ma questa volta non è colpa delle abbondanti nevicate di Burian, bensì dei dirupi della chiusa di Salorno che separano il Sudtirolo dal resto del mondo. Durante la permanenza altoatesina, Cattoi ha incontrato il parlamentare uscente dei Verdi Florian Kronbichler, per cinque anni l'unico rappresentante dei sudtirolesi di lingua tedesca “alternativo” alla SVP. I due non si conoscevano: un incontro molto amichevole, a detta dei diretti interessati. Un ideale passaggio di testimone?

Salto.bz: Dalla lunga carriera nel Corpo forestale dello Stato all'elezione a Montecitorio – come ha accolto la sua vittoria?

Maurizio Cattoi: È stata del tutto inaspettata. Una progressione di tappe successive, a partire dal mio impegno con i forestali. Ho trovato l'opportunità di fare campagna elettorale aprendo una finestra che sembrava chiusa del tutto, quella sulla sorte del Corpo forestale. Questa è stata la sorpresa più bella: trovarmi candidato dal Movimento come esterno, Movimento col quale avevo comunque già avuto un contatto importante durante i lavori sulla riforma Madia. Non avevo messo in conto di vincere. Ora si realizza una felicissima combinazione: rappresentare una voce dei forestali in Parlamento, e trovare al contempo una forte sintonia con i temi ambientali del M5S. Non ho fatto alcuna fatica ad aderire al progetto e ora mi impegnerò per realizzarlo.

E come spiega l'affermazione del Movimento nel collegio elettorale di Fano?

Nella mappa d'Italia, le Marche costituiscono la punta più settentrionale della vittoria del M5S negli uninominali. Ciò non significa che nelle altre regioni il Movimento non sia il partito più votato. Il movimento si è ben radicato nelle precedenti tornate elettorali, alle amministrative. L'affermazione alle politiche segue la crescita e la maturazione della risposta popolare verso i temi di trasparenza e buon governo dei 5 Stelle. Nel mio caso, questo effetto positivo creato dall'apertura del movimento alla società civile ha portato un valore aggiunto, coerente con la natura profonda del Movimento. Difficile dire quanto “in più” io abbia portato: di certo c'è stato un apprezzamento trasversale alla mia persona – mentre tutte le competitors (di PD, centrodestra e LeU) venivano dalla politica attiva.

In Parlamento lei rappresenterà, oltre che “la nazione”, i comuni delle province di Pesaro-Urbino e Ancona dove è stato eletto. Quali temi porterà a Roma dalla provincia marchigiana?

Il mio territorio è una circoscrizione che non è mai esistita, frutto di questa nuova legge elettorale, che ha combinato situazioni socio-politiche molto diverse tra loro. È coinvolta più la costa che l'entroterra, con i tre agglomerati di Fano, Senigallia e Falconara, con problematiche differenti. Mi riferisco soprattutto a Falconara, realtà sociale estremamente complessa e poco conosciuta: una città cresciuta intorno a un petrolchimico, una raffineria che da anni genera criticità legate alla salute della popolazione – tutt'altro che risolte – nonché di corretto monitoraggio sia delle emissioni che dell'epidemiologia. A tutto ciò si aggiungono le problematiche occupazionali, che ne fanno un po' l'Ilva delle Marche. A Senigallia c'è stata l'alluvione nel 2014, in cui la città si è scoperta fragile, vulnerabile. Situazioni di carattere ambientale che trovano in me un punto di riferimento.

Venendo all'Alto Adige: a urne chiuse, con l'elezione a Bolzano di Maria Elena Boschi e Gianclaudio Bressa, il Sudtirolo non ha espresso un proprio parlamentare di lingua italiana “autoctono” bensì due “paracadutati” – una new-entry e uno di lungo corso, per così dire. Abbiamo però degli eletti fuori provincia: la riconferma di Michaela Biancofiore, il debutto (per caso) di Filippo Maturi e infine lei, che ha origini altoatesine ma è marchigiano d'adozione. Il Movimento 5 Stelle è andato bene pure in Alto Adige, con la rielezione del deputato regionale Riccardo Fraccaro. Si sente di rappresentare anche lei, in qualche modo, la provincia di Bolzano?

Il problema è di una novità assoluta, che si aggiunge alla novità dell'elezione e all'energia che può avere il Movimento 5 Stelle quale forza di governo con delle caratteristiche peculiari: parlo di quei criteri partecipativi e di quei princìpi che hanno nelle corde il percorso autonomistico. Credo ci sia ancora tanto da scrivere e da elaborare, ma le premesse sono molto buone, in linea di principio sui grandi temi della partecipazione democratica e del rispetto delle autonomie locali. È una fase in cui si può pensare a delle elaborazioni ancora originali. In questo senso, mi sento nelle condizioni di poter rappresentare, se non un ponte, almeno una sonda all'interno dei vari sistemi.

In quanto sudtirolese di lingua e cultura italiana posso rappresentare, se non un ponte, almeno una sonda.

Ovvero?

Il ponte è una struttura compiuta – ma io sono stato eletto per le esigenze territoriali delle Marche e ho un percorso che politicamente non nasce in Sudtirolo. Ciononostante, non ho alcuna difficoltà a ritenermi comunque una sonda a cinque stelle in Parlamento e sul territorio in quanto sudtirolese di lingua e cultura italiana – per la vita sociale e la mia famiglia “ibrida” in Alto Adige, nonché per la conoscenza che ho della way of life sudtirolese a cavallo di culture europee. Avrò un occhio di riguardo alle realtà altoatesina e trentina – sono pure di origini trentine, i miei nonni erano Kaiserjäger – così come guardo alle Marche da cui provengo. Sarà anche un'occasione per avvicinarmi alla politica “alternativa” del M5S in Sudtirolo, alla declinazione “auf Deutsch”, pur non avendo ancora scambiato valutazioni attorno all'esito elettorale e gli equilibri locali post-voto.

Il Sudtirolo esprimeva nella scorsa legislatura un deputato altrettanto “alternativo”, il verde Florian Kronbichler, che su Salto.bz spese parole di elogio per il Movimento 5 Stelle – in particolare verso Paul Köllensperger. Pur venendo da percorsi politici diversi, avete in comune la conoscenza di Alexander Langer. Vi siete incontrati? Cosa le ha detto il suo “predecessore”?

L'ho conosciuto recentemente. Ho capito che abbiamo vissuto sulla stessa scacchiera, ma occupando caselle diverse. E insieme credo che potremo colmare le caselle sinora rimaste vuote. Intanto, come fossi un osservatore OCSE, seguirò più da vicino dinamiche e metodi partecipativi delle Bürgerlisten, un'eccellenza partecipativa a livello italiano. Molte esperienze possono essere mutuate altrove.

Io e Florian Kronbichler abbiamo vissuto sullo stesso scacchiere, ma occupando caselle diverse. E insieme potremo colmare le caselle sinora rimaste vuote.

Qual è la situazione a Roma? Ha preso parte agli incontri con gli altri parlamentari?

Abbiamo cominciato a costruire il gruppo di parlamentari. La situazione è delicata, come ha detto il nostro presidente del consiglio designato Luigi Di Maio ci vorrà del tempo per capire, al di là delle formule, chi vorrà aderire a un progetto che potrebbe essere molto più semplice di quanto sembri a primo acchito. Le cose da fare sono tante, ci si può trovare a governare il paese, e il M5S ha rivendicato la titolarità della conduzione del percorso. Siamo in attesa di come risponderanno gli altri partiti.

Il Partito Democratico ha detto “no” a qualsiasi collaborazione con il Movimento 5 Stelle: andrà all'opposizione, aprendo così la strada alla Lega di Matteo Salvini...

Non saprei come valutare tale decisione. Si tratta di problemi che riguardano la loro dinamica interna, nell'affrontare la loro stessa prospettiva strategica. Per rispetto alla vita di molti parlamentari eletti con altre forze politiche, bisognerà vedere come loro decideranno per sé e per la propria compagine politica. Io sono molto ottimista: credo che quando si depositerà la polvere, resteranno le cose essenziali sul terreno, con la piena dignità di essere raccolte e gestite per il bene del paese. Non abbiamo molto tempo e ne siamo pienamente consapevoli. La correttezza che ci richiede il paese non dev'essere rivolta solo a noi, ma a tutte le forze politiche in Parlamento.

È davvero così ottimista?

Io sono ottimista perché i risultati parlano chiaro. Come parlano chiaro a noi, lo stesso vale per gli altri. La gente ha reagito in maniera molto più intelligente di quanto non abbiano fatto le forze politiche strutturate. È questa la cosa bella che abbiamo riscontrato nelle piazze, nei mercati, tra la gente comune, nelle aziende: non possiamo che dare al paese una risposta nella logica del cambiamento, e su questa base i vecchi meccanismi cesseranno di esistere. Beppe Grillo ha detto che il Movimento è biodegradabile: essendo tale, lancia la sfida a una consapevolezza che non prevede l'occupazione permanente del potere, bensì diventa un meccanismo – un tentativo umano e perciò pieno di criticità, ma serio e onesto – di uscita dalla sacca nella quale l'Italia si è inserita per ideologia, per clientelismo, per familismo. Mali dai quali sembrava impossibile scrostare il paese.