Chronik | "Antonio l'Europeo"

“Il simbolo dell’Europa che vogliamo”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto oggi a Trento durante la cerimonia di consegna della laurea ad honorem alla famiglia di Antonio Megalizzi
Antonio Megalizzi
Foto: upi

Si è svolta questa mattina, 16 luglio, la cerimonia di conferimento a titolo d’onore della laurea magistrale in European and International studies ad Antonio Megalizzi, giornalista e convinto europeista di ventinove anni morto a Strasburgo in seguito alle ferite riportate nel corso di un attentato terroristico, avvenuto lo scorso 11 dicembre 2018 nel cuore della città ospitante il Parlamento Europeo.
La proclamazione si è svolta nell’auditorium di palazzo Paolo Prodi, sede della Scuola di Studi internazionali frequentata da Antonio, alla presenza dei familiari e delle più alte cariche istituzionali tra cui il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il Presidente del Parlamento Europeo Davide Sossoli.
“È di grande significato che l’Ateneo abbia deciso di attuare questo conferimento - ha affermato il Capo dello Stato -. Questa è la dimostrazione di una sensibilità di grande valore civile e morale. Di grande e commovente significato è che le persone che gli sono state più vicine, che gli hanno voluto bene in maniera così intensa continuano a portare avanti i suoi sogni e attività con così tanto impegno. Antonio Megalizzi - continua Mattarella - aveva il progetto di comprendere e di far comprendere, era consapevole dell’importanza del giudizio critico e informato, basato sul confronto reciproco e sul dialogo anche tra posizioni differenti. Uno sforzo – ha concluso il Presidente – particolarmente importate in Europa, perché il progetto d’integrazione europea è proprio un tentativo storico e importante di comporre e di unire”.


Diversi e sentiti gli interventi che si sono susseguiti nel corso della mattinata, che hanno ripercorso la storia, i sogni e le speranze del giovane reporter che aveva scelto di iscriversi a quel corso di laurea magistrale proprio per poter approfondire le sue conoscenze nel campo degli studi europei. Nell’ambito del suo percorso accademico, ricordano, si è interessato particolarmente al tema delle violazioni dei diritti fondamentali dell Unione e dei principi dello stato di diritto da parte di alcuni stati, preoccupato per via delle lacune e dalla poca efficacia degli strumenti giuridici a disposizione.

Nell’ambito dei suoi studi ha mostrato sensibilità per i temi inerenti ai diritti umani, la democrazia e la pace anche al di fuori dei confini europei, che mai ha voluto vedere come barriere e qualcosa che dividesse dall’esterno: durante il primo anno di studi si era infatti interessato allo sfruttamento delle materie prime nel continente africano da parte delle potenze coloniali “L’attenzione dedicata ad antonio a questi temi è importante ed aiuta a comprendere e contestualizzare la sua passione per il progetto europeo e il suo impegno diretto per la costruzione di una cittadinanza europea attiva e partecipata fondata sul dialogo e il confronto delle idee - ha detto Andrea Fracasso, prorettore alla programmazione e risorse e già direttore della Scuola di Studi Internazionali -. Antonio pensava l’Unione europea come uno strumento di pacificazione e unità, un baluardo nella difesa dei diritti fondamentali delle persone. Ne era innamorato non solo perché era un giovane cosmopolita, ma - continua - sognava l’idea di una comunità transnazionale che, superando i limiti e i pericoli posti da autoritarismi e nazionalismi, potesse contribuire a realizzare gli ideali e valori di pace, libertà e democrazia. 
L’eredità di Antonio Megalizzi è stata raccolta dalla Fondazione che ne porta il nome, nata nel 2019 dalla volontà della sua famiglia e compagna e che continua a portarne avanti gli ideali formando e informando tutti coloro che guardano con interesse alla Comunità Europea. 


“Antonio amava sinceramente il suo percorso di studi, amava studiare per poter fare meglio il proprio lavoro. Aveva sempre voglia di conoscersi e migliorarsi, dimostrandosi attento e curioso sin da piccolo, continuando a ripetere la sua parola preferita: ‘perchè?’ - ha ricordato commossa Luana Moresco, compagna di Megalizzi e presidente dell’omonima fondazione, dopo la consegna della pergamena attestante il riconoscimento -.Antonio portava con sé un entusiasmo mai sopito e una passione sincera. Queste possono sembrare solo parole, ma erano le sue. Il suo dono era quello di spiegare in modo semplice le cose difficili, nella speranza che ognuno di noi potesse essere in grado di cambiare le cose. Grazie al lavoro della Fondazione - ha concluso Moresco - Antonio non è e non sarà mai solo passato ma è presente e futuro. È la dimostrazione che non siamo soli, che possiamo trasformare qualcosa di ingiusto in un'opportunità per tanti ragazzi e ragazze. Congratulazioni Dottore”.