Chronik | Niente spiaggia

Una storia infinita

Il secondo accesso libero al lago di Caldaro resta un miraggio. Kompatscher ai Verdi: “Attendiamo ancora il trasferimento dell’area militare, ma non sappiamo quando”.
Lago Caldaro
Foto: USP

Gli abitanti del luogo e i tanti turisti vedranno finalmente esaudito il desiderio di avere un secondo accesso gratuito al lago balneabile più popolare in Alto Adige, per di più scelto come simbolo per le acque provinciali nel 2019? La domanda, posta da tempi non sospetti dai Verdi altoatesini, rimane senza risposta. Tutto dipende, come precisa Arno Kompatscher, dal trasferimento dell’ex sito militare, situato sul bordo del bacino lacustre, dal ministero della difesa alla Provincia che dovrebbe poi “girarlo” al Comune della Bassa Atesina. Il problema è che il passaggio non è ancora avvenuto e l’amministrazione non sa quanto bisognerà aspettare.

L’amministrazione provinciale non è in grado di determinare i tempi del passaggio, poiché il trasferimento dipende dal ministero della difesa e dall’Agenzia del demanio (Arno Kompatscher)

In un’interrogazione, la consigliera provinciale Brigitte Foppa riprende il tema sul quale si è pronunciata l’assemblea provinciale quattro anni fa. Nel giugno 2015 infatti il consiglio aveva approvato la mozione proposta dai Verdi-Grüne-Verdi. Nel testo si chiedeva alla giunta di Palazzo Widmann di attivarsi presso il municipio di Caldaro, durante la fase di ottenimento del terreno (all’epoca ritenuto imminente), affinché la superficie di 3.500 metri venisse utilizzata come spiaggia pubblica. Un modo per favorire la libera fruizione del bacino lacustre, molto frequentato specie d’estate ma circondato da per lo più privati, nello spirito di quanto già chiesto un anno prima attraverso la petizione online promossa da Antonio Lampis.

 

 

Occorre dunque aspettare, visto che il governatore nella risposta a Foppa non fornisce ulteriori dettagli, a parte la precisazione che il funzionario responsabile del procedimento è Thomas Mathà. “L’amministrazione provinciale - afferma - non è in grado di determinare i tempi del passaggio, poiché il trasferimento della proprietà al patrimonio della Provincia e quindi la possibilità di un successivo trasferimento al comune di Caldaro dipendono principalmente dal ministero della difesa e dall’Agenzia del demanio”.