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Quelli che ce l’hanno fatta

Crisi, storie in controtendenza: come la Cantina San Michele Appiano ha arginato gli effetti economici del Covid. L’ad Neumair: “Determinante il lavoro di squadra”.
Uva, vino
Foto: Cantina San Michele Appiano

Penalizzato dalle chiusure imposte dai lockdown e dalla cancellazione della stagione turistica invernale il commercio altoatesino è, come noto, in grave sofferenza: per la maggior parte delle branche, riferisce oggi (15 aprile) la Camera di commercio di Bolzano, non si intravede alcun miglioramento rispetto allo scorso anno, con il volume d’affari che per novembre e dicembre ha subito un calo del 15%. I più colpiti sono i grossisti di alimentari, il comparto abbigliamento e gli ambulanti.

Si raccolgono invece notizie positive nel mondo del vino altoatesino. In particolare, a raccontare una storia in controtendenza in termini di ripercussioni economiche dovute all’imperante crisi - ma si parla naturalmente di un esempio da Major League -, è la Cantina San Michele Appiano. Come è riuscita a superare la recessione? Grazie al capitale umano, dice l’amministratore delegato Günther Neumair; “il lavoro di squadra è stato determinante, in azienda e fuori. Durante il primo lockdown e per tutto questo anno di Covid, abbiamo sempre cercato il dialogo con i nostri agenti e distributori, italiani e nel mondo, tramite frequenti telefonate e meeting su piattaforme digitali”. La Cantina non ha mai smesso di operare, nonostante quello dell’Alto Adige, una regione prevalentemente collegata all’andamento dei flussi turistici, si sia rivelato il mercato più sofferente della crisi, in quanto tutte le attività economiche della maggioranza dei clienti della San Michele sono rimaste chiuse per tanto tempo.

 

L’azienda è dunque riuscita a contenere il calo di fatturato e i danni economici derivanti dal crollo delle prenotazioni import ed export, in particolare durante il primo lockdown nel 2020. Con un occhio all’innovazione: fra le altre cose lo shop online; il virtual tour per visitare la centenaria cantina, con o senza l’ausilio degli occhiali VR; e l’introduzione di app che informano sullo stato dei singoli vigneti e sulla qualità delle uve.

In quanto ai prodotti sono ripartiti sul mercato con un 20% di vendita in Alto Adige, un 50% nel resto d’Italia ed un 30% in oltre 40 Paesi nel mondo, in particolare in Germania, negli Stati Uniti ed in Gran Bretagna, mercato che ha tribolato di più quest’ultimo anno.

 

Non ci siamo mai fermati, restando sempre trasparenti con agenti e clienti” evidenzia Neumair. “Questi ultimi, quando aperti, hanno preferito non sperimentare e sentirsi al sicuro acquistando la qualità garantita dal nostro marchio. Questo ultimo anno ci ha dato la possibilità di poter far uscire più tardi le nuove annate, per dare il tempo ai vini di maturare ulteriormente”.

Il 2021 sarà altrettanto favorevole? “Resto ottimista - sostiene l’ad ricordando intanto il traguardo del premio “Cantina Cooperativa dell’Anno” nella guida Vini d’Italia 2021 del Gambero rosso -. Sono da 25 anni a San Michele Appiano e posso testimoniare che bisogna essere sempre pronti ad affrontare dure sfide. La Cantina ha 115 anni di età e ne ha superate di crisi. Siamo sempre riusciti a uscire più forti di prima davanti alle difficoltà che ci si sono presentate davanti. Nei periodi migliori abbiamo sempre cercato di accantonare dei fondi da utilizzarsi in caso di futuri periodi più difficili”.