Umwelt | Bolzano

La scoperta dell'acqua falda

Non solo Waltherpark: anche i piani interrati delle scuole professionali Arendt sono allagati. Ma negli anni novanta la falda acquifera di Bolzano fu ancora più alta.
Falda Waltherpark
Foto: Paolo Giacomoni/Facebook

Inutilizzabili. Da mesi. Sono le aule interrate – ben 14, tra classi e laboratori – della scuola professionale per le professioni sanitarie “Hannah Arendt nella zona dei Cappuccini, a Bolzano. E la responsabilità è di nuovo sua, della falda acquifera che nelle immediate vicinanze sta riempiendo da settimane d'acqua la voragine del cantiere del Waltherpark, il centro commerciale in costruzione voluto dalla SIGNA di René Benko. La situazione nella scuola si protrarrebbe da ottobre del 2020, ma solo con il ritorno in classe dopo Natale il disagio arrecato s'è fatto consistente, con le lezioni spostate in altre strutture e insegnanti e studenti costretti a fare la spola. “Il problema c’è ed è collegato all’aumento straordinario dell’acqua di falda” ha spiegato l'assessore provinciale ai lavori pubblici Massimo Bessone, assicurando una soluzione in tempi brevi. Colpa del cambiamento climatico? Ni.

 

“È stata più alta”

 

Il fatto non sarebbe nuovo né tantomeno recente. A ricordarlo ai più smemorati è Roberto Dinale, Direttore dell'ufficio Idrologia, idrografia, dighe, glaciologia della Provincia, che spiega a salto.bz: “Tra i massimi assoluti che abbiamo registrato nelle serie storiche vi è il periodo tra la fine degli anni novanta – più precisamente il 1997 – e il duemila compreso, dove abbiamo avuto livelli di falda a Bolzano costantemente alti, confrontabili o addirittura leggermente superiori rispetto a quelli attuali”. Non è una cosa “mai vista prima”, dunque, “questi valori sono già stati registrati circa vent'anni fa” e non è da escludere che già all'epoca “alcune zone della città avessero problemi d'acqua negli scantinati, dove ci sono condomini risalenti agli anni sessanta-settanta”.

 

 

Allora perché non se n'è tenuto conto nell'ampliamento delle scuole Arendt, concluso nel 2012? Per Dinale “dati e studi sulla falda di Bolzano erano in parte disponibili anche in passato: ci sono le serie storiche – sebbene non con l'attuale densità di misura, ovvero con l'odierna rete di monitoraggio, ma alcuni segnali c'erano”. E potrebbero non essere stati presi in considerazione durante la progettazione: “Quando si parla di clima, si parla di almeno trent'anni, quindi verosimilmente tutti i parametri che concorrono al dimensionamento statico sarebbe opportuno venissero considerati quantomeno su questo lasso di tempo”.

 

La falda non mente

 

Quali sono questi dati? Nell’estate 1997, presso la stazione freatimetrica Bolzano-Ferrovia, fu misurato il massimo livello di falda degli ultimi trent'anni anni, pari a quota 255,16 m slm (circa 10 m al di sotto del “piano di campagna”) mentre nell’estate di quest'anno il livello di falda ha raggiunto un massimo relativo di 252,86 m, circa 12,30 m al di sotto del piano di campagna. Basti pensare che secondo la relazione idrogeologica del 2018 per il vicino Waltherpark, nel sito di costruzione “la falda si trova regolarmente a una profondità superiore alle massime profondità di scavo previste dal progetto”, a quota 247 m sul livello del mare.

 

 

“Quello tra 2001 e 2010 fu un periodo di falda piuttosto basso – prosegue il direttore provinciale – per via della siccità di quegli anni, con il famoso 2003. La falda anche se con un po' più di inerzia reagisce alle condizioni climatiche di contorno. C'è una relazione col clima, le precipitazioni, e ancora più con la portata dei corsi d'acqua che attraversano il fondovalle, Talvera, Isarco e Adige”. Negli anni novanta ci furono più episodi di piena, e anche gli ultimi tre anni hanno portato contributi d'acqua superiori alla norma “a partire da Vaia nel 2018 sino alle piene di inizio di agosto”. “Poi sono stati anni abbastanza nevosi, con una forte presenza di acqua di scioglimento nel periodo primaverile e d'estate, è un sistema a gradini che ricarica la falda a mano a mano”.

 

Un innalzamento prevedibile

 

Il trend sembra non arrestarsi: “Se l'aggravio diventa molteplice, la falda non ha più il tempo per abbassarsi ai livelli pre-alluvionali”, conclude Dinale. È lo stesso Comune di Bolzano, nelle periodiche relazioni sullo “Stato della falda acquifera di Bolzano” a sottolineare una tendenza all'innalzamento. Già nel report del 2018 si evidenziava “un andamento anomalo della superficie freatica (…) in cui si sono registrati anche dei picchi invernali (oltre che quelli estivi) in mesi in cui normalmente la falda raggiunge i livelli minimi annuali. La tendenza generale degli ultimi 10 anni è comunque quella di un innalzamento della superficie freatica, riscontrato in quasi tutti i punti di misura, ad eccezione di pochi”.

 

 

Anche nelle relazioni idrogeologiche “di caratterizzazione e modellazione idrogeologica” firmate dal geologo Michele Nobile per gli scavi del Waltherpark e la nuova autostazione in via Renon – e che fanno riferimento ai monitoraggi del Comune – si legge come “l’andamento dei grafici, oltre a rilevare oscillazioni stagionali massime come già riconosciute in passato (6 m abbondanti)” mostrano “nel periodo compreso tra il 2008 ed il 2017 una progressiva tendenza alla risalita della falda e dei relativi massimi (oltre tre metri in circa 8 anni) ed un'escursione massima tra minimo invernale 2009 e massimo estivo 2016 superiore a 10 m (...). La tendenza alla crescita potrebbe continuare”. A pochi anni di distanza, la realtà ha superato le previsioni: l'acqua sale dal sottosuolo bolzanino, allagando aule interrate e scavi in profondità. Ora chi potrà fermarla?

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Michele De Luca Do., 16.09.2021 - 23:44

Son curioso delle reazioni a questo articolo che mi pare smentisca talune affermazioni sentite di recente, soprattutto di chi è (idealmente) caduto dalla sedia quando l'acqua ha invaso il cantiere. Nell'epoca digitale 2.0 tali dati non erano reperibili oppure... semplicemente non ci si è informati in maniera approfondita?

Do., 16.09.2021 - 23:44 Permalink