Politik | Grande coalizione

In Austria si torna a votare

La "nuova Volkspartei" del ministro degli esteri Sebastian Kurz costringe al voto anticipato il cancelliere Christian Kern (SPÖ) – per la gioia di FPÖ e Philipp Achammer.
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Foto: Facebook/Philipp Achammer

Terremoto politico a Vienna: l'ambizioso enfant prodige della politica austriaca, l'appena trentenne ministro agli esteri Sebastian Kurz del Partito Popolare (ÖVP), manda a casa il governo di “grande coalizione” guidato esattamente da un anno dal cancelliere socialdemocratico Christian Kern, che oggi ha annunciato elezioni in autunno. Dopo aver costretto alle dimissioni il vice-cancelliere e segretario dei popolari Reinhold Mitterlehner – dimessosi dal governo in aperta polemica col partito – la scalata al potere di Kurz (che punta al cancellierato) è culminata con la sua nomina a successore di Mitterlehner alla guida della ÖVP. Ponendo un ultimatum al governo con la SPÖ, Kurz ha chiesto elezioni anticipate, alle quali i popolari (questo il suo piano) non si presenteranno con il proprio simbolo bensì con una nuova denominazione: “Liste Sebastian Kurz – Die neue Volkspartei”. Poteri assoluti, quasi bonapartisti, nella composizione delle liste elettorali federali, nella scelta delle candidature regionali, nonché dei vertici del partito.

La direzione della ÖVP, nel corso di una riunione fiume, ha dato “carta bianca” a Kurz, accettando le condizioni da lui poste – agli occhi di molti opinionisti, un ricatto con la pistola alla tempia che rivoluzionerà il panorama politico dell'Austria. Lo strapotere nelle mani di Sebastian Kern – una sorta di Renzi-Macron in salsa austriaca – e la prospettiva del voto anticipato aprono una serie di scenari a tutto vantaggio della FPÖ di Strache, come illustrato da Lorenz Gallmetzer su Salto.bz.

L'ironia sui social non può mancare. E così Kurz è già cancelliere federale.

Intanto, il neo rieletto segretario della Südtiroler Volkspartei Philipp Achammer augura via social “buona fortuna” all'omologo (e amico) Kurz. Interpellato dal Mittagsmagazin di Rai Südtirol, l'Obmann della SVP guarda con ottimismo alle elezioni anticipate austriache – e con ammirazione al coetaneo d'Oltrebrennero: “Nel corso degli anni, Sebastian Kurz si è confrontato molto intensamente con il Sudtirolo, dimostrando fiuto e sensibilità per l'argomento. Dal nostro punto di vista, potrebbe essere persino un vantaggio che si rimescolino le carte a Vienna: le nostre questioni restano comunque stabilmente presenti, anche in vista della visita in Sudtirolo del presidente della Repubblica Alexander Van der Bellen. Trovo molto coraggioso quello che sta succedendo al momento. È risaputo che la Volkspartei austriaca sia fortemente influenzata da Stände, Bünde e Länder, la situazione esigeva che il nuovo segretario del partito si prendesse tutti i poteri e le libertà necessarie. Ho rispetto per un leader trentenne che mostra tutto questo coraggio, probabilmente era l'unica via percorribile e mi pare che la ÖVP dipenda non poco dal giovane Kurz”.

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alfred frei Mo., 15.05.2017 - 17:10

Laut die Presse “hat Jeder Chef eines größeren Unternehmens in Österreich eine Hoheit über das Personal und die strategische Ausrichtung seiner Firma” wie Kurz in der ÖVP. Das stellt ein neues Demokratieverständnis und alternatives Partizipationsmodell dar: die Mitglieder der Partei sind alles Angestellte und haben mit der Ausrichtung ihres Landes praktisch nichts zu tun; Frage an Achammer: wie könnte er sich eine Umsetzung der Forderungen in Südtirol vorstellen?
Kurz' sieben Forderungen
1. Kurz forderte die Zustimmung der Partei, dass er mit einer eigenen Wahlliste antreten kann, die von der ÖVP unterstützt wird. Sie kann aber auch von anderen Personen unterstützt werden, die ebenfalls kandidieren können.
2. Auf sämtlichen Kandidatenlisten erfolgt die Reihung nach dem Reißverschlussprinzip, Männer und Frauen scheinen abwechselnd auf.
3. Der Parteiobmann erhält ein personelles Durchgriffsrecht, er erstellt alleinverantwortlich die Bundesliste und hat bei den Landeslisten ein Vetorecht.
4. Der Obmann bestellt den Generalsekretär und das Regierungsteam und benötigt dafür keinen Beschluss des Vorstandes mehr.
5. Der Parteichef hat freie Hand für die Verhandlung von Koalitionen.
6. Der Bundesobmann kann die inhaltliche Richtung der Partei vorgeben. Ihm „obliegt die inhaltliche Führung der Partei“.
7. Der Bundesparteivorstand beschließt schriftlich, all diese Forderungen durch eine Änderung der Statuten umzusetzen.

Mo., 15.05.2017 - 17:10 Permalink
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gorgias Mo., 15.05.2017 - 20:42

Non so cosa studi Valentino Liberto. Nel caso che fossero scienze politiche sarebbe il caso di cambiare materia. Il bonapartismo si riferisce all sopprimere della costituzione. Questo è un livello istituzionale. Come un partito formi la sua volontà è una questione politica e in nessun caso antidemocratico.
Meglio dare più attenzione come i bei verdi del sudtirol arrivano ai loro candidati, con regolamenti fluidi e opportunisti e pure anche paternalistiche e semivincolanti.

Mo., 15.05.2017 - 20:42 Permalink
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gorgias Di., 16.05.2017 - 17:28

Antwort auf von Daniele Menestrina

Einfach zu sagen etwas ist falsch ist eh kein Argument, sondern eine Behauptung und das ist auch keine Diskussion. Diese Behauptung haben Sie in Ihrem ersten Post auch aufgestellt ohne sie zu belegen und nun haben Sie es nochmals verabsäumt.

Und wegen der Verballhornung Ihres Pseudonyms brauchen Sie auch nicht den Gekränkten spielen. Das werden Sie schon aushalten.

Di., 16.05.2017 - 17:28 Permalink