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Il programma? Work in progress

Bolzano. Ieri la giovanile dei Verdi ha organizzato un evento di discussione sulle tematiche giovanili, per cominciare a stilare il programma in vista delle provinciali.
Giovani Verdi 1
Foto: Domenico Nunziata

"Adesso la cosa importante è sapere cosa chiedere alla politica altoatesina e quali domande fare, le domande giuste". Così chiude il suo intervento in qualità di esperto del tavolo di discussione "Buon lavoro! Macchè!", Stefan Perini, direttore dell'Istituto Promozione Lavoratori. Gli Young Greens, infatti, hanno organizzato ieri al centro giovanile Papperlapap di Bolzano l'evento Sudtirolo - Land der Alten? No! Ci siamo anche noi!, per discutere di lavoro, studio, legalizzazione della cannabis e "cultura giovanile", compresa la volontà di poter riflettere in merito ai pregiudizi che si possono avere su questi temi.

Tobe Planer, consigliere comunale dei Verdi di Bolzano, Evelyn Fink e Zeno Oberkofler, studente di Fisica all'Università di Trento, introducono i lavori leggendo il saluto di Hans Heiss, che non ha potuto partecipare all'evento. "I punti più importanti che usciranno fuori dalla dibattito verrano inseriti all'interno del nostro programma per le prossime provinciali, una volta presentanto un documento conclusivo", dice Oberkofler. E di temi importanti per i giovani che studiano, lavorano - oppure riescono a fare entrambe le cose - ne sono stati stati trattati e hanno trovato relative convergenze, trasversali ai tavoli di lavoro.

"Anche sul tema della flessibilità lavorativa, bisogna stare molto attenti". (Joseph Untermarzoner).

Al tavolo Master of Desaster l'argomento che ha più impegnato i relatori e i giovani che vi hanno partecipato, è sicuramente quello del riconoscimento dei titoli di studio a livello europeo - e in genere internazionale - per poter entrare più facilmente sia nel mondo accademico, sia nel mondo lavorativo. "Il punto è che il mancato ricoscimento non ti permette di accedere agli esami di stato per l'abilitazione alla professione, per esempio avendo in mano una laurea in Architettura e poi non si può neanche pensare di accedere a un concorso pubblico", dice il relatore del tavolo.

I requisiti minimi richiesti dai concorsi e dall'amministrazione in generale risultano quindi di ostacolo, compresa la possibilità negata di poter richiedere il riscatto degli anni di università, per essere conteggiati all'interno del sistema di calcolo pensionistico. Quello che chiedono gli Young Greens è che anche il Sudtirolo possa muoversi in questo senso, "magari intrattenendo rapporti più stretti con Austria e Germania, magari è più facile farlo".

 

Il tema risulta molto sentito e il dibattito si protrae oltre il termine prestabilito di trenta minuti. "Il riconoscimento del titolo è fondamentale per garantire la piena mobilità in Europa, si dovrebbe seguire un metro di paragone comune, quantomeno europeo, affinché l'equipollenza dei titoli sia garantita". A sorpresa viene invece fuori la parola "Doppelstudium", ovvero la possibilità che viene negata agli studenti universitari che risiedono in Italia, di poter frequentare più di un corso di studi contemporaneamente. Per ora la questione rimane cristallizzata per via una vecchia normativa, ovvero il famoso Regio Decreto n. 1592 del 31/08/1933, che - appunto - lo impedisce. O tempora.

"Chi cerca lavoro, di solito lo trova senza particolari difficoltà".

Spostandoci invece al tavolo coordinato da Stefan Perini, si possono cogliere alcune istanze interessanti, quanto critiche, che provengono dagli studi compiuti dall'Istituto Promozione Lavoratori e dalla normale discussione sui temi portati al tavolo. "Se guardiamo alla pura statistitica, l'Alto Adige è messo molto bene dal punto di vista lavorativo. Abbiamo solamente il quattro percento di disoccupazione. Chi cerca lavoro, di solito lo trova senza particolari difficoltà. Poi bisogna vedere se quel lavoro sia buono o meno", dice Perini.

 

Quantità e qualità in Alto Adige non coincidono, soprattutto per i giovani e l'eterno status di praticanti a lungo termine, di stagisti e perenni tirocinanti. La lunga marcia verso la formazione permanente. Questo il sunto della critica di Perini e dei giovani, compreso un accenno all'alto costo della vita: in primis ci sono gli affitti a prezzi stellari, a parità di contratti di lavoro a tempo determinato o a chiamata, che "non garantiscono la certezza del benessere a lungo termine".

"Anche sul tema della flessibilità lavorativa, bisogna stare molto attenti. Per il datore di lavoro significa che può chiamare il lavoratore quando gli aggrada, mentre per il lavoratore quando ha tempo a disposizione. Poi non bisogna sottovalutare il fatto che la flessibilità concepita in un certo modo possa causare più di qualche problema a livello di stress", conclude Joseph Untermarzoner, riferendosi probabilmente a quelli che vengono definiti "smart work". Posto fisso, sicurezza lavorativa, maggiori possibilità di studiare e di muoversi senza difficoltà all'interno del suolo continentale e scetticismo sulla questione della flessibilità - questi i temi cardine della discussione.

Quando i lavori si concludono, i partecipanti scendono al piano di sotto per ascoltare il dj set di Berti degli Shanti Powa ma la reale sfida dei Verdi dei prossimi mesi - più che sul dance floor - sarà ovviamente quelle delle urne, in autunno, per cercare di convincere l'elettorato a riconfemare i tre consiglieri provinciali della colomba bianca e con l'assenza della candidatura di Heiss - storico volto dei Verdi - l'impresa potrebbe essere più ardua del previsto, a meno che gli assetti e gli equilibri all'interno del partito cambino forme in tempo breve. Parte del programma, quindi, è già stato redatto: quando sarà ultimato riuscirà però a convincere gli elettori?