Chronik | memoria

I 5.000 nomi del Lager

Tavole luminose sul muro di via Resia con gli appellativi dei deportati: il progetto della giunta di Bolzano. Caramaschi: "Ricordiamo chi ha sofferto per le dittature".
img_20180514_160324.jpg
Foto: saltobz

Cinquemila nomi: gli appellativi di tutti coloro che tra il 1943 e il 1945 sono passati dal campo di transito di Bolzano, molti dei quali vennero deportati e uccisi nei lager nazisti. Per la loro memoria, di vittime e superstiti – e in generale per mantenere vivo il ricordo delle atrocità e il monito contro la sofferenza delle dittature, quelle del Novecento e le contemporanee – la giunta comunale del capoluogo altoatesino ha deciso di promuovere un’installazione fatta di tavole luminose.

Sul muro dell'ex lager

Il progetto dal costo di circa 80.000 euro è stato illustrato ai colleghi della giunta dal sindaco Renzo Caramaschi. Oggetto della discussione la proposta di realizzare l’installazione sul muro dell’ex lager di via Resia (qui la ricerca dal sito del municipio con tutte le informazioni storiche). Per mostrare la lista di nominativi, spiega l’amministrazione, è stato individuata come mezzo tecnico più idoneo una grande parete di led sovrapposta alla parete su cui i nomi andranno man mano a scorrere.

L’intervento, si precisa, “non andrà a ledere in nessun modo la parete stessa”. La ripartizione comunale dei lavori pubblici dovrà individuare la procedura di gara più corretta per realizzare tale opera, con individuazione di un capitolato e definizione dei tempi utili di realizzazione comunque entro la conclusione del mandato amministrativo. Sarà cura dell’archivio storico cittadino fornire la lista dei nomi ad oggi disponibile.

Una gara per sviluppare le idee

“Faremo scorrere tutti i nomi di coloro che sono passati dal lager di Bolzano, molti dei quali poi, trasferiti e deportati in altri campi di concentramento, non hanno fatto più ritorno a casa” afferma Caramaschi. L’impegno è realizzare l’intervento prima della fine della legislatura. “Abbiamo quindi deciso – prosegue il sindaco – di partire con una gara. Abbiamo già delle idee però queste vanno sviluppate. E quindi sarà una gara a progetto da parte di ditte specializzate”.

Nessun "effetto Tribunale"

Il primo cittadino non teme il vespaio suscitato nello scorso autunno dall’installazione a led con la scritta di Hannah Arendt (“Nessuno ha il diritto di obbedire”) con la quale è stato depotenziato il bassorilievo del “duce a cavallo” di Hans Piffrader in piazza Tribunale. “No, anzi, si tratta di un’azione di rafforzamento della memoria – chiarisce –. Un progetto d’integrazione e valorizzazione del sito del lager di Bolzano che sempre più assume il ruolo di testimonianza attiva della sofferenza di tanti, troppi uomini che non sono più tornati dai loro cari. Un impegno etico e morale che intendiamo portare a termine entro i prossimi due anni”.