Politik | Elezioni

Un collegio a Bolzano

Bagarre SVP - minoranze sulla legge elettorale da adottare in Alto Adige per le "politiche" di primavera.
minoranze unite
Foto: Verdi

Nella tarda mattinata, il Consiglio Provinciale altoatesino ha respinto la mozione firmata da consiglieri di minoranza con la quale si chiedeva a Roma un cambio radicale di orientamento sul delicato tema della prossima legge elettorale da adottare in vista delle "politiche" di primavera. La relativa vicenda politica è, com'è noto, in una fase di stallo dopo che, prima della pausa estiva, il progetto di una nuova legge elettorale era collassato proprio a causa della particolare situazione altoatesina. L'approvazione di un emendamento della forzista Biancofiore, aveva infatti provocato l'abolizione della parte del progetto di legge nella quale si prevedeva la reintroduzione nel Trentino Alto Adige dei collegi uninominali anche per il voto alla Camera oltre che per il Senato.

Dopo mesi di silenzio, in Parlamento, sono ripresi i contatti politici per valutare se sia possibile, nel tempo ormai brevissimo che rimane prima delle elezioni, varare una legge completamente nuova. Subito la Südtiroler Volkspartei ha messo le mani avanti, ricordando che esiste comunque un patto che condiziona il suo appoggio al Governo al reinserimento nella legge della norma sui collegi uninominali e minacciando quindi, in caso contrario, di uscire dalla maggioranza. Da qui sono partite tutte le minoranze in consiglio provinciale, 16 consiglieri di sette gruppi politici, per avanzare una proposta a loro giudizio sensata e pienamente corrispondente allo spirito e alla lettera dello Statuto di autonomia.

Il sistema dei collegi uninominali per la Camera, essi dicono, non è affatto pensato, come sostiene la SVP, per tutelare le minoranze ma solo gli interessi della Stella Alpina che con esso si garantisce sicuramente tutti i seggi delle zone dove in prevalenza l'elettorato di lingua tedesca, ma anche il potere di condizionare l'alleato PD nella scelta del candidato da proporre nell'unico collegio, quello di Bolzano, dove gli italiani sono in maggioranza. Con questo sistema molti elettori, quelli di lingua italiana nelle zone della periferia e quelli di lingua tedesca a Bolzano, sanno già in partenza che il loro voto sarà inutile.

Nasce così la proposta di istituire, nell'ambito della nuova legge elettorale nazionale, un collegio riservato al solo Alto Adige, cancellando il collegio regionale in vigore sin dal 1948, e di fare eleggere al suo interno il numero di deputati previsto con il sistema proporzionale, così come avviene per il Consiglio Provinciale. In questo modo, hanno affermato i proponenti nel corso di una conferenza stampa e del successivo dibattito consiliare, sarebbe possibile assicurare una rappresentanza equilibrata delle varie forze politiche e dei vari gruppi linguistici.

La proposta, come detto in apertura, è già stata bocciata in consiglio, ma le minoranze hanno fatto capire di aver messo nel conto questa eventualità e di voler portare direttamente alla questione a Roma, utilizzando l'appoggio di alcuni deputati che la condividono, come Florian Kronbichler.

La partita non è certamente delle più facili. La SVP parte con un vantaggio notevole. Può far valere il patto con il PD nel caso si ponga realmente mano ad una nuova normativa, ma, nell'ipotesi che ogni tentativo in questa direzione risulti vano, come del resto prevedono molti osservatori, può contare sul fatto che, grazie ai successivi interventi degli ultimi anni di Parlamento e Corte Costituzionale, si vada a votare comunque con le norme che più le aggradano. È una situazione complessa, in un quadro politico a dir poco aggrovigliato. Cercheremo, nei prossimi giorni, nel fare un po' di chiarezza, frugando, come al solito, negli antefatti storici di questa situazione.