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Il clima e l’uomo

Trecento scienziati indirizzano una lettera aperta a Mattarella. Il riscaldamento globale è di origine antropica. No alle false informazioni.
Uragano Barry, New Orleans, Usa
Foto: Weather channel

Trecento scienziati hanno scritto una lettera aperta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, chiedendo che l’Italia faccia la sua parte per bloccare le fake news sui cambiamenti climatici: “No alle false informazioni sul clima. Il riscaldamento globale è di origine antropica” è il titolo del documento, promosso da Roberto Buizza, fisico all’Istituto di scienze della vita della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa e coordinatore dell’iniziativa federata sulla climatologia con Scuola normale superiore e Scuola Iuss Pavia: dal 7 luglio ha raccolto 300 adesioni da parte di scienziati e intellettuali, e dall’11 luglio può essere firmata da chiunque sulla piattaforma change.org.

La lettera sarà indirizzata alle più alte cariche istituzionali italiane - inclusi i presidenti di Senato, Camera e consiglio dei ministri - spiegano i promotori. “Chiediamo - si legge - che l’Italia segua l’esempio di molti paesi Europei e decida di agire sui processi produttivi e il trasporto, trasformando l’economia in modo da raggiungere il traguardo di ‘zero emissioni nette di gas serra’ entro il 2050”.

“L’esistenza di una variabilità climatica di origine naturale non può essere addotta come argomento per negare o sminuire l’esistenza di un riscaldamento globale dovuto alle emissioni di gas serra; la variabilità naturale si sovrappone a quella di origine antropica, e la comunità scientifica possiede gli strumenti per analizzare entrambe le componenti e studiare le loro interazioni” recita la lettera, mossa - probabilmente - dalla pubblicazione di un altro documento aperto, datato 17 giugno 2019, e firmato - spiegano i promotori della petizione a Mattarella - “da un gruppo formato quasi esclusivamente da non-esperti sulla scienza dei cambiamenti climatici (come comprovato dai loro curricula di pubblicazioni scientifiche in riviste internazionali)” . Testo che metterebbe “in discussione con argomentazioni superficiali ed erronee il legame tra il riscaldamento globale dell’era post-industriale e le emissioni di gas serra di origine antropica”. 

 



“Gli scenari futuri ‘business as usual’ - così prosegue il messaggio degli scenziati - (cioè in assenza di politiche di riduzione di emissioni di gas serra) prodotti dai tutti i modelli del sistema Terra scientificamente accreditati, indicano che gli effetti dei cambiamenti climatici su innumerevoli settori della società e sugli ecosistemi naturali sono tali da mettere in pericolo lo sviluppo sostenibile della società come oggi la conosciamo, e quindi il futuro delle prossime generazioni. È sulla base di queste conclusioni che vanno prese decisioni importanti per la lotta ai cambiamenti climatici” spiegano gli scienziati, che concludono il proprio documento “riaffermando con forza che il problema dei cambiamenti climatici è estremamente importante ed urgente, per l’Italia come per tutti i paesi del mondo. Politiche tese alla mitigazione e all’adattamento a questi cambiamenti climatici dovrebbero essere una priorità importante del dibattito politico nazionale per assicurare un futuro migliore alle prossime generazioni”.

Il 5 giugno, in aula al Senato, è stata bocciata una mozione dell’opposizione, sostenuta anche dal gruppo Svp, che avrebbe impegnato il governo “a dichiarare lo stato di emergenza ambientale e climatica del Paese”. Poche settimane dopo - mentre unondata di calore rendeva difficile la vita quotidiana in tutta Italia, e anche in Alto Adige - il rapporto Ispra “Gli indicatori del clima in Italia 2018”, presentato a Roma, spiegava che lo scorso anno ha segnato per il nostro Paese il nuovo record di temperatura media annuale, con un’anomalia (lo scarto rispetto al valore climatologico di riferimento 1961-1990) di +1.71°C.