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On the Road Again

Con questo titolo si svolgono da 35 anni una serie di serate con racconti di viaggi presso la Urania di Merano. Ora c’è un libro, bilingue, con foto
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Foto: Privat

Il titolo On the Road Again risale alla seconda edizione ed è ispirato a una canzone dei Canned Heat (gruppo californiano di rock blues molto in voga allora, attivo dal 1965 fino al 1981 con ben 28 album pubblicati) e ovviamente al famosissimo libro del poeta della beat generation per eccellenza, Jack Kerouac, On the Road, da cui l’ancor più famoso film Easy Rider con Dennis Hopper e Peter Fonda, in cui i due attraversano gli States con le loro fantastiche motociclette.

 

La prima edizione, nel 1986, ci racconta Enzo Nicolodi nel pezzo che narra appunto Come nasce OtRA, si chiamava “Reisefieber-Racconti di viaggi. Junge Leute unterwegs-Giovani in viaggio”. Lui era appena tornato da un lungo viaggio nel Brasile, ricco di esperienze e avventure, e lo stava raccontando all’artista e organizzatore di eventi culturali, Harry Reich, in un bar, quando - reduce da qualche visione su una rete privata di racconti con filmati di viaggi da parte di Ambrogio Fogar - espresse all’amico questa sua idea di voler organizzare una cosa analoga a Merano. Detto, fatto. Reich prese i contatti con l’Urania, e questo ente culturale mise da subito a disposizione la grande sala, in modo gratuito, assieme alla prestazione, sempre gratuita, del tecnico, irrinunciabile visto che si trattava di proiezioni e microfoni! Nicolodi contattò amici e conoscenti, e la prima serie poté farsi dal febbraio all’aprile 1986, con sette contributi da parte di sette viaggiatori non di poco conto, tra cui il giornalista Vittorio Cavini che narrava dell’Africa; il giornalista Rai Gerd Staffler raccontò la comunità tirolese in America, lo stesso Nicolodi il Brasile, Mauro Spagnoli i Parchi Californiani, Helga Innerhofer la Cina e Claudio Speltoni propose immagini dalle Ande.

 

Il punto spettacolare di queste serate era che non di semplici autorappresentazioni si trattava, bensì si voleva comunicare il proprio sentire durante quei viaggi, l’aver conosciuto altre culture, attraversato altri mondi e forse anche se stessi a favore di un futuro cambiamento. Scrive Alessandro Banda nel suo intervento che riprende il concetto di viaggio da un poemetto di Baudelaire: “I veri viaggiatori partono solo per partire, senza sapere perché. (…) I veri viaggiatori, chiosiamo noi, sono come i poeti. I poeti scrivono per scrivere, trascinati dall’onda delle parole. I viaggiatori sono portati dal moto del viaggio, dall’onda dei passi, senza soppesare troppo mete o motivazioni.”

 

A questo punto viene in mente l’introduzione scritta da Enzo Nicolodi, mente e motore della longeva iniziativa, nella prima edizione di On the Road Again come libro che risale al 1998, dove l’ex insegnante e ex presidente della Fondazione Langer parla di un libro trovato a un mercatino in una cittadina nel Guatemala, in cui era descritta la vita quotidiana dei Maya e riporta la frase diventata un tarlo nella sua mente e nell’animo: “Il viaggiatore stanco elimina la fatica cacciandola dalle gambe con un ramo frondoso”. E aggiunge: “Ho trovato in questa frase il senso del viaggiare, l’incamminarsi da un luogo all’altro con lo sguardo che accompagna il ritmo dei passi, con la stanchezza delle gambe e la vivacità nella testa.” È questo tipo di viaggiare che si narra(va) nelle ormai oltre 470 serate condotte da circa 350 viaggiatori e viaggiatrici davanti a un pubblico di circa 120 persone di media. E che ritroviamo nelle pagine del libro nei contributi dei venti autori. Un viaggiare attento alle realtà sociali incontrate, sì, “incontrate” e non “viste”, in quanto c’erano e ci sono sempre testimonianze e aneddoti in riguardo a persone impegnate nei quattro angoli del mondo visitati. Inoltre, al termine di ogni serata non mancava mai il cappello per raccogliere le offerte dal pubblico per progetti solidali da finanziare, di cui a volte si era già fatto parola nel racconto di questo o quel paese. Progetti che ricevettero e ricevono questi fondi (in media circa mille euro) direttamente tramite conoscenti personali. Christian Troger ne elenca alcuni nel suo testo, parlando delle attività stimolate da questi vari “ambasciatori” - come ha chiamati Nicolodi, i viaggiatori e viaggiatrici, divenuti narratori e narratrici, citando la mission di On the Road Again: “far vedere la bellezza del mondo e metterla a confronto con le sue distorsioni, e raccontare le mille storie individuali e collettive che si celano dietro un’immagine”.


In finis, un’altra ispirazione, da non dimenticare: il mitico Corto Maltese, la figura del fumetto forse più famoso negli anni settanta inventato da Hugo Pratt, che con essa ci ha fatto “viaggiare” per i mari, e sulla cui onda sono nati in seguito i vari personaggi sulla rivista “Frigidaire”, a partire da Zanardi di Andrea Pazienza e Ranxerox di Tanino Liberatore. Ce lo ricorda Giorgio Marchi che ha disegnato la locandina col vascello e il messaggio nella bottiglia, che sin dalla terza edizione accompagna la rassegna, anche perché – ricorda l’architetto che nel disegno e nella pittura si diletta – “molti anni fa, viaggiare non era alla portata di tutti ma la lettura, la pittura e la fantasia riempivano questo vuoto colmandolo di desiderio”.