Kultur | Salto Afternoon

Rainbow Beats

Pensando a Nelson Mandela i "Mahlerwochen" a Dobbiaco inaugurano con il Miagi Orchestra.
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Foto: Max Verdoes

Quando, lo scorso sabato sera verso la fine del bellissimo concerto della Miagi Orchestra, il direttore Duncan Ward scandisce con la bacchetta il tempo delle prime battute della sua “Rainbow Beats” (scritta in memoriam Nelson Mandela), la grande sala Mahler di Dobbiaco inizia a vibrare.

Con la creazione dell'Orchestra "Miagi" Nelson Mandela ha realizzato il suo sogno di far suonare insieme ragazzi di diversa etnia e colore.

Siamo al concerto inaugurale delle Musik Mahlerwochen, direttore artistico Josef Lanz (che quest’anno ha stilato un programma di concerti straordinari e bellissimi, probabilmente uno dei suoi migliori Calendari), presidente Hansjörg Viertler, deus ex machina di quasi tutte la Buona musica e la Buona cultura in Pusteria. La platea è gremita. Ci sono gli appassionati, c’è qualche autorità (l’ex presidente Durnwalder, ad esempio), qua e là qualche concessione alla mondanità.
Fino alla esecuzione di “Rainbow Beats”, l’orchestra Miagi (ragazze e ragazzi sudafricani spesso provenienti da status di degrado e disagio, ora musicisti molto bravi e molto preparati) ha offerto una prova interpretativa convincente sia suonando Mahler e Britten, sia Strawinsky (tutti bravissimi anche nei difficili “crescendo”), sia Bernstein. Qualche vecchio appassionato cerca il pelo nell’uovo nei musicisti e poi si riaddormenta, quale colpo di tosse va contro tempo, qualche signora elegante ancora non capisce bene dove sia. Ma poi, appunto, esplode “Rainbow Beats”, che il giovane direttore Duncan Ward ha scritto molto di recente, pensando a Mandela, principale ispiratore della Miagi.
La partitura appare all’inizio gradevole ma lineare, ritmata (grande spazio alle percussioni), persino con una melodia che ricorre. Ma poi, è probabilmente lo stesso spirito di Nelson Mandela che irrompe. Ragazze e ragazzi dell’orchestra iniziano a muoversi, ad alzarsi e sedersi di nuovo come in una figura di danza. I corni sollevano gli strumenti, li usano come cappelli, li fanno dondolare. Alcuni fiati esplodono.

E, finalmente, esplode anche la sala (e la piccola galleria, dove si sono rintanati i critici, alcuni esperti e la bellissima fidanzata di Ward). Tutti battono le mani, poi si alzano in piedi, poi iniziano a partecipare ai cori dei musicisti che per un po’ smettono di suonate e cantano soavemente. Il pezzo viene dilatato e arricchito da improvvisazioni e brevi parti recitate. Poi, il direttore saluta tra gli applausi scroscianti. Sul podio, uno dei musicisti inizia però a dirigere l’orchestra. Duncan Ward si è spostato in fondo al palcoscenico, accanto ai musicisti della sezione ritmica. E suona anche lui, con entusiasmo e solarità.
La seconda parte della esecuzione di “Rainbow Beats” sembra non finire mai. In platea, il pubblico balla e si conde battimano sempre più convinti. Alla fine, i musicisti scendono tra gli spettatori continuando a suonare e ad evocare Mandela e l’affrancamento dei popoli liberi. In nome della musica certo, ma solo nel solco della musica bella.

La "Miagi Youth Orchestra", l'orchestra giovanile sudafricana, diretta da Duncan Ward, ha inaugurati la 38/a edizione delle Settimane Musicali Gustav Mahler, sabato 14 luglio, alle ore 19, a Dobbiaco. In tournée in Europa per il centenario della nascita di Nelson Mandela, l'orchestra ha fatto tappa in Alta Pusteria e suonato brani di Mahler-Britten, Bernstein e Stravinski. Con la creazione dell'Orchestra "Miagi" (acronimo per "Music is a great investment") Nelson Mandela ha realizzato il suo sogno di far suonare insieme ragazzi di diversa etnia e colore.
E anche Josef Lanz e Hansjörg Viertler hanno ravvivato e arricchito lo stesso sogno.