Kultur | Salto Afternoon

Brecce ed evanescenze

Inaugurata presso la galleria Espace/La Stanza di Bolzano la personale di Trull Oberrauch. La mostra resterà aperta fino al 26 marzo.

Trull Oberrauch
Foto: Salto.bz

Martedì 12 marzo, a Bolzano, è stata inaugurata presso la galleria Espace/La Stanza di via Orazio la mostra dell’artista informale Trull Oberrauch. Introducendo un catalogo edito nel 2001, Walter Guadagnini aveva stretto in una formulazione molto pregnante il suo lavoro: "Trull Oberrauch dipinge per lasciare un’impronta dell’incessante metamorfosi del mondo, senza rappresentare il mondo". Sono dunque tre i termini che possono essere isolati per procedere ad un avvicinamento non meramente descrittivo delle sue opere: metamorfosi incessante, rappresentazione (o meglio assenza di rappresentazione) e mondo.

Rinunciando a rappresentare il mondo è chiaro che la pittura può essere soltanto parte di quella trasformazione che ogni istante fa ed è il mondo. Il gesto produce una modificazione del mondo e di chi vi agisce, divenendo frammento di una storia per definizione aperta e refrattaria a depositarsi in una immagine statica.

 

Gli acrilici di Oberrauch invitano ad accordarsi con il loro silenzioso movimento, lasciando che la breve danza degli occhi in cerca di appigli (appigli che quindi saranno soltanto trovati per essere presto abbandonati) divenga essa stessa un episodio dell’insieme. Le superfici, queste superfici nelle quali prevalgono toni grigi, schiudono brecce di senso subito inghiottite dall’evanescenza complessiva, come piccoli falò accesi nella nebbia.

Scorrendo le note biografiche dell’artista, sappiamo che ella ha viaggiato molto ed ha soggiornato in diverse città: Londra, la Tailandia, l’India, il Messico, l’Ecuador, Roma, la Spagna. Ogni viaggio è sedimentazione, è racconto che accumula frammenti e cerca d’intesserli in una sintesi più ampia. Anche la parola “tessuto” (che deriva dal participio del verbo tessere ed è imparentata con il sostantivo “testo”) non è qui scelta a caso. Trull Oberrauch ha lavorato per anni nel mondo della moda, ed è quindi di casa in ambienti fatti di fruscii cromatici. Da quando – nel 1982 – ha cominciato a dipingere, la sua ricerca estetica si è progressivamente liberata da ogni finalità esteriore, essenzializzandosi. I quadri esposti non costituiscono però un approdo, ma solo un passaggio, una stagione del viaggio che, come la vita, già fluisce – o svapora – oltre.

La mostra è visitabile dal lunedì al venerdì (ore 17.00-19.00)  e il sabato (10.00-12.00) fino al giorno 26 marzo.