Kultur | Salto Afternoon

L’uomo dei pifferi

“The Fluteman Show” di e con Gabor Vosteen, comico e flautista germanico, per due serate al Carambolage: tutto esaurito. Il pubblico ha voglia di uscire e di teatro
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Foto: Carambolage

Fa impressione tornare in un teatro piccolo qual è il Carambolage a Bolzano, sede di spettacoli di vario genere, cosiddetti “piccoli”, ossia One-Man-Show o eseguiti da piccoli gruppi, per lo più di tipo sperimentale, off, off-off, eccetera, ma non per questo meno interessanti. In modo rigoroso secondo le (ultime) regole anti-Covid, il pubblico è seduto distante un metro, l’una persona dall’altra, tutte dotate di mascherina. Purtroppo, il bar è chiuso e questo fatto, assieme all’accennata “separazione”, crea un’altra atmosfera a cui eravamo abituati in questo locale, sebbene piccolo sempre molto animato, dove spettatori e spettatrici erano seduti allegramente attorno ai tavoli, proprio come in un classico Cabaret. Non manca tuttavia il calore nell’accoglienza così come la percepibile leggera eccitazione nell’attendere ciò che staremo a vedere: “The Fluteman Show”, così intitolato perché il flautista e attore Gabor Vosteen, proveniente dalla Germania, è l’unico al mondo che sa suonare 5 (!), sì avete letto bene, cinque flauti, tutti insieme. Parola di chi scrive che l’ha visto! 

Gabor Vosteen conosce alla perfezione i trucchi e il repertorio del mimo classico, di cui fa ampio uso per rompere ogni incanto romantico a favore dell’ironia e della risata che prontamente scatta in sala.

Luci ancora accese, la tensione cresce quando si comincia a udire i soffi tipici di uno strumento a fiato, quelli sordi, come quando i sassofonisti coprono col coperchietto il loro strumento, ma che lo stesso creano musica, sebbene quasi silente, in crescendo, finché poi si presenta lui: vestito di nero, in tipica tuta da mimo, con un flauto rosso davanti alla bocca. Con leggero imbarazzo fa i primi passi sul piccolo palco, c’è grande emozione forse anche in lui, dopo la lunghissima (quasi un anno e mezzo) pausa forzata per gli spettacoli dal vivo? Suona, le trasforma in musica, le sue emozioni, musiche ispirate a Bach e Paganini, facendo avanti e indietro come il pifferaio della nota favola. Ci vuole incantare? No, Gabor Vosteen conosce alla perfezione i trucchi e il repertorio del mimo classico, di cui fa ampio uso per rompere ogni incanto romantico a favore dell’ironia e della risata che prontamente scatta in sala. Non a caso vanta referenze quali una collaborazione col Circo Roncalli, spettacoli al Konzerthaus di Vienna (come musicista), e la partecipazione a show televisivi quali “Le plus grand Cabaret du Monde” in Francia, e ha anche ricevuto diversi premi a livello internaizonale. 

 

Sa scaldare l’atmosfera con qualche intervento dialogante col pubblico, e lo conquista da subito, facendo nascere sull’istante quella potente energia tra palco e sala, necessaria per ogni atto teatrale che si vuole ben riuscito. 
Usa il flauto, anzi i flauti, sette in tutto, rossi come l’amore, l’energia pura, la gioia, dapprima come strumenti di giocoleria, per poi anche suonarli, tutti assieme, cinque in tutto – aumentando via via, prima due, poi tre, poi quattro - se li poggia alle labbra per far risuonare nell’aria le sue composizioni e invenzioni sonore, intriganti, che sempre più si fanno orecchiabili.
Posa uno spartito sul leggio, “Opus 1” si intitola, e quell’ “uno” lo prende alla lettera suonando una unica nota, per poi passare al secondo spartito, l’ “Opus 1.1.”, dove quella unica nota viene ripetuta per un po’. Quindi si passa a un misterioso “33 1/3”, che si rivela essere uno spartito grosso, dalle pagine incollate tra di loro, per cui necessita di due leggii per essere poggiato bene, ben distanziati l’uno dall’altro. Ci suonerà ora una frase musicale con 33 note diverse e una breve pausa? No!, lo spartito viene sfogliato verso il basso per formare infine un enorme foglio bianco che qualche istante dopo serve da schermo cinematografico, sul quale proiettare un piccolo film: “The Fluteman” – che altro?! Un cartone animato, dal disegno semplice a tratto sottile, in bianco e nero su sfondo bianco: una storia divertente con diverse avventure di un pifferaio tra cielo e terra... 
Sa sorprendere, il nostro “uomo dei pifferi”, perché nel frattempo si è (tra)vestito da musicista rock del periodo glitter, in perfetto stile Elton John anni settanta, imitandolo nella gestualità, mentre suona il suo argentato flauto elettrico, per poi passare al suo pezzo forte, un enorme flauto leopardato! 
Del periodo rock glitter non può mancare la strizzata d’occhio anche al Duca Bianco, David Bowie, e lo fa comparendo con la sola testa, dietro lo schermo illuminato di viola, con quel suo ciuffo di capelli tirati verso l’alto, il volto allungato, truccato, e gradualmente illuminato di viola. 
Per finire rende omaggio a un altro mito: John Lennon e al suo Imagine, cambiando le parole però per farci “immaginare” non “un mondo senza uomini” ma senza pianoforti e altri strumenti musicali, dove esiste unicamente “il flauto”, appunto… 

Carambolage rimane aperto tutto giugno proponendo altri spettacoli dal vivo, per soddisfare la sete di socialità, di guardare assieme, di vivere insieme, vecchie e nuove emozioni, di sempre.